Lorenzo Amoruso, ex difensore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 'Calcio Time', in onda sui canali social di EuropaCalcio.it:
Così l’ex difensore di Bari, Fiorentina e Glasgow Rangers: “Il Milan? Vedo grande confusione, l’operazione Kalulu alla Juve, che è costantemente uno dei migliori dei bianconeri, è il caso più emblematico. Per Conceicao è difficile perché è sempre tosto entrare in corsa, il Milan deve lottare per i primi posti, non stare quasi a metà classifica. La rosa ha giocatori importanti ma manca la continuità: hanno vinto due volte contro l’Inter e battuto il Real, e perso punti pesanti contro squadre piccole. Senza lanciare nessuna accusa, ma deve esserci un qualche fattore negativo nella testa dei calciatori. È inutile cambiare tanto anche adesso, altrimenti rischi di perdere la tua identità dopo i tanti cambiamenti estivi“.
Prosegue: “Il Napoli? Non era facile per Conte dopo la depressione della passata annata. Ha cambiato sistema di gioco e ci è voluto tempo, pensiamo al 3-0 alla prima di campionato contro il Verona. Ha ridato grinta e qualità, senza riproporre il 3-5-2, modulo che aveva usato ovunque aveva allenato in precedenza. Chiesa al Napoli? L’ho visto crescere qui a Firenze ed ha un potenziale assurdo, purtroppo sta ancora facendo i conti con il problema fisico che si porta dietro da anni.
Nico Williams? Sarebbe perfetto per il Napoli, è già un top player. In ogni caso deve arrivare un nuovo esterno. Potrebbe anche uscire un nome a sorpresa“.
Di seguito sull’Inter: “Parte da una solidità che c’è già da quattro/cinque anni, ancora prima dell’arrivo di Simone Inzaghi. Che aveva portato a Milano ciò che, molto a grandi linee, aveva fatto vedere alla Lazio. Inoltre grandissima la società con i tanti colpi a parametro zero che si sono rivelate tutte grandissime operazioni. Pensiamo solo a Calhanoglu e Thuram. Quando non puoi fare grandi investimenti per i debiti, non puoi permetterti di sbagliare un solo colpo. È stata fondamentale l’esperienza della dirigenza“.
Sulla Fiorentina: “Dopo l’episodio di Bove, fino a quel momento imprescindibile e uno dei migliori in Serie A, Palladino ha cambiato le carte in tavola sostituendolo con Sottil. Mossa che non mi ha convinto, e infatti la squadra ha faticato tantissimo. Secondo me l’idea di esonerare Palladino non c’è mai stata, ma qualche dubbio lo abbiamo avuto tutti. La voce del Napoli su Pongracic? La Fiorentina lo ha pagato 16 milioni e ha esordito di fatto contro la Lazio giocando molto bene. Le dinamiche di mercato sono imprevedibili, ma se il Napoli non propone una valida contropartita, non penso che i viola vogliano privarsene“.
Montella: “Ranieri è un amico, oltre che il mio ex allenatore. Ci sentiamo spesso e ha risistemato una situazione davvero complicata. Non saprei indicare il suo sostituto, ma so che la scelta dovrà essere molto ponderata. Montella sta facendo benissimo con la Nazionale turca, conosce molto bene l’ambiente avendo già giocato e allenato a Roma. Non so accetterà di venire nella capitale, qualora gli venisse prospettata un’offerta, perché la squadra è quasi da rifondare dopo un’annata molto particolare. Sarà importante per la proprietà avere le idee chiare su cosa fare a partire da giugno, perché tra lo stadio e l’acquisto dell’Everton ci sarà tanta carne al fuoco per i Friedkin. I dubbi dei tifosi sull’operato della società sono parecchi, quindi sarà un periodo importante per loro. Montella avrebbe le caratteristiche giuste: la sua migliore esperienza è stata a Firenze. La Roma di oggi, però, non possiede calciatori perfetti per l’idea di calcio del Mister, soprattutto sugli esterni con il gioco 1 vs 1. Andrà adattata la rosa anche in base alle sue esigenze e non sarà semplice”.
Su Baroni e la Lazio: “Mi ha sorpreso e gli va riconosciuto un ottimo lavoro. Ha fatto tantissima gavetta tra Campionato Primavera, Serie C, Serie B e salvezze pazzesche al Lecce e, soprattutto, al Verona, che versava in una condizione, dal punto di vista calcistico, quasi disperata. Questo dimostra la sua grande predisposizione nel compattare i gruppi all’interno degli spogliatoi e far rendere tutti al meglio, con i giusti principi anche dal punto di vista disciplinare. Ho vissuto un’esperienza simile alla Vis Pesaro, società tecnicamente fallita e in ritardo in classifica per la zona salvezza. La passione ci spingeva a organizzare trasferte, a pagarcele, a volte partendo anche la mattina stessa della partita, perché non c’erano fondi per i ritiri e l’addio del Presidente a stagione in corso acuì una situazione già complicata”.
