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LA STORIA - La moglie di Giuliani: "Mio marito morto di Aids e dimenticato da tutti"
17.09.2018 18:40 di Napoli Magazine Fonte: La Gazzetta dello Sport

Raffaella De Rosario, ex moglie del compianto portiere azzurro Giuliano Giuliani, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport:

 

"Vuole sapere di Giuliano?", esordisce subito anticipando le nostre domande. "Un taciturno, riservato, non dava certo l’idea del farfallone. Eppure solo dopo tre anni di matrimonio mi comunicò che aveva l’Aids. In quel momento mi sono sentita morire. Avevo già una bambina e non riuscivo a capacitarmi di come fosse potuto accadere. Per lui la vita è terminata presto, ma altrettanto presto è stata dimenticata e questo non mi è sembrato giusto. Come se non fosse mai esistito". Nato a Roma, ma cresciuto ad Arezzo, Giuliani, classe 1958, smette di giocare nel 1993 dopo aver festeggiato la salvezza in Serie A dell’Udinese nello spareggio di Bologna contro il Brescia. Bologna, la stessa città dove il portiere si ritira con la famiglia negli ultimi tre anni della sua sfortunata esistenza, costellata anche da episodi che col calcio c’entrano poco. Già nel 1992 un giornale esce con l’agghiacciante titolo: "Giuliani ha l’Aids". Il mondo del calcio si terrorizza, anche perché il giocatore è ancora in attività: lui non conferma e non smentisce. Ma fa perdere le proprie tracce fino al 14 novembre 1996 quando le agenzie di stampa battono la notizia della sua morte all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, nel reparto di malattie infettive. "Giuliano è morto a soli 38 anni – ricorda Raffaella – lasciando una bambina, Gessica, che adesso ha 28 anni. C’eravamo conosciuti a una festa nel 1987 e fu subito amore. Il calciatore e la presentatrice tv. Poi il matrimonio che durò dall’88 al ‘91. Fino a quando mi confidò della malattia". Raffaella fa una pausa. Fissa per un attimo il bicchiere che è sul tavolo. Prende fiato e va con la mente a quel terribile giorno. "Era più triste del solito. Mi guardava, ma non parlava. Poi, di botto, senza mai fermarsi mi disse che aveva fatto delle analisi e che il responso era che aveva contratto il virus dell’Hiv e non aveva scampo. Fu una coltellata nel petto. Non riuscivo neppure a parlare. Ma dentro mi chiedevo: perché proprio a me? Ma come è potuto accadere, lui che non si era mai drogato, che era un atleta, che non amava la vita notturna? A voce bassa mi confidò che mi aveva tradita una volta. Una sola volta. Una scappatella, il 7 novembre 1989, al matrimonio di Maradona a Buenos Aires. Io non andai perché avevo appena partorito".

 

IL MATRIMONIO DI DIEGO E SEI MESI DI INFERNO — Un matrimonio chiacchieratissimo – riportarono le cronache di allora – così come chiacchieratissimo era quel Napoli fuori dal campo: cocaina, festini, orge, squillo di lusso, persino ventilati coinvolgimenti con la camorra. "Per me furono sei mesi di inferno, perché dovetti sottopormi a dei test. C’era da impazzire. Fortunatamente non ero stata contagiata, ma non potevo più stare con un uomo che mi aveva tradita. Così lo lasciai. Ma sono rimasta come unico sostegno di una vita che stava terminando. Anche quando seppi che stava molto male, in ospedale, andai di corsa da lui. Purtroppo non ebbi nemmeno il tempo di capire, di parlare coi medici: quella stessa sera Giuliano morì per una crisi polmonare, dovuta allo stato avanzato della malattia. E nessuno dei vecchi compagni di pallone si fece vivo, anche negli anni che seguirono. Nessuno ha avuto un pensiero per lui. Chiesi a Maradona e al presidente Ferlaino di organizzare una partita per ricordarlo, non risposero neppure. Come se Giuliano non ci fosse mai stato. Questa è la verità e la mia delusione nei confronti del mondo calcio. A volte mi sembra di vivere in un film di fantascienza". Ma adesso? "Sono single con tre figli, due dei quali vivono con me in una casa in affitto a Bologna. Dopo Gessica ho avuto Andrea da una relazione con un compagno e poi da un secondo marito ho avuto Maria Vittoria, di 18 anni. Sono anche nonna di un nipotina, Alessia, di 8 anni. Vuole anche sapere come me la passo? Non certo bene. Mi basterebbe però ritrovare un lavoro, come ai vecchi tempi. In fondo credo di essere ancora una donna piacente con tanta voglia di fare".

