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ONMS - Improta: "La violenza nel calcio è endemica, Napoli? Società virtuosa dal punto di vista della sicurezza, abbiamo ottimi rapporti con il club, trasferta vietata al Maradona per i tifosi dell'Atalanta residenti in Lombardia"
14.11.2025 14:58 di Napoli Magazine
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Su Radio CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello”, è intervenuto il Presidente dell’Osservatorio nazionale sulle Manifestazioni sportive, Maurizio Improta: "La trasferta a Napoli sarà vietata per i tifosi dell’Atalanta che provengono dalla Lombardia. È una tradizione che abbiamo deciso di rinnovare per consuetudine a causa dei pessimi rapporti che intercorrono tra alcune frange del tifo bergamasco e quello napoletano, contrariamente, invece, a quelli che ci sono fra le due società che sono ottimi. Io non ho il potere di emanare norme e legiferare in favore di una tifoseria o di un’altra. Abbiamo uno strumento che ci permette di diminuire sistematicamente il numero di episodi violenti che si verificano prima e durante le partite tra pseudo tifosi di calcio. Noi possiamo solo tentare di ridurre i rischi che derivano dall’incrocio di due tifoserie e abbiamo viste che l’aumento dei divieti ha consentito di diminuire matematicamente del 50% il numero di incidenti che avvengono durante le partite e il numero di feriti connessi ad esso. Questi sono provvedimenti che si utilizzano nell’interesse prima di tutto delle persone per bene e non violente che non si possono trovare in situazioni dove si verificano agguati, aggressioni e violenze. In questi luoghi vigone delle regole che contrastano la violenza generalizzata che non ha niente a che vedere con lo sport e con il calcio Oltre tutto, gli episodi violenti tra le tifoserie non si verificano più sugli spalti o sui campi da gioco, ma durante la movimentazione e i trasferimenti dei tifosi. È successo nel caso del Pisa, del Verona, del Como, della Juve Stabia e, persino, del Mantova che starà fermo due mesi a causa del fatto che domenica sera un gruppo di tifosi ha aggredito dei carovana di tifosi del Padova che rientravano a casa dopo la trasferta a Mantova. Quello che vediamo oggi è una degenerazione di quella che prima era una passione e ho paura che il giocattolo si possa rompere. Il calcio deve con i propri anticorpi, ovvero le società e le leghe, fare di tutto purché si esaminino questi fatti che non sono più fisiologici, ma patologici e che vanno risolti e curati. Noi proviamo a fare i fatti e cerchiamo, mettendoci la faccia, di diminuire i rischi per le persone per bene in modo che non rimangano bloccati in autostrada dal lancio di petardi e fumogeni e da scontri e violenze fra tifoserie diverse come è accaduto tra le tifoserie di Catania e Casertana a Salerno poche settimane fa. Un autista che guidava un pullman che trasportava una squadra di basket è persino morto. Vi chiedo: che cosa vogliamo di più? Come si possono controllare migliaia di chilometri autostradali, di strade provinciali, di ferrovie e vagoni di treni? Voi non avete idea di quello che accade sui vagoni dei treni quando si muovono in trasferta questi tifosi poiché ritengono di non dover rispettare alcuna regola perché sono convinti di dover avere un trattamento esclusivo dove possono fare qualsiasi cosa, ma non è così. È la stessa violenza che assistiamo in alcune manifestazioni di piazza, è tutto degenerato. Le leghe stanno cercando di venire incontro alle nostre esigenze e insistono sul gradimento delle società. Il problema centrale resta il rapporto tra alcune società e le proprie tifoserie. Addirittura una volta abbiamo imposto il divieto di vendita per i tifosi di un determinato club di lega pro. Quella stessa squadra arriva nel luogo dove avrebbe giocato la trasferta e ci rendiamo conto che era seguita da cinque van che trasportavano 20 persone insieme a quelli della società. Li abbiamo identificati e 18 di loro erano daspati ed erano spacciati come “dirigenti”. Il problema serio è che la trasferta è diventata un momento di conquista territoriale di soggetti che hanno soldi da spendere e che nella vita non sono imprenditori o ambienti. Tutto questo non rientra nelle mie valutazioie, ma possiamo solo evitare che persone per bene si possono ritrovare in mezzo a veri e propri agguati. Le nostre non sono decisioni di pancia prese sulla base di un fatto accaduto qualche giorno prima, ma sono confortate da una serie di attività preventive e informative corroborate dalle attività delle questure interessate. Abbiamo lavorato due mesi prima per evitare che a Napoli nel corso del match di Champions tra la squadra partenopea ed quella dell’Eintracht Francoforte si verificassero scontri. Noi non ci inventiamo le strategie per farci fare i ricorsi