“Riuscimmo a salvarci, con prestazioni di gruppo, di unità d’intenti e con grande carattere, anche se poi la società fallì comunque. Baroni ha questo tipo di caratteristiche: grande uomo di calcio, che ha lottato per meritare certi traguardi. E i risultati si vedono sul campo: la Lazio, pur non disponendo di fenomeni, ma di buoni calciatori, sta ottenendo ottimi risultati. Contro la Fiorentina, ha giocato un secondo tempo di ritmo, proponendo un grande calcio e rischiando di pareggiare una partita che perdeva 2-0: il Mister ha trasferito completamente i propri ideali tecnici e morali a una squadra che lo segue in tutto e per tutto”.
Su Kean: “Attaccante molto strutturato fisicamente come da tempo non si vedevano anche in Nazionale e i risultati lo dimostrano. Sa giocare e difendersi a palla alta, palla bassa, palla addosso, anche con questo baricentro basso per proteggere la sfera con grande forza fisica. Il fatto che non abbia una riserva vera e propria alla Fiorentina l’ha anche responsabilizzato di più e sta facendo vedere ottime cose. La fiducia di Palladino e dell’ambiente in generale sta facendo il resto, perché veniva da qualche esperienza complicata e ricordo che veniva anche fischiato, l’anno scorso. Credo però che il lavoro degli allenatori sia anche quello di dover capire lo stato d’animo dei propri calciatori per farli rendere al meglio utilizzando anche una mano un po’ più morbida, come si suol dire”.
"Ritengo che alcuni vadano proprio coccolati dal punto di vista delle motivazioni e dell’idea di gioco, perché essi si sfiduciano più del normale in caso di qualche giocata un po’ così. Kean è arrivato a Firenze dopo l’avventura alla Juventus in cui aveva questa spada di Damocle di dover necessariamente mostrare qualcosa e ricordo le critiche, a Firenze, per il suo acquisto. Al contrario, credevo potesse rendere benissimo con più fiducia e meno pressioni: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Potrà crescere ulteriormente e prendersi la titolarità in Nazionale azzurra”.
di Napoli Magazine
28/01/2025 - 09:50
Lorenzo Amoruso, ex difensore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 'Calcio Time', in onda sui canali social di EuropaCalcio.it:
Così l’ex difensore di Bari, Fiorentina e Glasgow Rangers: “Il Milan? Vedo grande confusione, l’operazione Kalulu alla Juve, che è costantemente uno dei migliori dei bianconeri, è il caso più emblematico. Per Conceicao è difficile perché è sempre tosto entrare in corsa, il Milan deve lottare per i primi posti, non stare quasi a metà classifica. La rosa ha giocatori importanti ma manca la continuità: hanno vinto due volte contro l’Inter e battuto il Real, e perso punti pesanti contro squadre piccole. Senza lanciare nessuna accusa, ma deve esserci un qualche fattore negativo nella testa dei calciatori. È inutile cambiare tanto anche adesso, altrimenti rischi di perdere la tua identità dopo i tanti cambiamenti estivi“.
Prosegue: “Il Napoli? Non era facile per Conte dopo la depressione della passata annata. Ha cambiato sistema di gioco e ci è voluto tempo, pensiamo al 3-0 alla prima di campionato contro il Verona. Ha ridato grinta e qualità, senza riproporre il 3-5-2, modulo che aveva usato ovunque aveva allenato in precedenza. Chiesa al Napoli? L’ho visto crescere qui a Firenze ed ha un potenziale assurdo, purtroppo sta ancora facendo i conti con il problema fisico che si porta dietro da anni.
Nico Williams? Sarebbe perfetto per il Napoli, è già un top player. In ogni caso deve arrivare un nuovo esterno. Potrebbe anche uscire un nome a sorpresa“.
Di seguito sull’Inter: “Parte da una solidità che c’è già da quattro/cinque anni, ancora prima dell’arrivo di Simone Inzaghi. Che aveva portato a Milano ciò che, molto a grandi linee, aveva fatto vedere alla Lazio. Inoltre grandissima la società con i tanti colpi a parametro zero che si sono rivelate tutte grandissime operazioni. Pensiamo solo a Calhanoglu e Thuram. Quando non puoi fare grandi investimenti per i debiti, non puoi permetterti di sbagliare un solo colpo. È stata fondamentale l’esperienza della dirigenza“.
