Una carezza al pallone e tutte le difficoltà svaniscono. Osserva la palla entrare in buca d'angolo, con un effetto particolare, e quasi ce la spinge con la forza della mente. Perché è di psicologia che si parla: scacciare i cattivi pensieri e tornare a guardare al futuro con il massimo ottimismo. Amin Younes non aveva mai segnato con la maglia del Napoli addosso. E non vedeva un suo tiro entrare in rete addirittura dal 14 ottobre 2017: Ajax-Sparta Rotterdam, un anno e cinque mesi fa. Di lì a poco sarebbe cominciato il calvario. Infortuni, polemiche, mesi fuori rosa, altri sul lettino del fisioterapista. Il cambio di maglia, il cambio di decisione, lo switch di vita, l'ambientamento difficoltoso. Tutto scomparso con quel pallone che supera Musso, alla sesta presenza da partenopeo e al primo tiro stagionale. Incredibile. Infatti lui esplode, il San Paolo urla il suo nome. Mertens lo prende in giro, sa quanto ha sofferto. E il sorriso di Amin è di una espressività unica: è il suo volto che racconta tutta questa storia.
FINALMENTE. Finalmente Younes, ma finalmente riecco anche il Dries Mertens bomber e tanto altro. Amico di Younes, come dicevamo, prima di tutto il resto: "Ha avuto molto infortuni, è tornato ed è un ragazzo molto bravo, lo merita". Gioisce con lui. Poi gioisce per sé. L'attaccante belga non aveva sempre sfigurato nelle ultime prestazioni, ma faceva fatica a trovare la via del gol. Nel 2019 il digiuno si stava facendo sentire, più nell'ambiente che nel giocatore stesso probabilmente. "Segnare fa bene, ma l'importante è aver raccolto i tre punti. Sono arrivati ad 11 assist quest'anno e mi fa molto piacere, al pari del gol che comunque mi fa piacere, anche perché mancava da un po' di tempo e la gente parlava". Ecco, la risposta la dà lui: il suo apporto non è mai mancato, è sempre entrato nelle principali azioni del Napoli. Giocatore chiave, chiamato adesso agli straordinari (dopo la sosta) a causa dell'assenza di Insigne. Così il leader diventa lui e così parla nel post-partita: "Abbiamo subito due gol stupidi e non si può. Prendiamo tre punti molto importanti dopo un pareggio in cui meritavamo di più. Non so a cosa sono dovuti i cali di tensione, sono anche gli avversari che giocano bene, ma può essere anche un po' di stanchezza perché giochiamo tante partite".
ASIA ED EUROPA. La geografia del pallone è cambiata, ma quella della carriera di Mertens ha una certezza e tante supposizioni. L'Inghilterra, e più precisamente Londra, per il quarto di finale d'Europa League contro l'Arsenal in primis: "Abbiamo preso una delle squadre più forti, abbiamo già giocato queste partite, prendiamo l'esperienza che abbiamo raccolto. Penso che abbiamo il 50% di superare il turno". E poi quell'ipotesi Cina che lo tira in ballo ad ogni sessione di mercato da un annetto ormai: "Non lo so, ho ancora un anno di contratto, poi vediamo. Qui sto bene, non voglio andare via. Con i calciatori che abbiamo possiamo fare bene e dare il massimo in Europa". Ecco, ora il focus è sull'Europa League. Il futuro attenderà.
di Napoli Magazine
18/03/2019 - 11:03
Una carezza al pallone e tutte le difficoltà svaniscono. Osserva la palla entrare in buca d'angolo, con un effetto particolare, e quasi ce la spinge con la forza della mente. Perché è di psicologia che si parla: scacciare i cattivi pensieri e tornare a guardare al futuro con il massimo ottimismo. Amin Younes non aveva mai segnato con la maglia del Napoli addosso. E non vedeva un suo tiro entrare in rete addirittura dal 14 ottobre 2017: Ajax-Sparta Rotterdam, un anno e cinque mesi fa. Di lì a poco sarebbe cominciato il calvario. Infortuni, polemiche, mesi fuori rosa, altri sul lettino del fisioterapista. Il cambio di maglia, il cambio di decisione, lo switch di vita, l'ambientamento difficoltoso. Tutto scomparso con quel pallone che supera Musso, alla sesta presenza da partenopeo e al primo tiro stagionale. Incredibile. Infatti lui esplode, il San Paolo urla il suo nome. Mertens lo prende in giro, sa quanto ha sofferto. E il sorriso di Amin è di una espressività unica: è il suo volto che racconta tutta questa storia.
FINALMENTE. Finalmente Younes, ma finalmente riecco anche il Dries Mertens bomber e tanto altro. Amico di Younes, come dicevamo, prima di tutto il resto: "Ha avuto molto infortuni, è tornato ed è un ragazzo molto bravo, lo merita". Gioisce con lui. Poi gioisce per sé. L'attaccante belga non aveva sempre sfigurato nelle ultime prestazioni, ma faceva fatica a trovare la via del gol. Nel 2019 il digiuno si stava facendo sentire, più nell'ambiente che nel giocatore stesso probabilmente. "Segnare fa bene, ma l'importante è aver raccolto i tre punti. Sono arrivati ad 11 assist quest'anno e mi fa molto piacere, al pari del gol che comunque mi fa piacere, anche perché mancava da un po' di tempo e la gente parlava". Ecco, la risposta la dà lui: il suo apporto non è mai mancato, è sempre entrato nelle principali azioni del Napoli. Giocatore chiave, chiamato adesso agli straordinari (dopo la sosta) a causa dell'assenza di Insigne. Così il leader diventa lui e così parla nel post-partita: "Abbiamo subito due gol stupidi e non si può. Prendiamo tre punti molto importanti dopo un pareggio in cui meritavamo di più. Non so a cosa sono dovuti i cali di tensione, sono anche gli avversari che giocano bene, ma può essere anche un po' di stanchezza perché giochiamo tante partite".
ASIA ED EUROPA. La geografia del pallone è cambiata, ma quella della carriera di Mertens ha una certezza e tante supposizioni. L'Inghilterra, e più precisamente Londra, per il quarto di finale d'Europa League contro l'Arsenal in primis: "Abbiamo preso una delle squadre più forti, abbiamo già giocato queste partite, prendiamo l'esperienza che abbiamo raccolto. Penso che abbiamo il 50% di superare il turno". E poi quell'ipotesi Cina che lo tira in ballo ad ogni sessione di mercato da un annetto ormai: "Non lo so, ho ancora un anno di contratto, poi vediamo. Qui sto bene, non voglio andare via. Con i calciatori che abbiamo possiamo fare bene e dare il massimo in Europa". Ecco, ora il focus è sull'Europa League. Il futuro attenderà.