Scrive su Facebook il giornalista Angelo Forgione: "Insisto sull'episodio del calcio di rigore assegnato al Napoli rallentando le immagini perché il fermo immagine che ho pubblicato precedentemente non chiarisce e, anzi, crea ulteriori dubbi per questioni di prospettiva schiacciata. Resto della convinzione che vi sia il tocco di mano di Pulgar sul cross di Callejon, con la palla che poi carambola violentemente sulla schiena del calciatore viola. Dobbiamo tutti sapere che alla cabina VAR si dispone di telecamere ad alta definizione e immagini supportate da tecnologia avanzatissima che a noi sono precluse. Quel che a noi è dubbio per il VAR è spesso certezza, ed ecco perché talvolta ci sono sembrate incomprensibili alcune decisioni e convinzioni, come nella fattispecie. Sulla scorta di ciò non si spiegherebbe perché l'arbitro Massa, stante il vistoso tuffo di Mertens, non sia stato invitato a verificare di persona al monitor, e non si spiegherebbe neanche perché l'arbitro ha spiegato a Pradé e Commisso che, sulla scorta delle immagini, il penalty era indubbio. Questo accade quando il VAR è certo di una irregolarità che giustifichi l'assegnazione di un calcio di rigore. Ognuno se ne faccia la propria idea, senza posizioni di parte. Io stesso, finché non mi sono concentrato su Pulgar, ho sottolineato l'inesistenza del calcio di rigore per fallo su Mertens. Detto ciò, ora che il VAR viviseziona come non è possibile al pubblico ed è su un altro livello di certezze, sarebbe il caso che gli arbitri motivassero le decisioni dubbie in conferenza stampa. Non è più possibile gestire la classe arbitrale come una setta le cui sentenze non debbano essere rese note per insindacabilità. Ne va della serenità del campionato, che non può consentirsi dubbi facili a divenir veleni. Siamo solo alla prima giornata".