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IL GRAFFIO - Verso un'estate rovente
19.04.2019 00:35 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

La Juve dalla Champions, il Napoli dall'Europa League. Questione di giorni. Escono tutt'e due. Sul calcio italiano scende il buio. Assente ai mondiali 2018 in Russia, mancherà anche nelle semifinali europee delle coppe. L'amarezza del sogno juventino infranto troppo presto, la delusione di una impresa fallita, impresa estrema dopo il 2-0 di Londra, lasceranno presto tempo e spazio per qualche riflessione che l'urgenza delle reazioni non concede. L''Italia può acquistare anche un bomber carico di gloria come Ronaldo, può far tornare dopo nove anni di trionfi all'estero anche il suo allenatore più decorato: ma c'è una distanza ancora troppo ampia dagli standard inglesi e dalla rivelazione olandese dell'Ajax. L'Arsenal, a sua volta, è solo quarto nella Premier, pur avendo gli affilati Aubameyang e Lacazette è più tozzo e vulnerabile del Liverpool, del Manchester Ciity, del Tottenham. Abbordabile dopo l'ingrato sorteggio solo se fosse arrivato a Londra in condizioni fisiche migliori, e magari con Milik. Anche ieri, nei quarti di finale della seconda coppa europea senza la Var, paga l'ostile valutazione del fuorigioco insistito dell'Arsenal. Ci mancavano solo le sviste degli arbitri romeni.. Ancelotti ha visto sgonfiarsi la squadra tra le mani. Ha difeso la preparazione atletica del nuovo staff, né ha chiesto spiegazione sui troppo malanni muscolari. Negli ultimi anni l'infermeria del Napoli era rimasta per settimane deserta come una stazione di notte. Perché cade il primato del minor numero di giocatori indisponibili? Questa eliminazione ai quarti ed il secondo posto a km di distanza dalla Juve sono un bilancio onesto, ma troppo pallido ricordando la sicurezza esibita non solo dal tecnico, anche dai leader. Insigne, il capitano, non è immune da critiche e chiaroscuri. Sulla coesione della squadra si può avere qualche dubbio. Chissà se è ben sopportata la leadership di Koulibaly. I sospetti sono non fondati forse, ma almeno giustificati dall'enfasi dell'annuncio del patto sancito dai giocatori sabato, con l'allenatore scorso non invitato. Quali chiarimenti dovevano cercare, quali equivoci dissolvere, quali rappacificazioni tentare per uscire dagli insopportabili grigiori di Londra? Da presidente ha parlato al suo ritorno De Laurentiis prima della sfida con l'Arsenal. Giusto, persino lodevole e opportuno. Ma ripensandoci, perché ha rimarcato la stima della società per Ancelotti? Nessuno, nessuno che viva fuori di Castel Volturno, ne dubitava. Nel primo tempo il Napoli ha giocato con formazione prudente, schierata a specchio, con difesa a tre (Maksimovic, il rassicurante Chiriches, il solito Koulibaly) e due esterni alti, incongrui però. Callejon sbaglia il colpo fatale all'inizio e subisce la forza di Kolasinac. Sull'altro versante Ghoulam cerca ancora se stesso e deve vedersela con Maitland-Niles. Sulla sinistra comunque il Napoli ha respirato con il migliorato Fabian Ruiz e Callejon. Niente però che potesse a quel punto sconvolgere i rapporti di forza ed evitare la sconfitta. L'Arsenal ha schierato Ramsey tra le linee al posto di Ozil, ma l'ha perso presto. E Allan lo conteneva bene. Niente che segnasse la superiorità inglese fino alla barriera piazzata male sulla sassata di Lacazette, poco dopo la mezz'ora. L'esclusione di Maksimovic per Mertens ha sorretto il Napoli nel portare con dignità una inutile offensiva. Ma si è visto Ancelotti mestamente tornare in panchina. Magari per non sentire cori e fischi. Per De Laurentiis e Ancelotti picchia già il sole di una estate rovente.