al Tar o per farci attaccare da qualche esponente o giornale. C’è un atteggiamento globale di rifiuto delle regole, di violenza per la violenza e di difesa di un’identità che colpisce anche i giovanissimi. Basta vedere quello che hanno fatto quei 500 tifosi contro la nazionale italiana. È vergognoso, non si fischiano i giocatori. Tu vai per supportare o per contestare? Ti fai un viaggio dall’Italia alla Moldavia solo per contestare? Oltre tutto, ci tengo a dire che quei tifosi non era daspati, poiché il controllo dei biglietti viene effettuato anche su di loro. Tra l’altra si sono arrabbiati pure con noi della FIGC e il Presidente Gravina perché non gli abbiamo dato i biglietti. Se non cambia l’atteggiamento e l’utilizzo che si fa di una squadra di calcio, non dal punto di vista sportivo e di risultati, ma come società che ha un interesse di natura imprenditoriale, non si possono coprire queste situazioni. Non possiamo ancora assistere a giocatori di 16 anni massacrati in campo e arbitri giovani che vengono inseguiti e picchiati. Noi impieghiamo per un campionato di Serie A circa 200.000 uomini della polizia e quando qualcuno ha la brillante idea di togliere alla polizia qualcosa che distraggono per dare la sicurezza ai tifosi, chiederei: secondo te cosa fanno questi poliziotti? Loro cercano di dare sicurezza alle persone per bene ed è quello che registriamo nel calcio e nelle partite della pallacanestro. Napoli società virtuosa? Con la società azzurra c’è la massima collaborazione, soprattutto con la struttura che si occupa di security, ma anche con il board dirigenziale. Abbiamo più di ottimi rapporti con i dirigenti del Napoli così come per le altre società virtuose. C’è un rigurgito della violenza giovanile che è un po’ dappertutto. Non c’è un settore della vita quotidiana dove non ci sia violenza. I fatti noi li facciamo, ma dobbiamo vedere se le virtù vengono mostrate solo con un bel vestito oppure con un bel corpo che è vestito da questo capo elegante. È una cosa complicata e a noi dispiace prendere queste decisioni da appassionati di calcio, ma siamo uomini delle istituzioni e facciamo in modo che le leggi possano essere rispettate. Non sta a noi individuare le soluzioni sociologiche, psicologiche e le diciture psichiatriche. Ci sono già le strutture predisposte a questo e dovremmo fare ognuno la sua parte. Solo così si può che episodi violenti accadano frequentemente".

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ONMS - Improta: "La violenza nel calcio è endemica, Napoli? Società virtuosa dal punto di vista della sicurezza, abbiamo ottimi rapporti con il club, trasferta vietata al Maradona per i tifosi dell'Atalanta residenti in Lombardia"

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14/11/2025 - 14:58

Su Radio CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello”, è intervenuto il Presidente dell’Osservatorio nazionale sulle Manifestazioni sportive, Maurizio Improta: "La trasferta a Napoli sarà vietata per i tifosi dell’Atalanta che provengono dalla Lombardia. È una tradizione che abbiamo deciso di rinnovare per consuetudine a causa dei pessimi rapporti che intercorrono tra alcune frange del tifo bergamasco e quello napoletano, contrariamente, invece, a quelli che ci sono fra le due società che sono ottimi. Io non ho il potere di emanare norme e legiferare in favore di una tifoseria o di un’altra. Abbiamo uno strumento che ci permette di diminuire sistematicamente il numero di episodi violenti che si verificano prima e durante le partite tra pseudo tifosi di calcio. Noi possiamo solo tentare di ridurre i rischi che derivano dall’incrocio di due tifoserie e abbiamo viste che l’aumento dei divieti ha consentito di diminuire matematicamente del 50% il numero di incidenti che avvengono durante le partite e il numero di feriti connessi ad esso. Questi sono provvedimenti che si utilizzano nell’interesse prima di tutto delle persone per bene e non violente che non si possono trovare in situazioni dove si verificano agguati, aggressioni e violenze. In questi luoghi vigone delle regole che contrastano la violenza generalizzata che non ha niente a che vedere con lo sport e con il calcio Oltre tutto, gli episodi violenti tra le tifoserie non si verificano più sugli spalti o sui campi da gioco, ma durante la movimentazione e i trasferimenti dei tifosi. È successo nel caso del Pisa, del Verona, del Como, della Juve Stabia e, persino, del Mantova che starà fermo due mesi a causa del fatto che domenica sera un gruppo di tifosi ha aggredito dei carovana di tifosi del Padova che rientravano a casa dopo la trasferta a Mantova. Quello che vediamo oggi è una degenerazione di quella che prima era una passione e ho paura che il giocattolo si possa rompere. Il calcio deve con i propri anticorpi, ovvero le società e le leghe, fare