A “1 Football Club”, in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Colantuono, allenatore ed ex difensore, tra le tante, di Pisa e Como.
Di Lorenzo e Conte nel mirino della critica, stamane. È d’accordo?
“Nel caso di Di Lorenzo non si può dare un giudizio netto su una situazione del genere. Sono episodi che vanno vissuti, devi stare lì per capire cosa succede in quell’attimo. A mente fredda, seduto su una poltrona, è facile giudicare. Come facciamo a condannare Di Lorenzo? Certo, poteva temporeggiare un po’ di più, ma può capitare. Nel calcio ci sono anche questi episodi. Per quanto riguarda invece la sostituzione, lì si potrebbe scrivere un’enciclopedia. Qual è il problema, che è uscito De Bruyne? Non ho capito. Conte ha dovuto modulare la squadra per mantenere equilibrio. La partita non puoi giudicarla così: per dare un giudizio reale devi vederla 11 contro 11. È durata 20 minuti la partita: nei primi 20, il Napoli ha fatto molto bene e il risultato poteva essere diverso. Aveva la possibilità di giocarsela alla pari, contro una delle squadre più forti al mondo. Poi c’è stata l’espulsione. Discutere se dovesse uscire Politano o un altro mi sembra riduttivo".
Sicuramente la partita che aveva in mente Conte di fatto è durata 20 minuti. Con l’inferiorità numerica non c’è mai scampo contro un Manchester City che ha classe a iosa. Vittoria merito di Guardiola?
“È chiaro che in quel momento la partita era già incanalata sul binario del Manchester City. Guardiola ha trovato le soluzioni per scardinare la difesa e vincere. Ma sai, quando hai una squadra del genere, ti giri verso la panchina e hai altre dieci alternative di altissimo livello. È facile pescare da lì. Parliamo di Guardiola e Conte: stiamo parlando di tecnici tra i più importanti al mondo, quindi è normale che ci mettano del loro per raggiungere gli obiettivi. Però io dico che la partita è stata condizionata dall’inferiorità numerica: avrei voluto vederla 11 contro 11 per 90 minuti. Sarebbe stata molto più difficile per il Manchester City, questo te lo garantisco".
In questa tre giorni di Champions comunque abbiamo avuto diversi spunti di riflessione. Le italiane, chi più chi meno, si sono comportate bene. L’Atalanta ha perso col Paris Saint-Germain, ma parliamo di livelli agli antipodi. Anche perché è finita l’era Gasperini e Juric sta proponendo un nuovo metodo di competitività.
“Sì, il nostro calcio è molto dispendioso. Ti fa sprecare tante energie. Anche quando una grande affronta una piccola deve sudare tantissimo per vincere. In altri campionati, invece, ho l’impressione che non ci sia tutta questa tensione. Forse l’inglese è molto competitivo, ma in altri casi vedi squadre dominanti. Da noi no: anche una squadra che lotta per la salvezza ti rende la vita durissima. In generale, devo dire che questo primo turno non è andato male. Ci può stare qualche risultato negativo, ma non bisogna lasciarsi trascinare da giudizi affrettati. Serve equilibrio per avere un quadro corretto della situazione".
Lunedì sera il Napoli è chiamato a “cannibalizzare” il Pisa per riprendere la via maestra, dopo una stagione che fino a ieri era stata perfetta. Secondo lei c’è bisogno di una reazione mentale o i valori tecnici del Napoli sono così superiori da non lasciare spazio a dubbi?
“Il Napoli è nettamente superiore, questo è innegabile. Però, come dicevamo prima, in Italia ogni partita va guadagnata. Non basta avere più qualità tecnica: devi correre, pressare, aggredire, mettere ritmo. Se non lo fai, rischi. Io ho visto il Pisa: è una squadra organizzata, che sa come stare in campo. Certo, farà un campionato diverso dal Napoli, ma la partita va sudata. Oggi tutte le squadre sono preparate e gli allenatori studiano bene gli avversari. Quindi, se vuoi vincere, devi andare in campo con la perfezione. Non basta il singolo. Devi metterci contenuti, altrimenti rischi".
José Mourinho si è presentato alla stampa come nuovo allenatore del Benfica. Le chiedo: secondo lei, cosa rimane del ‘vero’ Mourinho?
“Mourinho, al di là delle dichiarazioni che a volte sono provocazioni studiate, è un allenatore con un palmarès enorme. Ha vinto tanto: scudetti, coppe, competizioni europee. Alla fine rimangono i trofei, non le chiacchiere. È vero, lui stesso ha detto che negli ultimi cinque anni non è andato benissimo, ma ha comunque fatto due finali europee, vincendone una. È sempre lì, non è mai fuori dai giochi. Poi uno può dire che non gli piace lo stile, il modo di mettere la squadra in campo… ma quelli sono gusti. La realtà è che Mourinho vince. E sai, se un presidente deve scegliere tra un allenatore che gioca bene ma non porta a casa trofei e uno che magari fa un calcio meno spettacolare ma ti mette un titolo in bacheca ogni anno, sceglie il secondo. I successi portano prestigio, aumentano il valore della società e dei giocatori. Poi, ripeto, può piacere o no, ma Mourinho resta un vincente. Questo non glielo può togliere nessuno".
di Napoli Magazine
19/09/2025 - 11:37
A “1 Football Club”, in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Colantuono, allenatore ed ex difensore, tra le tante, di Pisa e Como.
