Andrea Abodi, ministro dello Sport, ha rilasciato un'intervista a Repubblica Napoli soffermandosi sull'assegnazione ell'America's Cup 2027 alla città partenopea:
Come è andata la trattativa?
"Sono venuti tre volte, nessuno lo sapeva. Hanno fatto i sopralluoghi con la struttura tecnica del sindaco, fantastica. E sono stati accompagnati dalla struttura di diretta collaborazione del ministro, Sport e Salute, e da Invitalia. A Napoli parlano pure i silenzi, i lampioni: ma in questo caso nessuno ha saputo niente. Di solito l’omertà è un fatto negativo, si associa all’opacità. Qui è diventato l’elemento positivo. È il silenzio operoso, segno anche del rispetto per una sfida così complessa".
Cosa le hanno detto di Napoli i neozelandesi?
"Chi viene da quella cultura, internazionale, parte di solito con diffidenza, da parte loro no. Forse perché siamo stati accoglienti, ed è venuta fuori la passione. Il rapporto si è aperto quando gli ho raccontato il mio legame con l’America’s Cup, che viene dalla fine degli anni Ottanta… Lavoravo per una azienda americana, ho gestito i diritti della Coppa, ho collaborato con Gardini e tutto il team de Il Moro. Oltre a una competenza attuale, i neozelandesi hanno constatato che c’era una conoscenza pregressa. Certo in una altra stagione, quando le barche avevano un altro formato, ma comunque affascinante".
Cosa li ha convinti?
"Prima di tutto Bagnoli, un luogo dal destino indefinito, ma di cui hanno capito le potenzialità e apprezzato quello che già c’è. Per i requisiti di America’s Cup poi hanno convinto le condizioni atmosferiche, la scenografia del golfo con Ischia, Capri, oltre alla simpatia della città, di cui hanno visto più le opportunità che le insidie. Ma sa cosa ha colpito me? Il fatto che i neozelandesi hanno compreso che, grazie alle regate, avremo ridato vita a un luogo morto, o comunque rimasto sospeso, in attesa di una bonifica che sembrava dovesse durare decenni".
A Barcellona si è calcolato un impatto di 1 miliardo…
"Secondo me Napoli farà meglio e di più, facendo tesoro anche dell’esperienza spagnola. Da qui al 2027, ci saranno tre eventiintermedi nel 2026, e faremo promozione partendo dall’educazione al mare, al turismo e all’industria che coinvolge il mare. America’s Cup non sarà solo regate,con annesso impatto tecnologico. Sarà baricentro di una serie di altri eventi: giovani, donne. Sarà bellissimo costruirlo, raccontarlo e proseguire anche dopo".
di Napoli Magazine
17/05/2025 - 22:08
Andrea Abodi, ministro dello Sport, ha rilasciato un'intervista a Repubblica Napoli soffermandosi sull'assegnazione ell'America's Cup 2027 alla città partenopea:
Come è andata la trattativa?
"Sono venuti tre volte, nessuno lo sapeva. Hanno fatto i sopralluoghi con la struttura tecnica del sindaco, fantastica. E sono stati accompagnati dalla struttura di diretta collaborazione del ministro, Sport e Salute, e da Invitalia. A Napoli parlano pure i silenzi, i lampioni: ma in questo caso nessuno ha saputo niente. Di solito l’omertà è un fatto negativo, si associa all’opacità. Qui è diventato l’elemento positivo. È il silenzio operoso, segno anche del rispetto per una sfida così complessa".
Cosa le hanno detto di Napoli i neozelandesi?
"Chi viene da quella cultura, internazionale, parte di solito con diffidenza, da parte loro no. Forse perché siamo stati accoglienti, ed è venuta fuori la passione. Il rapporto si è aperto quando gli ho raccontato il mio legame con l’America’s Cup, che viene dalla fine degli anni Ottanta… Lavoravo per una azienda americana, ho gestito i diritti della Coppa, ho collaborato con Gardini e tutto il team de Il Moro. Oltre a una competenza attuale, i neozelandesi hanno constatato che c’era una conoscenza pregressa. Certo in una altra stagione, quando le barche avevano un altro formato, ma comunque affascinante".
Cosa li ha convinti?
"Prima di tutto Bagnoli, un luogo dal destino indefinito, ma di cui hanno capito le potenzialità e apprezzato quello che già c’è. Per i requisiti di America’s Cup poi hanno convinto le condizioni atmosferiche, la scenografia del golfo con Ischia, Capri, oltre alla simpatia della città, di cui hanno visto più le opportunità che le insidie. Ma sa cosa ha colpito me? Il fatto che i neozelandesi hanno compreso che, grazie alle regate, avremo ridato vita a un luogo morto, o comunque rimasto sospeso, in attesa di una bonifica che sembrava dovesse durare decenni".
A Barcellona si è calcolato un impatto di 1 miliardo…
"Secondo me Napoli farà meglio e di più, facendo tesoro anche dell’esperienza spagnola. Da qui al 2027, ci saranno tre eventiintermedi nel 2026, e faremo promozione partendo dall’educazione al mare, al turismo e all’industria che coinvolge il mare. America’s Cup non sarà solo regate,con annesso impatto tecnologico. Sarà baricentro di una serie di altri eventi: giovani, donne. Sarà bellissimo costruirlo, raccontarlo e proseguire anche dopo".