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IL GRAFFIO - Antonio Corbo: "Si parli finché si vuole di Icardi, ma il Napoli va revisionato e rinforzato tra centrocampo e difesa"
24.08.2019 23:36 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Con il cinico sorriso dei monelli Dries Mertens, noto come “Ciro”, lascia che il Napoli si sdrai sul sogno di Icardi. Lo sveglia nella fase cruciale, dopo la mezz’ora, con una prodezza che la Fiorentina subisce incredula. Sgomenta. Non se l’aspettava. Le andava tutto bene, contro avversari lenti e sfilacciati. “Ciro” inventa un gol all’incrocio e subito dopo si fabbrica un rigore che scoppia come un petardo proprio al centro della festa viola.

 

La Fiorentina ha le luminarie accese, con tutti tifosi in delirio intorno al nuovo presidente Commisso, accolto come lo zio d’America tornato per placare la rivolta contro la famiglia Della Valle. In due, tre minuti con il suo 85esimo e con quel rigore che Firenze proprio non sopporta il Napoli ribalta una partita che sembrava fortemente compromessa in un avvio di inquietanti sbandate.

 

Mertens si eleva agilmente da protagonista su una squadra che però rivela problemi irrisolti di struttura. È passata quasi tutta l’estate a fantasticare un modulo spregiudicato: bella idea, certo. Ma il Napoli di Firenze presenta rispetto allo scorso anno solo due giocatori nuovi e tutti gli stessi difetti delle peggiori partite. Il centrocampo è sottomesso da un 4-3-3 viola che nella prima mezz’ora sembra in inspiegabile superiorità numerica: funziona così bene, indovina passaggi e movimenti, corre leggera, manda a vuoto troppo spesso i giocatori più collaudati. Il primo è un irriconoscibile Allan che sconta il disagio di una condizione imperfetta, acuita dai timori di una ammonizione rimediata troppo presto. Poco meglio di Allan va Zielinski, ma non trova punti di riferimento, non sa dove gettare l’ancora. Neanche Fabian Ruiz sa dare un aiuto adeguato all’inizio. In quella zona centrale domina Pulgar (che rileva le responsabilità di Veretout anche nel rigore battuto per l’iniziale vantaggio) con la collaborazione di un tenace Castrovilli e il calante Badelj. Ma la Fiorentina che domina a centrocampo deve i suoi bagliori a due giocatori che indovinano settori e avversari: Chiesa mette alla frusta Di Lorenzo a sinistra, il diciannovenne Sottil sulla sua destra non perdona Mario Rui, che lodevolmente propone gioco ma non ha mai il piglio risoluto del difensore inflessibile. Facile ripensare alle lacune tante volte segnalate nella stagione passata. Gli esterni bassi sono stati i punti più deboli. Non è un caso che Ancelotti scelga in Mario Rui il primo da sostituire, logica vuole che sia ancora respinto negli spogliatoi anche Allan.

 

Incredibile partita esaltata dalla maligna creatività dei sontuosi scattisti: Mertens irresistibile trascinatore, Insigne nella ripresa si rivede come orgoglioso capitano, Callejon ritrova il tempismo e la micidiale sobrietà delle serate migliori. Sul 3-4, in un Napoli sempre più insidioso ma ancora un po’ sbandato, Ancelotti infila Ghoulam al posto di Mario Rui ma soprattutto Elmas nella zona che l’irriconoscibile Allan consegnava alla Fiorentina. Con Badelj in evidente declino, Elmas entra con la sicurezza di chi dice: eccomi, ci penso io. Dalla panchina il genietto macedone arrivato dalla Turchia senza clamore avrà studiato scompensi, i vuoti da colmare, il travaglio della Fiorentina, che sul 3-4 è una torcia nel vento. Una fiamma che si spegne. Rallenta, aggrappata nel finale solo al gran passato di Ribery. Alla sua età, la carriera è un macigno da portare a spasso.

 

Si parli finché si vuole di Icardi, ma il Napoli va revisionato e rinforzato tra centrocampo e difesa, dove scatta già l’allarme. Non prende tre gol per caso, così come non può segnarne quattro senza estro e tecnica dei suoi arcinoti scattisti.