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IL GRAFFIO - Verso un'estate rovente

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19/04/2024 - 00:35

La Juve dalla Champions, il Napoli dall'Europa League. Questione di giorni. Escono tutt'e due. Sul calcio italiano scende il buio. Assente ai mondiali 2018 in Russia, mancherà anche nelle semifinali europee delle coppe. L'amarezza del sogno juventino infranto troppo presto, la delusione di una impresa fallita, impresa estrema dopo il 2-0 di Londra, lasceranno presto tempo e spazio per qualche riflessione che l'urgenza delle reazioni non concede. L''Italia può acquistare anche un bomber carico di gloria come Ronaldo, può far tornare dopo nove anni di trionfi all'estero anche il suo allenatore più decorato: ma c'è una distanza ancora troppo ampia dagli standard inglesi e dalla rivelazione olandese dell'Ajax. L'Arsenal, a sua volta, è solo quarto nella Premier, pur avendo gli affilati Aubameyang e Lacazette è più tozzo e vulnerabile del Liverpool, del Manchester Ciity, del Tottenham. Abbordabile dopo l'ingrato sorteggio solo se fosse arrivato a Londra in condizioni fisiche migliori, e magari con Milik. Anche ieri, nei quarti di finale della seconda coppa europea senza la Var, paga l'ostile valutazione del fuorigioco insistito dell'Arsenal. Ci mancavano solo le sviste degli arbitri romeni.. Ancelotti ha visto sgonfiarsi la squadra tra le mani. Ha difeso la preparazione atletica del nuovo staff, né ha chiesto spiegazione sui troppo malanni muscolari. Negli ultimi anni l'infermeria del Napoli era rimasta per settimane deserta come una stazione di notte. Perché cade il primato del minor numero di giocatori indisponibili? Questa eliminazione ai quarti ed il secondo posto a km di distanza dalla Juve sono un bilancio onesto, ma troppo pallido ricordando la sicurezza esibita non solo dal tecnico, anche dai leader. Insigne, il capitano, non è immune da critiche e chiaroscuri. Sulla coesione della squadra si può avere qualche dubbio. Chissà se è ben sopportata la leadership di Koulibaly. I sospetti sono non fondati forse, ma almeno giustificati dall'enfasi dell'annuncio del patto sancito dai giocatori sabato, con l'allenatore scorso non invitato. Quali chiarimenti dovevano cercare, quali equivoci dissolvere, quali rappacificazioni tentare per uscire dagli insopportabili grigiori di Londra? Da presidente ha parlato al suo ritorno De Laurentiis prima della sfida con l'Arsenal. Giusto, persino lodevole e opportuno. Ma ripensandoci, perché ha rimarcato la stima della società per Ancelotti? Nessuno, nessuno che viva fuori di Castel Volturno, ne dubitava. Nel primo tempo il Napoli ha giocato con formazione prudente, schierata a specchio, con difesa a tre (Maksimovic, il rassicurante Chiriches, il solito Koulibaly) e due esterni alti, incongrui però. Callejon sbaglia il colpo fatale all'inizio e subisce la forza di Kolasinac. Sull'altro versante Ghoulam cerca ancora se stesso e deve vedersela con Maitland-Niles. Sulla sinistra comunque il Napoli ha respirato con il migliorato Fabian Ruiz e Callejon. Niente però che potesse a quel punto sconvolgere i rapporti di forza ed evitare la sconfitta. L'Arsenal ha schierato Ramsey tra le linee al posto di Ozil, ma l'ha perso presto. E Allan lo conteneva bene. Niente che segnasse la superiorità inglese fino alla barriera piazzata male sulla sassata di Lacazette, poco dopo la mezz'ora. L'esclusione di Maksimovic per Mertens ha sorretto il Napoli nel portare con dignità una inutile offensiva. Ma si è visto Ancelotti mestamente tornare in panchina. Magari per non sentire cori e fischi. Per De Laurentiis e Ancelotti picchia già il sole di una estate rovente.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica