A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Enzo Bucchioni, giornalista e scrittore.
Se il Napoli dovesse superare l’ostacolo Lecce, la strada verso lo Scudetto sarebbe realmente in discesa?
“Ma io un po’ di discesa la vedo già, ti dico sinceramente, per tutte le cose che ci siamo detti nell’ultimo mese: il calendario, la sensazione che l’Inter stia pagando un po’ di fatica. Giocare su tre fronti era forse un’utopia, con una squadra anziana e un po’ piena di acciacchi, che ha in testa – per quello che si sta vedendo – soprattutto la Champions League. Certo, ogni gara è uno scoglio, anche quella di stasera lo è. Non posso dirti che con quattro partite il Napoli abbia già fatto 12 punti e lo scudetto sia in tasca, però una bella fetta sì. Il Napoli ha un vantaggio enorme, al di là dei tre punti sull’Inter, perché è padrone del proprio destino. Questa è la cosa straordinaria. Devi pensare alle prossime quattro partite come a quattro finali. Le finali sono imprevedibili, da affrontare al massimo della concentrazione, perché l’avversario può andare oltre il proprio valore tecnico. Ecco perché dico che stasera è la partita più complicata.”
Per quanto riguarda invece la Champions League: abbiamo visto una grandissima Inter in trasferta a Barcellona. È tra coloro che credono che l’aver sprecato l’occasione di vincere peserà al ritorno? Oppure le ottime sensazioni viste in Catalogna si confermeranno anche a Milano?
“Giocare a San Siro, in un ambiente straordinariamente caldo, qualcosa in più te lo dà. Però, con una squadra come il Barcellona, le partite sono molto simili, perché non cambiano modo di giocare, non si lasciano influenzare. Secondo me qualcosa è stato sprecato: c’è stata un po’ di disattenzione in fase difensiva. Yamal ha fatto il fenomeno, ma Dimarco, per esempio, è mancato nei raddoppi, e la diagonale sul gol non è stata fatta bene. All’interno di una partita straordinaria, c’è stata comunque una grande prestazione dell’Inter: ha avuto occasioni e le ha sfruttate. Ora bisogna ripetere la stessa gara a San Siro. Loro attaccheranno con maggiore determinazione ed i nerazzurri dovranno colpire nei loro punti deboli. Il Barcellona gioca un calcio spettacolare, ma la fase difensiva la trascurano. Le marcature preventive non esistono: attaccano a testa bassa e basta. E lì l’Inter dovrà incidere. Da quando è stato delineato il tabellone, per me la partita più complicata per l’Inter era quella con il Bayern. Lì c’era più differenza tra le due fasi: offensiva e difensiva. Qui siamo sul 51 a 49 e, secondo me, il piccolo vantaggio è dalla parte dell’Inter.”
Se l’Inter dovesse chiudere la stagione senza vincere nessun titolo, sarebbe un fallimento?
“Per chi vuole sempre vincere sarà sempre un fallimento. Ma se analizzi sportivamente la stagione, non è così. Quando fai un bilancio di dieci mesi di lavoro, e guardi cosa ha fatto l’Inter negli ultimi 4-5 anni, da Conte in poi, vedi che le basi sono state gettate. Conte ha vinto lo scudetto, poi Inzaghi ha lavorato sopra questa squadra e l’ha fatta crescere. Ora sei in semifinale di Champions e secondo in campionato. Sportivamente, per me non è un fallimento. Poi è chiaro: da tifoso un po’ di delusione ce l’ho. Però guarda alla crescita di giocatori come Asllani, o a veterani di 36 anni come Acerbi che stanno facendo miracoli per essere ancora competitivi. Questa è una squadra un po’ stanca, è vero, ma è stata competitiva e ha dato il massimo.
Chi vuole solo vincere penserà che sia un fallimento. Io dico che l’importante è sapere di aver dato tutto. E un tifoso dell’Inter, equilibrato, dovrebbe essere comunque soddisfatto, anche se si dovesse chiudere la stagione senza un titolo.”
di Napoli Magazine
03/05/2025 - 13:09
A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Enzo Bucchioni, giornalista e scrittore.
