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L'ALLENATORE - Sarri, una scelta a tempo
01.09.2015 12:38 di Napoli Magazine Fonte: Monica Scozzafava per il Corriere del Mezzogiorno

Quindici minuti contro il Sassuolo, quarantacinque contro la Sampdoria. Un’ora di bel calcio, quello che Maurizio Sarri definisce non convenzionale. Difesa alta, pressing e avversario che non supera la metà campo. La qualità dell’attacco e la versatilità di giocatori come Insigne, Hamsik e Higuain. Poi il calo fisico, quello mentale e gli errori individuali di sempre. Un punto in due gare è effettivamente poco. Sarri è fiducioso, meno il pubblico del San Paolo che saluta la squadra al triplice fischio con una marea di fischi e una contestazione aperta al presidente De Laurentiis. Accade poi che il numero uno del club alla radio ufficiale chieda tempo e pazienza ai tifosi, ma di fatto fissi anche il tempo per Maurizio Sarri. «Non si può giudicare ora, aspettiamo sei o sette partite. Se ci accorgeremo di aver sbagliato, ci assumeremo le nostre responsabilità», così il patron azzurro. Che ha dato a Sarri tempo fino a Natale per riportare il Napoli in una zona di classifica migliore. E’ questo il tempo che occorre - utilizzando la metafora di Sarri - per passare da un Iphone ad un Samsung? Probabilmente sì. Tre mesi basterebbero anche a chi non ha mai preso tra le mani uno smartphone di ultima generazione. Il punto è però un altro. Maurizio Sarri ha un tempo. La scelta del presidente De Laurentiis a inizio luglio è stata una scelta a tempo. Ma ci sono momenti per dire e altri per non dire. Dopo una sconfitta e un pareggio che sa di sconfitta, con un allenatore che si professa ottimista, la scelta andava sostenuta e difesa senza se e senza ma. Almeno per la credibilità di Sarri.

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L'ALLENATORE - Sarri, una scelta a tempo

di Napoli Magazine

01/09/2024 - 12:38

Quindici minuti contro il Sassuolo, quarantacinque contro la Sampdoria. Un’ora di bel calcio, quello che Maurizio Sarri definisce non convenzionale. Difesa alta, pressing e avversario che non supera la metà campo. La qualità dell’attacco e la versatilità di giocatori come Insigne, Hamsik e Higuain. Poi il calo fisico, quello mentale e gli errori individuali di sempre. Un punto in due gare è effettivamente poco. Sarri è fiducioso, meno il pubblico del San Paolo che saluta la squadra al triplice fischio con una marea di fischi e una contestazione aperta al presidente De Laurentiis. Accade poi che il numero uno del club alla radio ufficiale chieda tempo e pazienza ai tifosi, ma di fatto fissi anche il tempo per Maurizio Sarri. «Non si può giudicare ora, aspettiamo sei o sette partite. Se ci accorgeremo di aver sbagliato, ci assumeremo le nostre responsabilità», così il patron azzurro. Che ha dato a Sarri tempo fino a Natale per riportare il Napoli in una zona di classifica migliore. E’ questo il tempo che occorre - utilizzando la metafora di Sarri - per passare da un Iphone ad un Samsung? Probabilmente sì. Tre mesi basterebbero anche a chi non ha mai preso tra le mani uno smartphone di ultima generazione. Il punto è però un altro. Maurizio Sarri ha un tempo. La scelta del presidente De Laurentiis a inizio luglio è stata una scelta a tempo. Ma ci sono momenti per dire e altri per non dire. Dopo una sconfitta e un pareggio che sa di sconfitta, con un allenatore che si professa ottimista, la scelta andava sostenuta e difesa senza se e senza ma. Almeno per la credibilità di Sarri.

Fonte: Monica Scozzafava per il Corriere del Mezzogiorno