di tutto purché si esaminino questi fatti che non sono più fisiologici, ma patologici e che vanno risolti e curati. Noi proviamo a fare i fatti e cerchiamo, mettendoci la faccia, di diminuire i rischi per le persone per bene in modo che non rimangano bloccati in autostrada dal lancio di petardi e fumogeni e da scontri e violenze fra tifoserie diverse come è accaduto tra le tifoserie di Catania e Casertana a Salerno poche settimane fa. Un autista che guidava un pullman che trasportava una squadra di basket è persino morto. Vi chiedo: che cosa vogliamo di più? Come si possono controllare migliaia di chilometri autostradali, di strade provinciali, di ferrovie e vagoni di treni? Voi non avete idea di quello che accade sui vagoni dei treni quando si muovono in trasferta questi tifosi poiché ritengono di non dover rispettare alcuna regola perché sono convinti di dover avere un trattamento esclusivo dove possono fare qualsiasi cosa, ma non è così. È la stessa violenza che assistiamo in alcune manifestazioni di piazza, è tutto degenerato. Le leghe stanno cercando di venire incontro alle nostre esigenze e insistono sul gradimento delle società. Il problema centrale resta il rapporto tra alcune società e le proprie tifoserie. Addirittura una volta abbiamo imposto il divieto di vendita per i tifosi di un determinato club di lega pro. Quella stessa squadra arriva nel luogo dove avrebbe giocato la trasferta e ci rendiamo conto che era seguita da cinque van che trasportavano 20 persone insieme a quelli della società. Li abbiamo identificati e 18 di loro erano daspati ed erano spacciati come “dirigenti”. Il problema serio è che la trasferta è diventata un momento di conquista territoriale di soggetti che hanno soldi da spendere e che nella vita non sono imprenditori o ambienti. Tutto questo non rientra nelle mie valutazioie, ma possiamo solo evitare che persone per bene si possono ritrovare in mezzo a veri e propri agguati. Le nostre non sono decisioni di pancia prese sulla base di un fatto accaduto qualche giorno prima, ma sono confortate da una serie di attività preventive e informative corroborate dalle attività delle questure interessate. Abbiamo lavorato due mesi prima per evitare che a Napoli nel corso del match di Champions tra la squadra partenopea ed quella dell’Eintracht Francoforte si verificassero scontri. Noi non ci inventiamo le strategie per farci fare i ricorsi al Tar o per farci attaccare da qualche esponente o giornale. C’è un atteggiamento globale di rifiuto delle regole, di violenza per la violenza e di difesa di un’identità che colpisce anche i giovanissimi. Basta vedere quello che hanno fatto quei 500 tifosi contro la nazionale italiana. È vergognoso, non si fischiano i giocatori. Tu vai per supportare o per contestare? Ti fai un viaggio dall’Italia alla Moldavia solo per contestare? Oltre tutto, ci tengo a dire che quei tifosi non era daspati, poiché il controllo dei biglietti viene effettuato anche su di loro. Tra l’altra si sono arrabbiati pure con noi della FIGC e il Presidente Gravina perché non gli abbiamo dato i biglietti. Se non cambia l’atteggiamento e l’utilizzo che si fa di una squadra di calcio, non dal punto di vista sportivo e di risultati, ma come società che ha un interesse di natura imprenditoriale, non si possono coprire queste situazioni. Non possiamo ancora assistere a giocatori di 16 anni massacrati in campo e arbitri giovani che vengono inseguiti e picchiati. Noi impieghiamo per un campionato di Serie A circa 200.000 uomini della polizia e quando qualcuno ha la brillante idea di togliere alla polizia qualcosa che distraggono per dare la sicurezza ai tifosi, chiederei: secondo te cosa fanno questi poliziotti? Loro cercano di dare sicurezza alle persone per bene ed è quello che registriamo nel calcio e nelle partite della pallacanestro. Napoli società virtuosa? Con la società azzurra c’è la massima collaborazione, soprattutto con la struttura che si occupa di security, ma anche con il board dirigenziale. Abbiamo più di ottimi rapporti con i dirigenti del Napoli così come per le altre società virtuose. C’è un rigurgito della violenza giovanile che è un po’ dappertutto. Non c’è un settore della vita quotidiana dove non ci sia violenza. I fatti noi li facciamo, ma dobbiamo vedere se le virtù vengono mostrate solo con un bel vestito oppure con un bel corpo che è vestito da questo capo elegante. È una cosa complicata e a noi dispiace prendere queste decisioni da appassionati di calcio, ma siamo uomini delle istituzioni e facciamo in modo che le leggi possano essere rispettate. Non sta a noi individuare le soluzioni sociologiche, psicologiche e le diciture psichiatriche. Ci sono già le strutture predisposte a questo e dovremmo fare ognuno la sua parte. Solo così si può che episodi violenti accadano frequentemente".