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PRESSING - Julio Cesar: "Il Napoli fa sempre bene ma gli manca sempre qualcosa per lo Scudetto, tuttavia Ancelotti è abituato a vincere"
22.10.2018 12:39 di Napoli Magazine

Nel corso del programma “Pressing” su Canale 5, è intervenuto l’ex portiere dell’Inter Julio Cesar, ospite in studio.

 

Sulla vittoria nel derby, dichiara: “È stata una bella serata, chiusa alla grande: io ero preoccupato perché non avrei voluto, dopo aver ricevuto l’omaggio prima del match, portare sfortuna all’Inter”.

 

Sull’errore di Donnarumma, dichiara: “A noi portieri può capitare, anche io ho commesso qualche errore in carriera. Ha sbagliato a leggere la traiettoria del pallone, ma anche il difensore non si è comportato bene. Perché non puntare su Reina? A me il turnover tra portieri non piace: Donnarumma è fortissimo, ha esordito a 16 anni. Ha commesso un errore, ma non gli si può mettere la croce sopra: ha ancora ampissimi margini di crescita, a cominciare dall’esperienza che potrà acquisire nel tempo. E anche questo errore gli servirà”.

 

Su Szczesny contro il Genoa come Donnarumma contro l’Inter, dichiara: “Il cross è stato simile: sono situazioni difficili per i portieri, ma in quella situazione hanno dormito un po’ tutti”.

 

Su Icardi, dichiara: “Sta facendo benissimo già da un paio d’anni: assomiglia un po’ a Inzaghi, nel senso che è la palla a cercarlo e non viceversa. Non puoi permetterti di dormire in area di rigore con lui, perché ti punisce”.

 

Sul Var, dichiara: “Preferisco i vecchi tempi”.

 

Sull’inizio di stagione di Cristiano Ronaldo, dichiara: “È un fuoriclasse che da otto anni è al top: fa gol in tutti i modi. In Portogallo è un re, non è facile giocare a quel livello per così tanto tempo, si merita tutto”.

 

Sul Napoli, dichiara: “È una squadra che fa sempre bene ma gli manca sempre qualcosa per vincere lo Scudetto. Anche quando ero all’Inter, avevano sempre dei grandissimi giocatori come Cavani e Lavezzi ma alla fine gli mancava qualcosa. Ancelotti però è un allenatore abituato a vincere”.

 

Sul Alisson, dichiara: “Alla Roma l’anno scorso ha fatto delle partite incredibili. Avevo chiesto come fosse a un amico in comune, che ha giocato con lui nell’Internacional, e lui mi aveva risposto che era fortissimo e che anche il Milan era su di lui”.

 

Sull’addio al calcio, dichiara: “È stato un momento difficile, come penso lo sia per ogni giocatore. Ma quando ho deciso di fermarmi è stata una scelta serena, ne ho parlato con la famiglia e poi la schiena mi faceva troppo male, prendevo troppi farmaci e ho deciso di smettere”.

 

Sul rigore parato a Ronaldinho nel derby, dichiara: “In quel momento era uno dei migliori giocatori al mondo. È il più forte con cui ho giocato, era magico: a 15 anni era già impressionante, era un fenomeno”

 

Sulla parata su Messi nell’anno del ‘Triplete’, dichiara: “Ogni tanto mi vado a rivedere le immagini. La parata su Messi è stata importante per l’atmosfera, per l’avversario che ha tirato e perché era una semifinale di Champions: secondo me è una parata che rimarrà nella memoria di tutti i tifosi interisti. Quando ritorno a Milano tutti parlano di quella parata: ha avuto un significato molto forte”.

 

Sull’importanza della famiglia, dichiara: “Se ho fatto bene il mio lavoro è grazie a Susanna. Non ho vinto da solo, abbiamo vinto insieme, abbiamo costruito tutto in due. Mi è sempre stata vicina nei momenti più difficili, se sono riuscito ad arrivare dove sono arrivato è grazie a lei e ai miei figli”.

 

Sul passato all’Inter, dichiara: “È come un ragazzo va a dormire e inizia a sognare. E il mio sogno è cominciato quando sono arrivato in Italia ed è durato 7 anni. Dopo il sogno si è interrotto e quel ragazzo si è svegliato. In Italia è cambiata la mia vita, se il mondo oggi conosce Julio Cesar è grazie all’Italia, è grazie all’Inter ed è grazie a Mancini che ha avuto il coraggio di mettere un portiere sconosciuto, appena arrivato dal Brasile, al posto di Toldo”.

