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MONZA - Berlusconi: "Mi commuovo pensando all'applauso del San Paolo nel 1988, volevo portare Maradona al Milan, ma lui era una bandiera e non volle spostarsi, vi spiego"
02.04.2023 07:53 di Napoli Magazine

Silvio Berlusconi, ex presidente del Milan, attuale numero uno del Monza, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in vista dello scontro tra il Napoli e i rossoneri:

 

Che cosa le viene in mente, ripensando a quella partita, lo scontro diretto simbolo del suo primo scudetto?

 

"Tanti ricordi, tante emozioni. Su tutte, mi commuovo ancora a pensare all’applauso che il meraviglioso pubblico di Napoli ci tributò a fine partita. Una prova di stile e di sportività straordinaria, una delle ragioni per le quali Napoli è e sarà sempre nel mio cuore. Di quella partita non posso dimenticare uno strepitoso, inarrivabile Gullit, due realizzatori straordinari come Virdis e Van Basten, ma anche un meraviglioso gol di Maradona su punizione. Uno di quei miracoli calcistici che solo lui sapeva fare".

 

Maradona ha raccontato di un vostro dialogo su un possibile passaggio al Milan, sfumato di comune accordo. Ci racconta come andò quella volta con Diego? Resta il rimpianto di non averlo visto in rossonero?

 

"Un rimpianto profondissimo, e non solo perché Maradona è stato il più grande giocatore della sua generazione. Era una persona fragile, forse la disciplina e l’attenzione ai singoli che c’era nel mio Milan lo avrebbero aiutato a evitare alcuni errori. Però quel giorno, parlando con lui, mi resi conto di una cosa: Maradona era Napoli, era il simbolo e la bandiera del più grande Napoli della storia, almeno fino ad oggi. Le bandiere non si comprano e non si spostano. Sarebbe stato come prendere il cuore di un’intera città e trasferirlo a Milano. Sarebbe stato ingiusto, non si poteva fare. Lo stesso Diego, che aveva una grande sensibilità, condivideva questa valutazione".

 

Leao o Kvaratskhelia?

 

"Sono due grandissimi giocatori che hanno caratteristiche diverse. Forse Kvaratskhelia è un giocatore più completo, però Leao è più “da Milan”".

 

Come giudica la stagione del Milan?

 

"Devo fare una premessa: io sono sempre un tifoso del Milan e ovviamente guardo le vicende dei rossoneri con grande partecipazione. Ma sono anche l’ex-presidente del Milan e oggi il presidente di un’altra squadra di Serie A. Non sono dunque in condizione di dare consigli di questo genere, anche per rispetto dell’attuale proprietà. Posso solo dire che ho molta stima di Pioli e che quella del Milan è davvero una stagione strana, un po’ a fasi alterne. Il Milan ha giocato delle partite bellissime ma ha avuto cedimenti inspiegabili”.

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MONZA - Berlusconi: "Mi commuovo pensando all'applauso del San Paolo nel 1988, volevo portare Maradona al Milan, ma lui era una bandiera e non volle spostarsi, vi spiego"

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02/04/2024 - 07:53

Silvio Berlusconi, ex presidente del Milan, attuale numero uno del Monza, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in vista dello scontro tra il Napoli e i rossoneri:

 

Che cosa le viene in mente, ripensando a quella partita, lo scontro diretto simbolo del suo primo scudetto?

 

"Tanti ricordi, tante emozioni. Su tutte, mi commuovo ancora a pensare all’applauso che il meraviglioso pubblico di Napoli ci tributò a fine partita. Una prova di stile e di sportività straordinaria, una delle ragioni per le quali Napoli è e sarà sempre nel mio cuore. Di quella partita non posso dimenticare uno strepitoso, inarrivabile Gullit, due realizzatori straordinari come Virdis e Van Basten, ma anche un meraviglioso gol di Maradona su punizione. Uno di quei miracoli calcistici che solo lui sapeva fare".

 

Maradona ha raccontato di un vostro dialogo su un possibile passaggio al Milan, sfumato di comune accordo. Ci racconta come andò quella volta con Diego? Resta il rimpianto di non averlo visto in rossonero?

 

"Un rimpianto profondissimo, e non solo perché Maradona è stato il più grande giocatore della sua generazione. Era una persona fragile, forse la disciplina e l’attenzione ai singoli che c’era nel mio Milan lo avrebbero aiutato a evitare alcuni errori. Però quel giorno, parlando con lui, mi resi conto di una cosa: Maradona era Napoli, era il simbolo e la bandiera del più grande Napoli della storia, almeno fino ad oggi. Le bandiere non si comprano e non si spostano. Sarebbe stato come prendere il cuore di un’intera città e trasferirlo a Milano. Sarebbe stato ingiusto, non si poteva fare. Lo stesso Diego, che aveva una grande sensibilità, condivideva questa valutazione".

 

Leao o Kvaratskhelia?

 

"Sono due grandissimi giocatori che hanno caratteristiche diverse. Forse Kvaratskhelia è un giocatore più completo, però Leao è più “da Milan”".

 

Come giudica la stagione del Milan?

 

"Devo fare una premessa: io sono sempre un tifoso del Milan e ovviamente guardo le vicende dei rossoneri con grande partecipazione. Ma sono anche l’ex-presidente del Milan e oggi il presidente di un’altra squadra di Serie A. Non sono dunque in condizione di dare consigli di questo genere, anche per rispetto dell’attuale proprietà. Posso solo dire che ho molta stima di Pioli e che quella del Milan è davvero una stagione strana, un po’ a fasi alterne. Il Milan ha giocato delle partite bellissime ma ha avuto cedimenti inspiegabili”.