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LA STORIA - La moglie di Giuliani: "Mio marito morto di Aids e dimenticato da tutti"

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17/09/2018 - 18:40

Raffaella De Rosario, ex moglie del compianto portiere azzurro Giuliano Giuliani, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport:

 

"Vuole sapere di Giuliano?", esordisce subito anticipando le nostre domande. "Un taciturno, riservato, non dava certo l’idea del farfallone. Eppure solo dopo tre anni di matrimonio mi comunicò che aveva l’Aids. In quel momento mi sono sentita morire. Avevo già una bambina e non riuscivo a capacitarmi di come fosse potuto accadere. Per lui la vita è terminata presto, ma altrettanto presto è stata dimenticata e questo non mi è sembrato giusto. Come se non fosse mai esistito". Nato a Roma, ma cresciuto ad Arezzo, Giuliani, classe 1958, smette di giocare nel 1993 dopo aver festeggiato la salvezza in Serie A dell’Udinese nello spareggio di Bologna contro il Brescia. Bologna, la stessa città dove il portiere si ritira con la famiglia negli ultimi tre anni della sua sfortunata esistenza, costellata anche da episodi che col calcio c’entrano poco. Già nel 1992 un giornale esce con l’agghiacciante titolo: "Giuliani ha l’Aids". Il mondo del calcio si terrorizza, anche perché il giocatore è ancora in attività: lui non conferma e non smentisce. Ma fa perdere le proprie tracce fino al 14 novembre 1996 quando le agenzie di stampa battono la notizia della sua morte all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, nel reparto di malattie infettive. "Giuliano è morto a soli 38 anni – ricorda Raffaella – lasciando una bambina, Gessica, che adesso ha 28 anni. C’eravamo conosciuti a una festa nel 1987 e fu subito amore. Il calciatore e la presentatrice tv. Poi il matrimonio che durò dall’88 al ‘91. Fino a quando mi confidò della malattia". Raffaella fa una pausa. Fissa per un attimo il bicchiere che è sul tavolo. Prende fiato e va con la mente a quel terribile giorno. "Era più triste del solito. Mi guardava, ma non parlava. Poi, di botto, senza mai fermarsi mi disse che aveva fatto delle analisi e che il responso era che aveva contratto il virus dell’Hiv e non aveva scampo. Fu una coltellata nel petto. Non riuscivo neppure a parlare. Ma dentro mi chiedevo: perché proprio a me? Ma come è potuto accadere, lui che non si era mai drogato, che era un atleta, che non amava la vita notturna? A voce bassa mi confidò che mi aveva tradita una volta. Una sola volta. Una scappatella, il 7 novembre 1989, al matrimonio di Maradona a Buenos Aires. Io non andai perché avevo appena partorito".

 

IL MATRIMONIO DI DIEGO E SEI MESI DI INFERNO — Un matrimonio chiacchieratissimo – riportarono le cronache di allora – così come chiacchieratissimo era quel Napoli fuori dal campo: cocaina, festini, orge, squillo di lusso, persino ventilati coinvolgimenti con la camorra. "Per me furono sei mesi di inferno, perché dovetti sottopormi a dei test. C’era da impazzire. Fortunatamente non ero stata contagiata, ma non potevo più stare con un uomo che mi aveva tradita. Così lo lasciai. Ma sono rimasta come unico sostegno di una vita che stava terminando. Anche quando seppi che stava molto male, in ospedale, andai di corsa da lui. Purtroppo non ebbi nemmeno il tempo di capire, di parlare coi medici: quella stessa sera Giuliano morì per una crisi polmonare, dovuta allo stato avanzato della malattia. E nessuno dei vecchi compagni di pallone si fece vivo, anche negli anni che seguirono. Nessuno ha avuto un pensiero per lui. Chiesi a Maradona e al presidente Ferlaino di organizzare una partita per ricordarlo, non risposero neppure. Come se Giuliano non ci fosse mai stato. Questa è la verità e la mia delusione nei confronti del mondo calcio. A volte mi sembra di vivere in un film di fantascienza". Ma adesso? "Sono single con tre figli, due dei quali vivono con me in una casa in affitto a Bologna. Dopo Gessica ho avuto Andrea da una relazione con un compagno e poi da un secondo marito ho avuto Maria Vittoria, di 18 anni. Sono anche nonna di un nipotina, Alessia, di 8 anni. Vuole anche sapere come me la passo? Non certo bene. Mi basterebbe però ritrovare un lavoro, come ai vecchi tempi. In fondo credo di essere ancora una donna piacente con tanta voglia di fare".

Fonte: La Gazzetta dello Sport