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IL RICORDO - Sasso: "Gianfranco Lucariello è andato via, ma la sua simpatia e la sua professionalità rimarranno nei nostri cuori"
13.08.2024 19:05 di Napoli Magazine

Antonio Sasso, direttore del quotidiano Il Roma, ha ricordato così Gianfranco Lucariello, giornalista scomparso nelle scorse ore: "È andato via Gianfranco Lucariello, portando con sé quel sorriso che ha sempre illuminato la sua vita. Ha lottato con tutte le sue forze fino all’ultimo respiro, poi ci ha salutati per sempre. Ma la sua simpatia, la sua ironia, il suo coraggio di vivere e la sua professionalità, arricchita da un'umiltà rara, rimarranno per sempre nei nostri cuori. Gianfranco non si ergeva mai a maestro, e accettava i consigli di chi gli voleva bene. Persino le sue improvvise incazzature, apparentemente senza motivo, erano parte di quel carattere vivace che rendeva ogni momento più gioviale e amichevole. Fin da ragazzo, Gianfranco era innamorato del periodo borbonico e della gente del Sud. Si dilettava a scrivere del controverso Risorgimento e della rivalutazione dei Borbone, tematiche che gli erano care e che coltivava con passione. Tra qualche anno avremmo festeggiato cinquantacinque anni di amicizia, un legame lungo e profondo. Me lo aveva ricordato durante l’ultima Santa Pasqua, quando, con voce fioca, fu costretto a interrompere la sua collaborazione settimanale con il "nostro" Roma. Fu l’occasione per un piacevole tuffo nel passato, un viaggio nei ricordi che rimarrà per sempre impresso nel mio cuore. Cerco di ricostruire quei momenti. Gianfranco aveva meno di trent’anni quando decise di lasciare il suo posto sicuro nella segreteria del “Pansini” per intraprendere l’avventura, non facile, del giornalismo. Iniziò dai campetti di periferia del calcio minore, un ambiente in cui ci trovavamo in tanti, insieme a Ciccio Marolda, Carlo Verna, Giuseppe Scalera, sotto la guida di Franco Landolfo, l’inventore delle pagine dello Sport in Campania. Più tardi, entrare a far parte della redazione sportiva, diretta da Antonio Scotti di Uccio, fu per noi un traguardo importante. In quel vivaio di giovani giornalisti, ricordo tanti maestri di “piombo e penna”: in redazione, figure come Mimmo Carratelli, Carlo Di Nanni, Maurizio Romano, Clemente Hengeller, Carlo dell’Orefice, Umberto Carli, Adriano Cisternino, Carlo Monti; e in tipografia, i Savino, gli Albano, i Daniele, i Cadavero, senza dimenticare i correttori di bozze come Bob De Vita, Ettore Bernabò, Aldo Olivares. Con Gianfranco ci alternavamo anche in segreteria di redazione, improvvisandoci dimafonisti e correttori, per guadagnarci il tanto sospirato praticantato. Anni di duro lavoro senza riposo, ma Gianfranco non mollò mai, fino a conquistare sul campo, subito dopo la chiusura del vecchio “Roma” di Achille Lauro, il tanto agognato “tesserino rosso”. Camminavamo mano nella mano nel percorso della vita. Iniziammo a collaborare con Canale 21, sotto la direzione di Sandro Calenda. Fu Gianfranco a portarmi in una delle prime radio libere napoletane, Radio Napoli Flegrea di Mario Savino, dove insieme a Peppe Riccio e Sergio Curcio, inventammo “Tutto il calcio minuto per minuto” dei campionati dilettantistici. Fu lì che mi presentò quella che sarebbe diventata mia moglie. Lo anticipai di qualche anno nel matrimonio e fui suo testimone di nozze con Paola Tortoriello. Diventammo padri a distanza di quindici giorni: io di Emanuela, lui di Alessandro. Momenti di gioia vissuti sempre insieme, così come le parentesi meno felici della vita, chiuse sempre con tanti sorrisi. Con Gianfranco c’era sempre da stare in allegria. Questo spirito lo accompagnò anche nelle avventure a Napolinotte prima, e al Giornale di Napoli e Ultimissime subito dopo, dove “allevammo” tanti giovani giornalisti, come Mario Orfeo, Angelo Rossi, Paolo e Stefano Prestisimone, Fulvio Bufi, Antonello Perillo, Marco Lobasso, Gigi Amati, Mario Corcione, solo per citarne alcuni. Gianfranco era diventato il “capitano” della squadra dei giornalisti sportivi, un impeccabile segretario dell’Ussi, che si faceva rispettare da tutti. Amava il Napoli, ma non si lasciava condizionare dal suo cuore azzurro. Negli anni si trasformò in un apprezzato opinionista televisivo, noto per le sue polemiche accese al punto giusto. Ritornò a scrivere per il “nostro Roma”, ma il male che lo aveva colpito lo costrinse a fermarsi. Gianfranco ha stretto i denti fino all’altra notte, poi ha detto stop. Addio fratello Gianfranco, protagonista sfortunato di una vita di battaglie, uomo sincero e leale. Ci mancherà il tuo sorriso. Riposa in pace. Te lo meriti. Avresti compiuto 81 anni a dicembre. Ma Tu non avevi età. Ti saluteremo domani a mezzogiorno nella Parrocchia Maria Santissima Dell’Arco a Campegna, in via Pasquale Leonardi Cattolica 401".

