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L'EX - Pagotto: "Meret e Milinkovic-Savic due veri portieri, troveranno spazio entrambi"
23.07.2025 12:19 di Napoli Magazine

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Angelo Pagotto, allenatore della Pistoiese ed ex portiere di Napoli e Milan. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Mister, la convincerebbe Milinkovic-Savic come vice Meret?

“Sì, molto. Ha grande carisma, un fisico importante. Secondo me può fare molto bene a Napoli perché ha temperamento, ha le spalle larghe: è un vero portiere. Così come lo è anche Alex Meret.”

Secondo lei, Meret continuerebbe a partire con i gradi da titolare?

“Sì, secondo me troveranno spazio entrambi per dimostrare le loro qualità. Le competizioni saranno tante e ci sarà modo di alternarsi, ma Meret sarà il titolare. La bravura di Conte dovrà stare anche in questo: non deve far sentire la competizione a Meret, come accaduto con Ospina. E io penso che Conte sia un tecnico capace di gestire molto bene queste situazioni. Meret ha una grande stima da parte di Conte. Poi, in quegli anni lì, lui ebbe anche qualche infortunio, e sai com’è: quando rientri e l’altro sta facendo bene, diventa complicato riprendersi il posto. Ma penso che quest’anno non dovrebbe succedere.”

Mi sposto ora sulla questione dell’esterno d’attacco del Napoli. Il club sembra voler puntare tutto su Ndoye del Bologna, ma i 40 milioni richiesti sono considerati proibitivi. Lei li spenderebbe?

“No, ormai il mercato è cambiato. Ci sono pochi soldi e si guarda molto ai bilanci. Quelle sono cifre da top player, da grande squadra. Secondo me, Ndoye vale la metà, non più di venti milioni.” In alternativa, preferirebbe un profilo come Jack Grealish del Manchester City, oppure Federico Chiesa – ex Juventus, attualmente al Liverpool? “A me piacerebbe più Grealish, sicuramente. Ha già dimostrato di poter fare grandi campionati e di sapersi esprimere su palcoscenici importanti. Per quanto riguarda Chiesa, l’idea mi alletta, ma purtroppo il ragazzo non trova un equilibrio psicofisico. Non vorrei facesse un altro anno sottotono. Ha vissuto una stagione molto complicata e credo che avrebbe bisogno di tornare in Italia, magari in un ambiente con meno pressioni, per ritrovare sé stesso, un ambiente tranquillo, dove possa fare minutaggio e recuperare soprattutto la parte fisica, che gli manca ormai da un po’.”

Conte ha costruito una rosa che, quasi per intero, ha due calciatori per ogni ruolo. Se dovesse intervenire ancora sul mercato, quale reparto andrebbe a rinforzare?

“Secondo me Conte sta costruendo davvero una bella squadra. Sa bene che, con tutte le partite che ci saranno, servono due giocatori per ogni ruolo. Se proprio dovessi intervenire, forse qualcosa in più a centrocampo, allungherei un po’ la rosa dei centrocampisti con una mezzala.”

Mi sposto ora sull’Inter, che è fortemente interessata ad Ademola Lookman dell’Atalanta, su cui sembrerebbe esserci anche il Napoli. Lookman ha una valutazione tra i 40 e i 50 milioni: li vale?

“Siamo sempre lì, come per il discorso su Ndoye. Secondo me, in questo momento, nel campionato italiano queste cifre non sono più sostenibili. Se lo fossero, lo avrebbe già preso Gasperini alla Roma o qualcun altro. Sono valutazioni che possono andare bene in Spagna, in Francia o in Inghilterra. Ma per l’Italia, sono troppo elevate. Anche se il ragazzo è forte, 50 milioni sono tanti.”

Sembra che il Milan voglia acquistare una prima punta. Secondo lei è una bocciatura per Gimenez, arrivato solo a gennaio?

“Sì, potrebbe essere. Se vai a cercare un altro centravanti a così poca distanza, significa che forse non sei convinto del profilo che hai preso. Quindi sì, lo leggerei come un segnale di sfiducia, ma anche di serenità per Gimenez: deve crescere ed il club rossonero vuole affiancargli un altro attaccante che gli consenta di avere tempo a disposizione per completare il proprio percorso.”