Di Lorenzo e Conte nel mirino della critica, stamane. È d’accordo?
“Nel caso di Di Lorenzo non si può dare un giudizio netto su una situazione del genere. Sono episodi che vanno vissuti, devi stare lì per capire cosa succede in quell’attimo. A mente fredda, seduto su una poltrona, è facile giudicare. Come facciamo a condannare Di Lorenzo? Certo, poteva temporeggiare un po’ di più, ma può capitare. Nel calcio ci sono anche questi episodi. Per quanto riguarda invece la sostituzione, lì si potrebbe scrivere un’enciclopedia. Qual è il problema, che è uscito De Bruyne? Non ho capito. Conte ha dovuto modulare la squadra per mantenere equilibrio. La partita non puoi giudicarla così: per dare un giudizio reale devi vederla 11 contro 11. È durata 20 minuti la partita: nei primi 20, il Napoli ha fatto molto bene e il risultato poteva essere diverso. Aveva la possibilità di giocarsela alla pari, contro una delle squadre più forti al mondo. Poi c’è stata l’espulsione. Discutere se dovesse uscire Politano o un altro mi sembra riduttivo".
Sicuramente la partita che aveva in mente Conte di fatto è durata 20 minuti. Con l’inferiorità numerica non c’è mai scampo contro un Manchester City che ha classe a iosa. Vittoria merito di Guardiola?
“È chiaro che in quel momento la partita era già incanalata sul binario del Manchester City. Guardiola ha trovato le soluzioni per scardinare la difesa e vincere. Ma sai, quando hai una squadra del genere, ti giri verso la panchina e hai altre dieci alternative di altissimo livello. È facile pescare da lì. Parliamo di Guardiola e Conte: stiamo parlando di tecnici tra i più importanti al mondo, quindi è normale che ci mettano del loro per raggiungere gli obiettivi. Però io dico che la partita è stata condizionata dall’inferiorità numerica: avrei voluto vederla 11 contro 11 per 90 minuti. Sarebbe stata molto più difficile per il Manchester City, questo te lo garantisco".
In questa tre giorni di Champions comunque abbiamo avuto diversi spunti di riflessione. Le italiane, chi più chi meno, si sono comportate bene. L’Atalanta ha perso col Paris Saint-Germain, ma parliamo di livelli agli antipodi. Anche perché è finita l’era Gasperini e Juric sta proponendo un nuovo metodo di competitività.
“Sì, il nostro calcio è molto dispendioso. Ti fa sprecare tante energie. Anche quando una grande affronta una piccola deve sudare tantissimo per vincere. In altri campionati, invece, ho l’impressione che non ci sia tutta questa tensione. Forse l’inglese è molto competitivo, ma in altri casi vedi squadre dominanti. Da noi no: anche una squadra che lotta per la salvezza ti rende la vita durissima. In generale, devo dire che questo primo turno non è andato male. Ci può stare qualche risultato negativo, ma non bisogna lasciarsi trascinare da giudizi affrettati. Serve equilibrio per avere un quadro corretto della situazione".
Lunedì sera il Napoli è chiamato a “cannibalizzare” il Pisa per riprendere la via maestra, dopo una stagione che fino a ieri era stata perfetta. Secondo lei c’è bisogno di una reazione mentale o i valori tecnici del Napoli sono così superiori da non lasciare spazio a dubbi?
“Il Napoli è nettamente superiore, questo è innegabile. Però, come dicevamo prima, in Italia ogni partita va guadagnata. Non basta avere più qualità tecnica: devi correre, pressare, aggredire, mettere ritmo. Se non lo fai, rischi. Io ho visto il Pisa: è una squadra organizzata, che sa come stare in campo. Certo, farà un campionato diverso dal Napoli, ma la partita va sudata. Oggi tutte le squadre sono preparate e gli allenatori studiano bene gli avversari. Quindi, se vuoi vincere, devi andare in campo con la perfezione. Non basta il singolo. Devi metterci contenuti, altrimenti rischi".
José Mourinho si è presentato alla stampa come nuovo allenatore del Benfica. Le chiedo: secondo lei, cosa rimane del ‘vero’ Mourinho?
“Mourinho, al di là delle dichiarazioni che a volte sono provocazioni studiate, è un allenatore con un palmarès enorme. Ha vinto tanto: scudetti, coppe, competizioni europee. Alla fine rimangono i trofei, non le chiacchiere. È vero, lui stesso ha detto che negli ultimi cinque anni non è andato benissimo, ma ha comunque fatto due finali europee, vincendone una. È sempre lì, non è mai fuori dai giochi. Poi uno può dire che non gli piace lo stile, il modo di mettere la squadra in campo… ma quelli sono gusti. La realtà è che Mourinho vince. E sai, se un presidente deve scegliere tra un allenatore che gioca bene ma non porta a casa trofei e uno che magari fa un calcio meno spettacolare ma ti mette un titolo in bacheca ogni anno, sceglie il secondo. I successi portano prestigio, aumentano il valore della società e dei giocatori. Poi, ripeto, può piacere o no, ma Mourinho resta un vincente. Questo non glielo può togliere nessuno".