Appena il tempo di cominciare, e Mertens dà alla partita l’indirizzo più favorevole. Punta centrale del 4-3-3, ritrova in allegria il ruolo che ha reinventato la sua carriera, si diverte a segnare il gol del vantaggio con una carezza morbida di destro che allunga la traiettoria. La difesa contemplativa dell’Az non interviene, farebbe volentieri un applauso, è davvero questa la squadra che ha battuto il Napoli in Europa League mandandolo per qualche giorno in crisi? Ma dal 22 ottobre è passato molto tempo, nel giro di cinque giovedì europei, il Napoli riappare con i pregi e i difetti di sempre, gli errori e le fiammate, rimanendo comunque in corsa per i sedicesimi di Europa League. Gli olandesi conoscono bene il calcio, se rimangono fermi come pastori del presepe nell’azione del gol di Mertens, sanno chi è il giocatore più importante nelle strategie del Napoli. Spendono un controllo strettissimo su Bakayoko che domina nel primo tempo, rivelandosi come il mediano che mancava. Come usava il metodista classico, Bakayoko non supera quasi mai la metà campo, consente a Fabian Ruiz e a Zielinski di proporsi in avanti. Osservato nei dettagli, il gigante franco-ivoriano sembra eccellere per la sua fisicità, ma si segnala per lucida sicurezza e un delizioso controllo di palla nel breve. Peccato che la sua sontuosa prova sia macchiata da un fallo da rigore sull’olandese di origini marocchine Aboukhlal, rigore per fortuna di Kabayoko e del Napoli parato da Ospina. Il fulmineo tuffo del portiere colombiano segue di poco il pareggio dell’Alkmaar con un altro colosso di colore, il difensore centrale Martins Indi, portoghese naturalizzato olandese, che aveva assistito inerme al gol di Mertens e chiude quindi i conti con il club e con se stesso. Ma il pareggio olandese sul filo del fuorigioco scattato in anticipo di un attimo ed il rigore parato consigliano a Gattuso di intervenire. Perché il Napoli affronta con troppa sufficienza questa trasferta europea e procede ad un cambio massiccio. Tira fuori Fabian Ruiz per Elmas, subito dopo Politano e Zielinski stranamente appannati per Petagna e Lozano, ancora dopo Ghoulam e Mertens per Mario Rui e Demme. Dei giocatori sostituiti solo Mertens esce dopo una gara decorosa impreziosita dal gol,Ghoulam titolare dall’inizio lascia per il giudizio un rigo ancora in bianco, buona volontà nei primi minuti, qualche errore in uscita e altrettanti appoggi corretti, ma non è la gara che il Napoli si aspettava, l’urlo per annunciare il suo pieno, perentorio recupero dopo tanti mesi penosamente vissuti tra i grigio e il nulla. Cambia la chiave tattica nell’ultima mezz’ora il Napoli si comprime, l’Az prende campo, due attaccanti in particolare sgobbano in compiti impropri, in teoria Lozano e Petagna dovrebbero elevare la squadra verso la profondità, non vi riescono e si offrono per una collaborazione generosa in copertura. Per una volta Lozano si lancia in un temerario contropiede sventato dal portiere Bizot. Ritenta Petagna. Malinconico come lo definisce Gattuso per scuoterlo, nel finale anche Insigne tenta qualche episodica ripartenza. Ma non è il capitano così possente e autoritario da suonare la carica. È un Napoli che in Europa avanza, viaggiando però in classe turistica.
di Napoli Magazine
04/12/2020 - 11:15
Appena il tempo di cominciare, e Mertens dà alla partita l’indirizzo più favorevole. Punta centrale del 4-3-3, ritrova in allegria il ruolo che ha reinventato la sua carriera, si diverte a segnare il gol del vantaggio con una carezza morbida di destro che allunga la traiettoria. La difesa contemplativa dell’Az non interviene, farebbe volentieri un applauso, è davvero questa la squadra che ha battuto il Napoli in Europa League mandandolo per qualche giorno in crisi? Ma dal 22 ottobre è passato molto tempo, nel giro di cinque giovedì europei, il Napoli riappare con i pregi e i difetti di sempre, gli errori e le fiammate, rimanendo comunque in corsa per i sedicesimi di Europa League. Gli olandesi conoscono bene il calcio, se rimangono fermi come pastori del presepe nell’azione del gol di Mertens, sanno chi è il giocatore più importante nelle strategie del Napoli. Spendono un controllo strettissimo su Bakayoko che domina nel primo tempo, rivelandosi come il mediano che mancava. Come usava il metodista classico, Bakayoko non supera quasi mai la metà campo, consente a Fabian Ruiz e a Zielinski di proporsi in avanti. Osservato nei dettagli, il gigante franco-ivoriano sembra eccellere per la sua fisicità, ma si segnala per lucida sicurezza e un delizioso controllo di palla nel breve. Peccato che la sua sontuosa prova sia macchiata da un fallo da rigore sull’olandese di origini marocchine Aboukhlal, rigore per fortuna di Kabayoko e del Napoli parato da Ospina. Il fulmineo tuffo del portiere colombiano segue di poco il pareggio dell’Alkmaar con un altro colosso di colore, il difensore centrale Martins Indi, portoghese naturalizzato olandese, che aveva assistito inerme al gol di Mertens e chiude quindi i conti con il club e con se stesso. Ma il pareggio olandese sul filo del fuorigioco scattato in anticipo di un attimo ed il rigore parato consigliano a Gattuso di intervenire. Perché il Napoli affronta con troppa sufficienza questa trasferta europea e procede ad un cambio massiccio. Tira fuori Fabian Ruiz per Elmas, subito dopo Politano e Zielinski stranamente appannati per Petagna e Lozano, ancora dopo Ghoulam e Mertens per Mario Rui e Demme. Dei giocatori sostituiti solo Mertens esce dopo una gara decorosa impreziosita dal gol,Ghoulam titolare dall’inizio lascia per il giudizio un rigo ancora in bianco, buona volontà nei primi minuti, qualche errore in uscita e altrettanti appoggi corretti, ma non è la gara che il Napoli si aspettava, l’urlo per annunciare il suo pieno, perentorio recupero dopo tanti mesi penosamente vissuti tra i grigio e il nulla. Cambia la chiave tattica nell’ultima mezz’ora il Napoli si comprime, l’Az prende campo, due attaccanti in particolare sgobbano in compiti impropri, in teoria Lozano e Petagna dovrebbero elevare la squadra verso la profondità, non vi riescono e si offrono per una collaborazione generosa in copertura. Per una volta Lozano si lancia in un temerario contropiede sventato dal portiere Bizot. Ritenta Petagna. Malinconico come lo definisce Gattuso per scuoterlo, nel finale anche Insigne tenta qualche episodica ripartenza. Ma non è il capitano così possente e autoritario da suonare la carica. È un Napoli che in Europa avanza, viaggiando però in classe turistica.