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PRESSING - Julio Cesar: "Il Napoli fa sempre bene ma gli manca sempre qualcosa per lo Scudetto, tuttavia Ancelotti è abituato a vincere"

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22/10/2024 - 12:39

Nel corso del programma “Pressing” su Canale 5, è intervenuto l’ex portiere dell’Inter Julio Cesar, ospite in studio.

 

Sulla vittoria nel derby, dichiara: “È stata una bella serata, chiusa alla grande: io ero preoccupato perché non avrei voluto, dopo aver ricevuto l’omaggio prima del match, portare sfortuna all’Inter”.

 

Sull’errore di Donnarumma, dichiara: “A noi portieri può capitare, anche io ho commesso qualche errore in carriera. Ha sbagliato a leggere la traiettoria del pallone, ma anche il difensore non si è comportato bene. Perché non puntare su Reina? A me il turnover tra portieri non piace: Donnarumma è fortissimo, ha esordito a 16 anni. Ha commesso un errore, ma non gli si può mettere la croce sopra: ha ancora ampissimi margini di crescita, a cominciare dall’esperienza che potrà acquisire nel tempo. E anche questo errore gli servirà”.

 

Su Szczesny contro il Genoa come Donnarumma contro l’Inter, dichiara: “Il cross è stato simile: sono situazioni difficili per i portieri, ma in quella situazione hanno dormito un po’ tutti”.

 

Su Icardi, dichiara: “Sta facendo benissimo già da un paio d’anni: assomiglia un po’ a Inzaghi, nel senso che è la palla a cercarlo e non viceversa. Non puoi permetterti di dormire in area di rigore con lui, perché ti punisce”.

 

Sul Var, dichiara: “Preferisco i vecchi tempi”.

 

Sull’inizio di stagione di Cristiano Ronaldo, dichiara: “È un fuoriclasse che da otto anni è al top: fa gol in tutti i modi. In Portogallo è un re, non è facile giocare a quel livello per così tanto tempo, si merita tutto”.

 

Sul Napoli, dichiara: “È una squadra che fa sempre bene ma gli manca sempre qualcosa per vincere lo Scudetto. Anche quando ero all’Inter, avevano sempre dei grandissimi giocatori come Cavani e Lavezzi ma alla fine gli mancava qualcosa. Ancelotti però è un allenatore abituato a vincere”.

 

Sul Alisson, dichiara: “Alla Roma l’anno scorso ha fatto delle partite incredibili. Avevo chiesto come fosse a un amico in comune, che ha giocato con lui nell’Internacional, e lui mi aveva risposto che era fortissimo e che anche il Milan era su di lui”.

 

Sull’addio al calcio, dichiara: “È stato un momento difficile, come penso lo sia per ogni giocatore. Ma quando ho deciso di fermarmi è stata una scelta serena, ne ho parlato con la famiglia e poi la schiena mi faceva troppo male, prendevo troppi farmaci e ho deciso di smettere”.

 

Sul rigore parato a Ronaldinho nel derby, dichiara: “In quel momento era uno dei migliori giocatori al mondo. È il più forte con cui ho giocato, era magico: a 15 anni era già impressionante, era un fenomeno”

 

Sulla parata su Messi nell’anno del ‘Triplete’, dichiara: “Ogni tanto mi vado a rivedere le immagini. La parata su Messi è stata importante per l’atmosfera, per l’avversario che ha tirato e perché era una semifinale di Champions: secondo me è una parata che rimarrà nella memoria di tutti i tifosi interisti. Quando ritorno a Milano tutti parlano di quella parata: ha avuto un significato molto forte”.

 

Sull’importanza della famiglia, dichiara: “Se ho fatto bene il mio lavoro è grazie a Susanna. Non ho vinto da solo, abbiamo vinto insieme, abbiamo costruito tutto in due. Mi è sempre stata vicina nei momenti più difficili, se sono riuscito ad arrivare dove sono arrivato è grazie a lei e ai miei figli”.

 

Sul passato all’Inter, dichiara: “È come un ragazzo va a dormire e inizia a sognare. E il mio sogno è cominciato quando sono arrivato in Italia ed è durato 7 anni. Dopo il sogno si è interrotto e quel ragazzo si è svegliato. In Italia è cambiata la mia vita, se il mondo oggi conosce Julio Cesar è grazie all’Italia, è grazie all’Inter ed è grazie a Mancini che ha avuto il coraggio di mettere un portiere sconosciuto, appena arrivato dal Brasile, al posto di Toldo”.