Il fatto che il Napoli sia una delle poche squadre di testa ad aver mantenuto lo stesso allenatore della passata stagione, può essere un vantaggio?

“Sì, ovviamente. La continuità è alla base di un progetto vincente, ed il Napoli ha un progetto molto chiaro. Secondo me punterà molto sulla Champions League. E anche Conte ha questo obiettivo.”

Quale deve essere, secondo lei, l’obiettivo minimo stagionale del Napoli?

“Giocarsi sempre l’accesso tra le prime quattro in campionato e provare ad arrivare il più in alto possibile in Champions. Sperando in una semifinale o addirittura una finale.”

Mister, ci siamo sentiti nei giorni scorsi. Possiamo ormai dirlo: ieri è ufficialmente iniziata la sua nuova avventura.

“Sì, sono molto contento. La Pistoiese è una squadra che mi ha lanciato, e sono davvero felice. Mi hanno affidato la responsabilità della gestione di tutti i portieri del settore giovanile e della scuola calcio. Ho la possibilità di aiutare e far crescere più ragazzi possibile. Portare avanti questa squadra è un lavoro che mi stimola molto. In questi anni ho capito che, se hai una società seria alle spalle, nel settore giovanile puoi programmare: puoi avere due o tre anni di lavoro e far crescere i ragazzi per portarli poi in prima squadra. Tutto questo, purtroppo, nelle prime squadre non c’è: lì si rischia di venire esonerati dopo due mesi e di non riuscire a portare a termine il proprio lavoro.”

Chissà che a Pistoia, grazie alla vostra programmazione, non nascano i nuovi Meret, Donnarumma o Vicario…

“Ci conto anch’io, veramente. Anche perché, se si vuole puntare su portieri o calciatori da portare nelle prime squadre, bisogna investire sul settore giovanile. Per me è importante che ci siano persone competenti, che sappiano stimolare e far crescere questi ragazzi.”

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L'EX - Pagotto: "Meret e Milinkovic-Savic due veri portieri, troveranno spazio entrambi"

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23/07/2025 - 12:19

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Angelo Pagotto, allenatore della Pistoiese ed ex portiere di Napoli e Milan. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Mister, la convincerebbe Milinkovic-Savic come vice Meret?

“Sì, molto. Ha grande carisma, un fisico importante. Secondo me può fare molto bene a Napoli perché ha temperamento, ha le spalle larghe: è un vero portiere. Così come lo è anche Alex Meret.”

Secondo lei, Meret continuerebbe a partire con i gradi da titolare?

“Sì, secondo me troveranno spazio entrambi per dimostrare le loro qualità. Le competizioni saranno tante e ci sarà modo di alternarsi, ma Meret sarà il titolare. La bravura di Conte dovrà stare anche in questo: non deve far sentire la competizione a Meret, come accaduto con Ospina. E io penso che Conte sia un tecnico capace di gestire molto bene queste situazioni. Meret ha una grande stima da parte di Conte. Poi, in quegli anni lì, lui ebbe anche qualche infortunio, e sai com’è: quando rientri e l’altro sta facendo bene, diventa complicato riprendersi il posto. Ma penso che quest’anno non dovrebbe succedere.”

Mi sposto ora sulla questione dell’esterno d’attacco del Napoli. Il club sembra voler puntare tutto su Ndoye del Bologna, ma i 40 milioni richiesti sono considerati proibitivi. Lei li spenderebbe?

“No, ormai il mercato è cambiato. Ci sono pochi soldi e si guarda molto ai bilanci. Quelle sono cifre da top player, da grande squadra. Secondo me, Ndoye vale la metà, non più di venti milioni.” In alternativa, preferirebbe un profilo come Jack Grealish del Manchester City, oppure Federico Chiesa – ex Juventus, attualmente al Liverpool? “A me piacerebbe più Grealish, sicuramente. Ha già dimostrato di poter fare grandi campionati e di sapersi esprimere su palcoscenici importanti. Per quanto riguarda Chiesa, l’idea mi alletta, ma purtroppo il ragazzo non trova un equilibrio psicofisico. Non vorrei facesse un altro anno sottotono. Ha vissuto una stagione molto complicata e credo che avrebbe bisogno di tornare in Italia, magari in un ambiente con meno pressioni, per ritrovare sé stesso, un ambiente tranquillo, dove possa fare minutaggio e recuperare soprattutto la parte fisica, che gli manca ormai da un po’.”

