A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Nicola Zanini, allenatore del Dolomiti Bellunesi ed ex calciatore, tra le tante, di Napoli e Genoa. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Capitolo Juve. Una squadra che forse soffre ancora di identità: Tudor non sembra aver trovato il vestito ideale, e i risultati sono altalenanti.
“Sì, concordo. È una squadra che ancora non è leggibile del tutto. Se guardiamo alle grandi d’Europa, come il Barcellona, il copione resta quasi sempre lo stesso: cambiano uno, due, tre interpreti, ma la base rimane. La Juve invece cambia tanto e probabilmente non ha ancora trovato la strada giusta. A tratti si vede una grande squadra, ma commette anche errori marchiani, come è successo ieri".
Sembra che Spinazzola sia diventato una chiave tattica importante, quasi un amuleto, per consentire a Conte di schierare al meglio tutti i suoi uomini. È d’accordo?
“Sono d’accordo. Spinazzola crea situazioni nuove, giocando a destra con il piede invertito: ha la possibilità di accentrarsi e dare soluzioni diverse anche dal punto di vista tattico. Il Napoli, a differenza della Juve, è una squadra più leggibile e con un’identità chiara, anche se qualcosina da sistemare c’è ancora".
Secondo molti addetti ai lavori il Napoli resta la squadra più forte. Chi può essere, a suo avviso, l’outsider nella lotta scudetto?
“In questo momento direi il Milan, che ha ritrovato entusiasmo e fiducia. È una squadra che prepara una partita a settimana, quindi con una rosa così è avvantaggiata. L’Inter invece ha trovato continuità: cambia l’allenatore, ma il modo di giocare resta sempre quello. Bisogna solo capire se gli interpreti reggeranno fisicamente, visto che è passato un anno. Resta comunque una squadra difficile da affrontare. Per il resto penso che il Napoli sia ancora un gradino sopra le altre".
Sabato ci sarà il Genoa, squadra che lei conosce bene. Dopo le fatiche di Champions, quali insidie può nascondere la formazione di Vieira per il Napoli di Conte?
“Il Genoa, al di là dell’ultima partita persa male in casa contro la Lazio, è una squadra molto organizzata, corta, dinamica. Contro il Como hanno pareggiato, ma avrebbero meritato di vincere. È un avversario complicato da affrontare, concede poco. Dopo una partita di Champions ci vuole grande attenzione, ma il Napoli ha portato a casa un successo che dà fiducia e cancella un po’ di fatica".
Se lei fosse McTominay, si sentirebbe penalizzato dalla presenza di De Bruyne?
“Sì, soprattutto perché credo che debbano ancora trovare la soluzione giusta. McTominay ha dimostrato di essere devastante: lo abbiamo visto l’anno scorso. D’altro canto, De Bruyne ha un piede eccezionale: il primo gol di ieri è il classico gol che potrebbe fare anche McTominay, se avesse spazio per inserirsi. Devono trovare dinamiche, non è semplice, ma hanno qualità tali da riuscirci. Ad oggi però è più complicato, perché De Bruyne tende ad abbassarsi, a prendersi la palla dai difensori, non dà punti di riferimento e viene da un calcio diverso, dove l’occupazione degli spazi è differente. McTominay invece ha meccanismi consolidati dall’anno scorso, che vanno ritrovati. Sono certo che Conte riuscirà a sistemare le cose: i giocatori sono troppo bravi ed evoluti, anche se lo scozzese, oggi, sta giocando in un ruolo che lo limita troppo".
Chiudiamo con lei da allenatore: il suo Dolomiti Bellunesi. Dove può arrivare quest’anno?