Se il Napoli dovesse superare l’ostacolo Lecce, la strada verso lo Scudetto sarebbe realmente in discesa?
“Ma io un po’ di discesa la vedo già, ti dico sinceramente, per tutte le cose che ci siamo detti nell’ultimo mese: il calendario, la sensazione che l’Inter stia pagando un po’ di fatica. Giocare su tre fronti era forse un’utopia, con una squadra anziana e un po’ piena di acciacchi, che ha in testa – per quello che si sta vedendo – soprattutto la Champions League. Certo, ogni gara è uno scoglio, anche quella di stasera lo è. Non posso dirti che con quattro partite il Napoli abbia già fatto 12 punti e lo scudetto sia in tasca, però una bella fetta sì. Il Napoli ha un vantaggio enorme, al di là dei tre punti sull’Inter, perché è padrone del proprio destino. Questa è la cosa straordinaria. Devi pensare alle prossime quattro partite come a quattro finali. Le finali sono imprevedibili, da affrontare al massimo della concentrazione, perché l’avversario può andare oltre il proprio valore tecnico. Ecco perché dico che stasera è la partita più complicata.”
Per quanto riguarda invece la Champions League: abbiamo visto una grandissima Inter in trasferta a Barcellona. È tra coloro che credono che l’aver sprecato l’occasione di vincere peserà al ritorno? Oppure le ottime sensazioni viste in Catalogna si confermeranno anche a Milano?
“Giocare a San Siro, in un ambiente straordinariamente caldo, qualcosa in più te lo dà. Però, con una squadra come il Barcellona, le partite sono molto simili, perché non cambiano modo di giocare, non si lasciano influenzare. Secondo me qualcosa è stato sprecato: c’è stata un po’ di disattenzione in fase difensiva. Yamal ha fatto il fenomeno, ma Dimarco, per esempio, è mancato nei raddoppi, e la diagonale sul gol non è stata fatta bene. All’interno di una partita straordinaria, c’è stata comunque una grande prestazione dell’Inter: ha avuto occasioni e le ha sfruttate. Ora bisogna ripetere la stessa gara a San Siro. Loro attaccheranno con maggiore determinazione ed i nerazzurri dovranno colpire nei loro punti deboli. Il Barcellona gioca un calcio spettacolare, ma la fase difensiva la trascurano. Le marcature preventive non esistono: attaccano a testa bassa e basta. E lì l’Inter dovrà incidere. Da quando è stato delineato il tabellone, per me la partita più complicata per l’Inter era quella con il Bayern. Lì c’era più differenza tra le due fasi: offensiva e difensiva. Qui siamo sul 51 a 49 e, secondo me, il piccolo vantaggio è dalla parte dell’Inter.”
Se l’Inter dovesse chiudere la stagione senza vincere nessun titolo, sarebbe un fallimento?
“Per chi vuole sempre vincere sarà sempre un fallimento. Ma se analizzi sportivamente la stagione, non è così. Quando fai un bilancio di dieci mesi di lavoro, e guardi cosa ha fatto l’Inter negli ultimi 4-5 anni, da Conte in poi, vedi che le basi sono state gettate. Conte ha vinto lo scudetto, poi Inzaghi ha lavorato sopra questa squadra e l’ha fatta crescere. Ora sei in semifinale di Champions e secondo in campionato. Sportivamente, per me non è un fallimento. Poi è chiaro: da tifoso un po’ di delusione ce l’ho. Però guarda alla crescita di giocatori come Asllani, o a veterani di 36 anni come Acerbi che stanno facendo miracoli per essere ancora competitivi. Questa è una squadra un po’ stanca, è vero, ma è stata competitiva e ha dato il massimo.
Chi vuole solo vincere penserà che sia un fallimento. Io dico che l’importante è sapere di aver dato tutto. E un tifoso dell’Inter, equilibrato, dovrebbe essere comunque soddisfatto, anche se si dovesse chiudere la stagione senza un titolo.”