Conte ha costruito una rosa che, quasi per intero, ha due calciatori per ogni ruolo. Se dovesse intervenire ancora sul mercato, quale reparto andrebbe a rinforzare?

“Secondo me Conte sta costruendo davvero una bella squadra. Sa bene che, con tutte le partite che ci saranno, servono due giocatori per ogni ruolo. Se proprio dovessi intervenire, forse qualcosa in più a centrocampo, allungherei un po’ la rosa dei centrocampisti con una mezzala.”

Mi sposto ora sull’Inter, che è fortemente interessata ad Ademola Lookman dell’Atalanta, su cui sembrerebbe esserci anche il Napoli. Lookman ha una valutazione tra i 40 e i 50 milioni: li vale?

“Siamo sempre lì, come per il discorso su Ndoye. Secondo me, in questo momento, nel campionato italiano queste cifre non sono più sostenibili. Se lo fossero, lo avrebbe già preso Gasperini alla Roma o qualcun altro. Sono valutazioni che possono andare bene in Spagna, in Francia o in Inghilterra. Ma per l’Italia, sono troppo elevate. Anche se il ragazzo è forte, 50 milioni sono tanti.”

Sembra che il Milan voglia acquistare una prima punta. Secondo lei è una bocciatura per Gimenez, arrivato solo a gennaio?

“Sì, potrebbe essere. Se vai a cercare un altro centravanti a così poca distanza, significa che forse non sei convinto del profilo che hai preso. Quindi sì, lo leggerei come un segnale di sfiducia, ma anche di serenità per Gimenez: deve crescere ed il club rossonero vuole affiancargli un altro attaccante che gli consenta di avere tempo a disposizione per completare il proprio percorso.”

Il fatto che il Napoli sia una delle poche squadre di testa ad aver mantenuto lo stesso allenatore della passata stagione, può essere un vantaggio?

“Sì, ovviamente. La continuità è alla base di un progetto vincente, ed il Napoli ha un progetto molto chiaro. Secondo me punterà molto sulla Champions League. E anche Conte ha questo obiettivo.”

Quale deve essere, secondo lei, l’obiettivo minimo stagionale del Napoli?

“Giocarsi sempre l’accesso tra le prime quattro in campionato e provare ad arrivare il più in alto possibile in Champions. Sperando in una semifinale o addirittura una finale.”

Mister, ci siamo sentiti nei giorni scorsi. Possiamo ormai dirlo: ieri è ufficialmente iniziata la sua nuova avventura.

“Sì, sono molto contento. La Pistoiese è una squadra che mi ha lanciato, e sono davvero felice. Mi hanno affidato la responsabilità della gestione di tutti i portieri del settore giovanile e della scuola calcio. Ho la possibilità di aiutare e far crescere più ragazzi possibile. Portare avanti questa squadra è un lavoro che mi stimola molto. In questi anni ho capito che, se hai una società seria alle spalle, nel settore giovanile puoi programmare: puoi avere due o tre anni di lavoro e far crescere i ragazzi per portarli poi in prima squadra. Tutto questo, purtroppo, nelle prime squadre non c’è: lì si rischia di venire esonerati dopo due mesi e di non riuscire a portare a termine il proprio lavoro.”

Chissà che a Pistoia, grazie alla vostra programmazione, non nascano i nuovi Meret, Donnarumma o Vicario…

“Ci conto anch’io, veramente. Anche perché, se si vuole puntare su portieri o calciatori da portare nelle prime squadre, bisogna investire sul settore giovanile. Per me è importante che ci siano persone competenti, che sappiano stimolare e far crescere questi ragazzi.”