“Noi lottiamo per la salvezza. Stiamo facendo bene, sono contento di come stiamo crescendo. Ogni domenica scendiamo in campo con l’elmetto, consapevoli che dobbiamo battagliare sempre. Ma sono soddisfatto di ciò che stiamo costruendo".
di Napoli Magazine
02/10/2025 - 11:49
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Nicola Zanini, allenatore del Dolomiti Bellunesi ed ex calciatore, tra le tante, di Napoli e Genoa. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Capitolo Juve. Una squadra che forse soffre ancora di identità: Tudor non sembra aver trovato il vestito ideale, e i risultati sono altalenanti.
“Sì, concordo. È una squadra che ancora non è leggibile del tutto. Se guardiamo alle grandi d’Europa, come il Barcellona, il copione resta quasi sempre lo stesso: cambiano uno, due, tre interpreti, ma la base rimane. La Juve invece cambia tanto e probabilmente non ha ancora trovato la strada giusta. A tratti si vede una grande squadra, ma commette anche errori marchiani, come è successo ieri".
Sembra che Spinazzola sia diventato una chiave tattica importante, quasi un amuleto, per consentire a Conte di schierare al meglio tutti i suoi uomini. È d’accordo?
“Sono d’accordo. Spinazzola crea situazioni nuove, giocando a destra con il piede invertito: ha la possibilità di accentrarsi e dare soluzioni diverse anche dal punto di vista tattico. Il Napoli, a differenza della Juve, è una squadra più leggibile e con un’identità chiara, anche se qualcosina da sistemare c’è ancora".
Secondo molti addetti ai lavori il Napoli resta la squadra più forte. Chi può essere, a suo avviso, l’outsider nella lotta scudetto?
“In questo momento direi il Milan, che ha ritrovato entusiasmo e fiducia. È una squadra che prepara una partita a settimana, quindi con una rosa così è avvantaggiata. L’Inter invece ha trovato continuità: cambia l’allenatore, ma il modo di giocare resta sempre quello. Bisogna solo capire se gli interpreti reggeranno fisicamente, visto che è passato un anno. Resta comunque una squadra difficile da affrontare. Per il resto penso che il Napoli sia ancora un gradino sopra le altre".
Sabato ci sarà il Genoa, squadra che lei conosce bene. Dopo le fatiche di Champions, quali insidie può nascondere la formazione di Vieira per il Napoli di Conte?
“Il Genoa, al di là dell’ultima partita persa male in casa contro la Lazio, è una squadra molto organizzata, corta, dinamica. Contro il Como hanno pareggiato, ma avrebbero meritato di vincere. È un avversario complicato da affrontare, concede poco. Dopo una partita di Champions ci vuole grande attenzione, ma il Napoli ha portato a casa un successo che dà fiducia e cancella un po’ di fatica".
Se lei fosse McTominay, si sentirebbe penalizzato dalla presenza di De Bruyne?
“Sì, soprattutto perché credo che debbano ancora trovare la soluzione giusta. McTominay ha dimostrato di essere devastante: lo abbiamo visto l’anno scorso. D’altro canto, De Bruyne ha un piede eccezionale: il primo gol di ieri è il classico gol che potrebbe fare anche McTominay, se avesse spazio per inserirsi. Devono trovare dinamiche, non è semplice, ma hanno qualità tali da riuscirci. Ad oggi però è più complicato, perché De Bruyne tende ad abbassarsi, a prendersi la palla dai difensori, non dà punti di riferimento e viene da un calcio diverso, dove l’occupazione degli spazi è differente. McTominay invece ha meccanismi consolidati dall’anno scorso, che vanno ritrovati. Sono certo che Conte riuscirà a sistemare le cose: i giocatori sono troppo bravi ed evoluti, anche se lo scozzese, oggi, sta giocando in un ruolo che lo limita troppo".
Chiudiamo con lei da allenatore: il suo Dolomiti Bellunesi. Dove può arrivare quest’anno?
“Noi lottiamo per la salvezza. Stiamo facendo bene, sono contento di come stiamo crescendo. Ogni domenica scendiamo in campo con l’elmetto, consapevoli che dobbiamo battagliare sempre. Ma sono soddisfatto di ciò che stiamo costruendo".