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13/08/2024 - 19:05

Antonio Sasso, direttore del quotidiano Il Roma, ha ricordato così Gianfranco Lucariello, giornalista scomparso nelle scorse ore: "È andato via Gianfranco Lucariello, portando con sé quel sorriso che ha sempre illuminato la sua vita. Ha lottato con tutte le sue forze fino all’ultimo respiro, poi ci ha salutati per sempre. Ma la sua simpatia, la sua ironia, il suo coraggio di vivere e la sua professionalità, arricchita da un'umiltà rara, rimarranno per sempre nei nostri cuori. Gianfranco non si ergeva mai a maestro, e accettava i consigli di chi gli voleva bene. Persino le sue improvvise incazzature, apparentemente senza motivo, erano parte di quel carattere vivace che rendeva ogni momento più gioviale e amichevole. Fin da ragazzo, Gianfranco era innamorato del periodo borbonico e della gente del Sud. Si dilettava a scrivere del controverso Risorgimento e della rivalutazione dei Borbone, tematiche che gli erano care e che coltivava con passione. Tra qualche anno avremmo festeggiato cinquantacinque anni di amicizia, un legame lungo e profondo. Me lo aveva ricordato durante l’ultima Santa Pasqua, quando, con voce fioca, fu costretto a interrompere la sua collaborazione settimanale con il "nostro" Roma. Fu l’occasione per un piacevole tuffo nel passato, un viaggio nei ricordi che rimarrà per sempre impresso nel mio cuore. Cerco di ricostruire quei momenti. Gianfranco aveva meno di trent’anni quando decise di lasciare il suo posto sicuro nella segreteria del “Pansini” per intraprendere l’avventura, non facile, del giornalismo. Iniziò dai campetti di periferia del calcio minore, un ambiente in cui ci trovavamo in tanti, insieme a Ciccio Marolda, Carlo Verna, Giuseppe Scalera, sotto la guida di Franco Landolfo, l’inventore delle pagine dello Sport in Campania. Più tardi, entrare a far parte della redazione sportiva, diretta da Antonio Scotti di Uccio, fu per noi un traguardo importante. In quel vivaio di giovani giornalisti, ricordo tanti maestri di “piombo e penna”: in redazione, figure come Mimmo Carratelli, Carlo Di Nanni, Maurizio Romano, Clemente Hengeller, Carlo dell’Orefice, Umberto Carli, Adriano Cisternino, Carlo Monti; e in tipografia, i Savino, gli Albano, i Daniele, i Cadavero, senza dimenticare i correttori di bozze come Bob De Vita, Ettore Bernabò, Aldo Olivares. Con Gianfranco ci alternavamo anche in segreteria di redazione, improvvisandoci dimafonisti e correttori, per guadagnarci il tanto sospirato praticantato. Anni di duro lavoro senza riposo, ma Gianfranco non mollò mai, fino a conquistare sul campo, subito dopo la chiusura del vecchio “Roma” di Achille Lauro, il tanto agognato “tesserino rosso”. Camminavamo mano nella mano nel percorso della vita. Iniziammo a collaborare con Canale 21, sotto la direzione di Sandro Calenda. Fu Gianfranco a portarmi in una delle prime radio libere napoletane, Radio Napoli Flegrea di Mario Savino, dove insieme a Peppe Riccio e Sergio Curcio, inventammo “Tutto il calcio minuto per minuto” dei campionati dilettantistici. Fu lì che mi presentò quella che sarebbe diventata mia moglie. Lo anticipai di qualche anno nel matrimonio e fui suo testimone di nozze con Paola Tortoriello. Diventammo padri a distanza di quindici giorni: io di Emanuela, lui di Alessandro. Momenti di gioia vissuti sempre insieme, così come le parentesi meno felici della vita, chiuse sempre con tanti sorrisi. Con Gianfranco c’era sempre da stare in allegria. Questo spirito lo accompagnò anche nelle avventure a Napolinotte prima, e al Giornale di Napoli e Ultimissime subito dopo, dove “allevammo” tanti giovani giornalisti, come Mario Orfeo, Angelo Rossi, Paolo e Stefano Prestisimone, Fulvio Bufi, Antonello Perillo, Marco Lobasso, Gigi Amati, Mario Corcione, solo per citarne alcuni. Gianfranco era diventato il “capitano” della squadra dei giornalisti sportivi, un impeccabile segretario dell’Ussi, che si faceva rispettare da tutti. Amava il Napoli, ma non si lasciava condizionare dal suo cuore azzurro. Negli anni si trasformò in un apprezzato opinionista televisivo, noto per le sue polemiche accese al punto giusto. Ritornò a scrivere per il “nostro Roma”, ma il male che lo aveva colpito lo costrinse a fermarsi. Gianfranco ha stretto i denti fino all’altra notte, poi ha detto stop. Addio fratello Gianfranco, protagonista sfortunato di una vita di battaglie, uomo sincero e leale. Ci mancherà il tuo sorriso. Riposa in pace. Te lo meriti. Avresti compiuto 81 anni a dicembre. Ma Tu non avevi età. Ti saluteremo domani a mezzogiorno nella Parrocchia Maria Santissima Dell’Arco a Campegna, in via Pasquale Leonardi Cattolica 401".