Sulla Fiorentina: “Dopo l’episodio di Bove, fino a quel momento imprescindibile e uno dei migliori in Serie A, Palladino ha cambiato le carte in tavola sostituendolo con Sottil. Mossa che non mi ha convinto, e infatti la squadra ha faticato tantissimo. Secondo me l’idea di esonerare Palladino non c’è mai stata, ma qualche dubbio lo abbiamo avuto tutti. La voce del Napoli su Pongracic? La Fiorentina lo ha pagato 16 milioni e ha esordito di fatto contro la Lazio giocando molto bene. Le dinamiche di mercato sono imprevedibili, ma se il Napoli non propone una valida contropartita, non penso che i viola vogliano privarsene“.
Montella: “Ranieri è un amico, oltre che il mio ex allenatore. Ci sentiamo spesso e ha risistemato una situazione davvero complicata. Non saprei indicare il suo sostituto, ma so che la scelta dovrà essere molto ponderata. Montella sta facendo benissimo con la Nazionale turca, conosce molto bene l’ambiente avendo già giocato e allenato a Roma. Non so accetterà di venire nella capitale, qualora gli venisse prospettata un’offerta, perché la squadra è quasi da rifondare dopo un’annata molto particolare. Sarà importante per la proprietà avere le idee chiare su cosa fare a partire da giugno, perché tra lo stadio e l’acquisto dell’Everton ci sarà tanta carne al fuoco per i Friedkin. I dubbi dei tifosi sull’operato della società sono parecchi, quindi sarà un periodo importante per loro. Montella avrebbe le caratteristiche giuste: la sua migliore esperienza è stata a Firenze. La Roma di oggi, però, non possiede calciatori perfetti per l’idea di calcio del Mister, soprattutto sugli esterni con il gioco 1 vs 1. Andrà adattata la rosa anche in base alle sue esigenze e non sarà semplice”.
Su Baroni e la Lazio: “Mi ha sorpreso e gli va riconosciuto un ottimo lavoro. Ha fatto tantissima gavetta tra Campionato Primavera, Serie C, Serie B e salvezze pazzesche al Lecce e, soprattutto, al Verona, che versava in una condizione, dal punto di vista calcistico, quasi disperata. Questo dimostra la sua grande predisposizione nel compattare i gruppi all’interno degli spogliatoi e far rendere tutti al meglio, con i giusti principi anche dal punto di vista disciplinare. Ho vissuto un’esperienza simile alla Vis Pesaro, società tecnicamente fallita e in ritardo in classifica per la zona salvezza. La passione ci spingeva a organizzare trasferte, a pagarcele, a volte partendo anche la mattina stessa della partita, perché non c’erano fondi per i ritiri e l’addio del Presidente a stagione in corso acuì una situazione già complicata”.
“Riuscimmo a salvarci, con prestazioni di gruppo, di unità d’intenti e con grande carattere, anche se poi la società fallì comunque. Baroni ha questo tipo di caratteristiche: grande uomo di calcio, che ha lottato per meritare certi traguardi. E i risultati si vedono sul campo: la Lazio, pur non disponendo di fenomeni, ma di buoni calciatori, sta ottenendo ottimi risultati. Contro la Fiorentina, ha giocato un secondo tempo di ritmo, proponendo un grande calcio e rischiando di pareggiare una partita che perdeva 2-0: il Mister ha trasferito completamente i propri ideali tecnici e morali a una squadra che lo segue in tutto e per tutto”.
Su Kean: “Attaccante molto strutturato fisicamente come da tempo non si vedevano anche in Nazionale e i risultati lo dimostrano. Sa giocare e difendersi a palla alta, palla bassa, palla addosso, anche con questo baricentro basso per proteggere la sfera con grande forza fisica. Il fatto che non abbia una riserva vera e propria alla Fiorentina l’ha anche responsabilizzato di più e sta facendo vedere ottime cose. La fiducia di Palladino e dell’ambiente in generale sta facendo il resto, perché veniva da qualche esperienza complicata e ricordo che veniva anche fischiato, l’anno scorso. Credo però che il lavoro degli allenatori sia anche quello di dover capire lo stato d’animo dei propri calciatori per farli rendere al meglio utilizzando anche una mano un po’ più morbida, come si suol dire”.
"Ritengo che alcuni vadano proprio coccolati dal punto di vista delle motivazioni e dell’idea di gioco, perché essi si sfiduciano più del normale in caso di qualche giocata un po’ così. Kean è arrivato a Firenze dopo l’avventura alla Juventus in cui aveva questa spada di Damocle di dover necessariamente mostrare qualcosa e ricordo le critiche, a Firenze, per il suo acquisto. Al contrario, credevo potesse rendere benissimo con più fiducia e meno pressioni: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Potrà crescere ulteriormente e prendersi la titolarità in Nazionale azzurra”.