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IL GRAFFIO - Antonio Corbo: "Si parli finché si vuole di Icardi, ma il Napoli va revisionato e rinforzato tra centrocampo e difesa"

di Napoli Magazine

24/08/2024 - 23:36

Con il cinico sorriso dei monelli Dries Mertens, noto come “Ciro”, lascia che il Napoli si sdrai sul sogno di Icardi. Lo sveglia nella fase cruciale, dopo la mezz’ora, con una prodezza che la Fiorentina subisce incredula. Sgomenta. Non se l’aspettava. Le andava tutto bene, contro avversari lenti e sfilacciati. “Ciro” inventa un gol all’incrocio e subito dopo si fabbrica un rigore che scoppia come un petardo proprio al centro della festa viola.

 

La Fiorentina ha le luminarie accese, con tutti tifosi in delirio intorno al nuovo presidente Commisso, accolto come lo zio d’America tornato per placare la rivolta contro la famiglia Della Valle. In due, tre minuti con il suo 85esimo e con quel rigore che Firenze proprio non sopporta il Napoli ribalta una partita che sembrava fortemente compromessa in un avvio di inquietanti sbandate.

 

Mertens si eleva agilmente da protagonista su una squadra che però rivela problemi irrisolti di struttura. È passata quasi tutta l’estate a fantasticare un modulo spregiudicato: bella idea, certo. Ma il Napoli di Firenze presenta rispetto allo scorso anno solo due giocatori nuovi e tutti gli stessi difetti delle peggiori partite. Il centrocampo è sottomesso da un 4-3-3 viola che nella prima mezz’ora sembra in inspiegabile superiorità numerica: funziona così bene, indovina passaggi e movimenti, corre leggera, manda a vuoto troppo spesso i giocatori più collaudati. Il primo è un irriconoscibile Allan che sconta il disagio di una condizione imperfetta, acuita dai timori di una ammonizione rimediata troppo presto. Poco meglio di Allan va Zielinski, ma non trova punti di riferimento, non sa dove gettare l’ancora. Neanche Fabian Ruiz sa dare un aiuto adeguato all’inizio. In quella zona centrale domina Pulgar (che rileva le responsabilità di Veretout anche nel rigore battuto per l’iniziale vantaggio) con la collaborazione di un tenace Castrovilli e il calante Badelj. Ma la Fiorentina che domina a centrocampo deve i suoi bagliori a due giocatori che indovinano settori e avversari: Chiesa mette alla frusta Di Lorenzo a sinistra, il diciannovenne Sottil sulla sua destra non perdona Mario Rui, che lodevolmente propone gioco ma non ha mai il piglio risoluto del difensore inflessibile. Facile ripensare alle lacune tante volte segnalate nella stagione passata. Gli esterni bassi sono stati i punti più deboli. Non è un caso che Ancelotti scelga in Mario Rui il primo da sostituire, logica vuole che sia ancora respinto negli spogliatoi anche Allan.

 

Incredibile partita esaltata dalla maligna creatività dei sontuosi scattisti: Mertens irresistibile trascinatore, Insigne nella ripresa si rivede come orgoglioso capitano, Callejon ritrova il tempismo e la micidiale sobrietà delle serate migliori. Sul 3-4, in un Napoli sempre più insidioso ma ancora un po’ sbandato, Ancelotti infila Ghoulam al posto di Mario Rui ma soprattutto Elmas nella zona che l’irriconoscibile Allan consegnava alla Fiorentina. Con Badelj in evidente declino, Elmas entra con la sicurezza di chi dice: eccomi, ci penso io. Dalla panchina il genietto macedone arrivato dalla Turchia senza clamore avrà studiato scompensi, i vuoti da colmare, il travaglio della Fiorentina, che sul 3-4 è una torcia nel vento. Una fiamma che si spegne. Rallenta, aggrappata nel finale solo al gran passato di Ribery. Alla sua età, la carriera è un macigno da portare a spasso.

 

Si parli finché si vuole di Icardi, ma il Napoli va revisionato e rinforzato tra centrocampo e difesa, dove scatta già l’allarme. Non prende tre gol per caso, così come non può segnarne quattro senza estro e tecnica dei suoi arcinoti scattisti.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica