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IL GRAFFIO - Corbo: "Il Napoli deve credere nell'Europa League: servono soldi"
16.09.2021 11:34 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Il Napoli gioca stasera una partita che ha già vinto. Con se stesso. Con il suo acerbo provincialismo. Si convinse, e molti tifosi lo seguirono, che fuggendo dalle coppe europee poteva rivincere lo scudetto. Ci cascò il Napoli con Mazzarri, sempre arroccato nelle sue diffidenze. Divise la squadra in due scompartimenti. Come fosse un treno. I titolarissimi in prima classe, gli altri sperduti in una sala di attesa al buio. Sembrava vantarsene Sarri , l’esteta dei 91 punti. Il suo triennio rimane mirabile. Ma lo aiutarono a sbagliare anche calciatori navigati. Erano sulla scena europea quando l’allenatore si dibatteva tra i dilettanti della Val d’Elsa. Reina fu il promotore del “Patto per lo scudetto”, che prevedeva la rinuncia alla Champions. Fu motivo di contrasto silenzioso prima, ma di rancore dopo, verso l’allenatore in fuga da Napoli. “Con Spalletti si può parlare”. È stato il più convinto elogio del presidente dopo la terza vittoria consecutiva. Di che cosa hanno parlato? Anche della Europa League che il Napoli non può giocare con sufficienza, e Spalletti lo sa. Sono cambiati i tempi. Se una volta si faceva volare Benitez nel cielo di Castel Volturno, per ammirare dall’alto il verde, il golf e il mare quasi fosse Malibù, il produttore più burbero e accigliato del cinema comico italiano oggi fa entrare in regia anche l’allenatore. Non gli nasconde i buchi neri del calcio italiano e i crucci del suo club, sempre conti in ordine ma ben vigilati, prudenza massima. Il Napoli non può rinunciare all’Europa League. Deve raccogliere il massimo possibile. In punti e soldi. La favola del tesoretto si sgretola dopo il Covid: bastano un foglio e un lapis. Le voci di fuori sono diversi dai conti reali. Il Napoli rischia di chiudere per il secondo anno in rosso. Piccole cifre rispetto alla Juve che ha dovuto con urgenza ricapitalizzare e spostare di un anno gli ultimi 4 stipendi. L’Inter ha spaventato Conte, sparito dopo lo scudetto. A Napoli il monte ingaggi di 156 milioni lordi è stato ridotto a circa 130, congrui i mancati rinnovi di Hysaj e Maksimovic. Non basta. Il Napoli dovrebbe passare dal quinto al settimo posto nella classifica degli ingaggi, mancano le conferme ufficiali. Ottanta milioni di ammortamento e 10 di spese generali. In uscita 220. Entrano invece 10/15 di Europa League, irrinunciabili. Altri 70 dalle tv. Una ventina dallo stadio tra b biglietti e abbonamenti, 30 dagli sponsor, ora che quello del caffè si è ritirato. Si ha voglia di dire che rende nervosi, ma quella miscela per De Laurentiis era un sorso di camomilla.

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IL GRAFFIO - Corbo: "Il Napoli deve credere nell'Europa League: servono soldi"

di Napoli Magazine

16/09/2024 - 11:34

Il Napoli gioca stasera una partita che ha già vinto. Con se stesso. Con il suo acerbo provincialismo. Si convinse, e molti tifosi lo seguirono, che fuggendo dalle coppe europee poteva rivincere lo scudetto. Ci cascò il Napoli con Mazzarri, sempre arroccato nelle sue diffidenze. Divise la squadra in due scompartimenti. Come fosse un treno. I titolarissimi in prima classe, gli altri sperduti in una sala di attesa al buio. Sembrava vantarsene Sarri , l’esteta dei 91 punti. Il suo triennio rimane mirabile. Ma lo aiutarono a sbagliare anche calciatori navigati. Erano sulla scena europea quando l’allenatore si dibatteva tra i dilettanti della Val d’Elsa. Reina fu il promotore del “Patto per lo scudetto”, che prevedeva la rinuncia alla Champions. Fu motivo di contrasto silenzioso prima, ma di rancore dopo, verso l’allenatore in fuga da Napoli. “Con Spalletti si può parlare”. È stato il più convinto elogio del presidente dopo la terza vittoria consecutiva. Di che cosa hanno parlato? Anche della Europa League che il Napoli non può giocare con sufficienza, e Spalletti lo sa. Sono cambiati i tempi. Se una volta si faceva volare Benitez nel cielo di Castel Volturno, per ammirare dall’alto il verde, il golf e il mare quasi fosse Malibù, il produttore più burbero e accigliato del cinema comico italiano oggi fa entrare in regia anche l’allenatore. Non gli nasconde i buchi neri del calcio italiano e i crucci del suo club, sempre conti in ordine ma ben vigilati, prudenza massima. Il Napoli non può rinunciare all’Europa League. Deve raccogliere il massimo possibile. In punti e soldi. La favola del tesoretto si sgretola dopo il Covid: bastano un foglio e un lapis. Le voci di fuori sono diversi dai conti reali. Il Napoli rischia di chiudere per il secondo anno in rosso. Piccole cifre rispetto alla Juve che ha dovuto con urgenza ricapitalizzare e spostare di un anno gli ultimi 4 stipendi. L’Inter ha spaventato Conte, sparito dopo lo scudetto. A Napoli il monte ingaggi di 156 milioni lordi è stato ridotto a circa 130, congrui i mancati rinnovi di Hysaj e Maksimovic. Non basta. Il Napoli dovrebbe passare dal quinto al settimo posto nella classifica degli ingaggi, mancano le conferme ufficiali. Ottanta milioni di ammortamento e 10 di spese generali. In uscita 220. Entrano invece 10/15 di Europa League, irrinunciabili. Altri 70 dalle tv. Una ventina dallo stadio tra b biglietti e abbonamenti, 30 dagli sponsor, ora che quello del caffè si è ritirato. Si ha voglia di dire che rende nervosi, ma quella miscela per De Laurentiis era un sorso di camomilla.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica