A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Mattia Graffiedi, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Milan.
Come valuta la stagione del Milan? È fallimentare, insufficiente o sufficiente?
“La vedo piuttosto negativa. Questa finale di Coppa Italia poteva dare un senso alla stagione, portare un sorriso, invece è finita male. La partita non è stata bella. Il Milan era anche partito bene, sembrava più brillante del Bologna, più sciolto, ma alla lunga il Bologna si è dimostrato molto più squadra. Quindi, possiamo dire che la vittoria del Bologna di Vincenzo Italiano sia stata meritata".
Da dove deve ripartire il Milan nella prossima stagione?
“Servono idee chiare per tutti e poi, sicuramente, una piccola rivoluzione, che secondo me partirà dalla panchina e coinvolgerà tanti giocatori, perché è andata veramente male. Bisogna fare chiarezza anche a livello dirigenziale, anche se non so se ci saranno cambi, ma qualche punto fermo serve. È da lì che il Milan deve ripartire, perché troppe indecisioni si riflettono su tutta la squadra, sull’allenatore e sullo staff".
Lei è stato acquistato dal Milan a soli 18 anni: oggi sembra più difficile per un giovane emergere. Secondo lei, ai suoi tempi c’era più attenzione verso i talenti?
“Sono stato uno dei fortunati. A 18 anni mi sono guadagnato una grande piazza come Milano, ai tempi di Berlusconi. Sicuramente c’era più qualità negli osservatori, ma anche più ragazzi bravi. Il livello del calcio italiano, purtroppo, è calato tanto. Oggi si guarda molto di più al fisico che alla qualità. E questa è un po’ la direzione che ha preso il calcio.".
La stagione che sta per concludersi è stata piena di situazioni impreviste, soprattutto in Serie A: dalla rimonta della Roma alla cavalcata dell’Inter, fino al Napoli vicino allo scudetto. Secondo lei, qual è la vera sorpresa dell’anno?
“Per me è la Roma. Per come era partita, nessuno avrebbe immaginato una risalita del genere. In questo periodo Ranieri ha fatto qualcosa di straordinario. Si gioca ancora un posto in Champions, e qualche mese fa la situazione era peggiore di quella del Milan. Mi è piaciuta anche la Fiorentina, ma ha avuto troppi alti e bassi, specie nel finale di stagione. Palladino è alla prima stagione in una grande squadra, merita tempo per dimostrare tutto il suo valore".
Dopo il pareggio col Genoa, quale squadra vede favorita tra Inter e Napoli?
“Sicuramente il pareggio del Napoli col Genoa è stato inaspettato. Sembrava tutto in discesa, visto il vantaggio di tre punti sull’Inter e la semifinale di Champions all’orizzonte. Ma quel pareggio ha riaperto tutto. L’Inter è una grandissima squadra, ha ritrovato fiducia e adesso ha tutti gli strumenti per fare bottino pieno. Sta al Napoli: non può più sbagliare. L’Inter è lì, pronta ad approfittarne perché sono certo che non sbaglierà nessuna delle ultime due".
Il futuro resta dunque nelle mani del Napoli, che però dovrà vincerle entrambe. Quali insidie nasconde, secondo lei, la trasferta di Parma?
“Il Napoli sa che non può più sbagliare, e questo mette tensione. Parma è un campo difficile, non puoi permetterti di concedere nulla. Vogliono chiudere bene salvandosi, c’è l’obbligo di vincere, e questo può creare pressione. Sarà una partita molto delicata".
A questo punto, torna utile il concetto tanto caro ad Antonio Conte: testa, cuore e gambe.
“Assolutamente sì. A questo punto della stagione, le gambe le hai, non puoi né migliorarle né peggiorarle. Conta la testa, conta il cuore. Il Napoli ha tutte le qualità per vincere lo scudetto e, secondo me, lo meriterebbe per quanto ha fatto. Ma tutto è ancora aperto. Conte ha dato tantissimo, ma alla fine sono i giocatori che scendono in campo. L’allenatore può fare qualche cambio, leggere la partita, ma chi decide sono loro. Il Napoli ha giocatori di qualità, e ora devono dimostrarlo. Hanno tutto per farcela, ma devono stare attenti perché l’Inter è lì".
La stagione di Lukaku è sufficiente, considerando anche l’ingaggio più alto nella rosa del Napoli?
“Aspetto queste ultime partite per dirlo. Se con i suoi gol farà vincere lo scudetto al Napoli, allora sì, potremo parlare di stagione positiva. Ma finora è stata fatta di alti e bassi. Non è stato il Lukaku che conosciamo. Il fisico, la forza che lo caratterizzano, non si sono sempre visti. Forse anche il gioco della squadra lo ha penalizzato un po’. Però ha dimostrato di essere uomo squadra. Su questo non si discute. Mi aspetto ancora dei gol pesantissimi da lui. Se non trascinerà il Napoli nelle prossime due, la sua stagione sarà positiva, sì, ma non da grandissimo livello. È stato importante per il gruppo, ha carisma, ma in certe partite è mancato. E da uno come lui, mi aspetto di più".
di Napoli Magazine
15/05/2025 - 11:10
A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Mattia Graffiedi, allenatore ed ex calciatore di Napoli e Milan.
Come valuta la stagione del Milan? È fallimentare, insufficiente o sufficiente?
“La vedo piuttosto negativa. Questa finale di Coppa Italia poteva dare un senso alla stagione, portare un sorriso, invece è finita male. La partita non è stata bella. Il Milan era anche partito bene, sembrava più brillante del Bologna, più sciolto, ma alla lunga il Bologna si è dimostrato molto più squadra. Quindi, possiamo dire che la vittoria del Bologna di Vincenzo Italiano sia stata meritata".
Da dove deve ripartire il Milan nella prossima stagione?
“Servono idee chiare per tutti e poi, sicuramente, una piccola rivoluzione, che secondo me partirà dalla panchina e coinvolgerà tanti giocatori, perché è andata veramente male. Bisogna fare chiarezza anche a livello dirigenziale, anche se non so se ci saranno cambi, ma qualche punto fermo serve. È da lì che il Milan deve ripartire, perché troppe indecisioni si riflettono su tutta la squadra, sull’allenatore e sullo staff".
Lei è stato acquistato dal Milan a soli 18 anni: oggi sembra più difficile per un giovane emergere. Secondo lei, ai suoi tempi c’era più attenzione verso i talenti?
“Sono stato uno dei fortunati. A 18 anni mi sono guadagnato una grande piazza come Milano, ai tempi di Berlusconi. Sicuramente c’era più qualità negli osservatori, ma anche più ragazzi bravi. Il livello del calcio italiano, purtroppo, è calato tanto. Oggi si guarda molto di più al fisico che alla qualità. E questa è un po’ la direzione che ha preso il calcio.".
La stagione che sta per concludersi è stata piena di situazioni impreviste, soprattutto in Serie A: dalla rimonta della Roma alla cavalcata dell’Inter, fino al Napoli vicino allo scudetto. Secondo lei, qual è la vera sorpresa dell’anno?
“Per me è la Roma. Per come era partita, nessuno avrebbe immaginato una risalita del genere. In questo periodo Ranieri ha fatto qualcosa di straordinario. Si gioca ancora un posto in Champions, e qualche mese fa la situazione era peggiore di quella del Milan. Mi è piaciuta anche la Fiorentina, ma ha avuto troppi alti e bassi, specie nel finale di stagione. Palladino è alla prima stagione in una grande squadra, merita tempo per dimostrare tutto il suo valore".
Dopo il pareggio col Genoa, quale squadra vede favorita tra Inter e Napoli?
“Sicuramente il pareggio del Napoli col Genoa è stato inaspettato. Sembrava tutto in discesa, visto il vantaggio di tre punti sull’Inter e la semifinale di Champions all’orizzonte. Ma quel pareggio ha riaperto tutto. L’Inter è una grandissima squadra, ha ritrovato fiducia e adesso ha tutti gli strumenti per fare bottino pieno. Sta al Napoli: non può più sbagliare. L’Inter è lì, pronta ad approfittarne perché sono certo che non sbaglierà nessuna delle ultime due".
Il futuro resta dunque nelle mani del Napoli, che però dovrà vincerle entrambe. Quali insidie nasconde, secondo lei, la trasferta di Parma?
“Il Napoli sa che non può più sbagliare, e questo mette tensione. Parma è un campo difficile, non puoi permetterti di concedere nulla. Vogliono chiudere bene salvandosi, c’è l’obbligo di vincere, e questo può creare pressione. Sarà una partita molto delicata".
A questo punto, torna utile il concetto tanto caro ad Antonio Conte: testa, cuore e gambe.
“Assolutamente sì. A questo punto della stagione, le gambe le hai, non puoi né migliorarle né peggiorarle. Conta la testa, conta il cuore. Il Napoli ha tutte le qualità per vincere lo scudetto e, secondo me, lo meriterebbe per quanto ha fatto. Ma tutto è ancora aperto. Conte ha dato tantissimo, ma alla fine sono i giocatori che scendono in campo. L’allenatore può fare qualche cambio, leggere la partita, ma chi decide sono loro. Il Napoli ha giocatori di qualità, e ora devono dimostrarlo. Hanno tutto per farcela, ma devono stare attenti perché l’Inter è lì".
La stagione di Lukaku è sufficiente, considerando anche l’ingaggio più alto nella rosa del Napoli?
“Aspetto queste ultime partite per dirlo. Se con i suoi gol farà vincere lo scudetto al Napoli, allora sì, potremo parlare di stagione positiva. Ma finora è stata fatta di alti e bassi. Non è stato il Lukaku che conosciamo. Il fisico, la forza che lo caratterizzano, non si sono sempre visti. Forse anche il gioco della squadra lo ha penalizzato un po’. Però ha dimostrato di essere uomo squadra. Su questo non si discute. Mi aspetto ancora dei gol pesantissimi da lui. Se non trascinerà il Napoli nelle prossime due, la sua stagione sarà positiva, sì, ma non da grandissimo livello. È stato importante per il gruppo, ha carisma, ma in certe partite è mancato. E da uno come lui, mi aspetto di più".