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SERIE A - Ricavi in crescita, ma le spese sono schizzate a 3 miliardi, le plusvalenze aiutano a contenere le perdite, il Napoli tra i club virtuosi
22.03.2019 12:01 di Napoli Magazine

Il fatturato continua a crescere ma crescono di più i costi, e se non fosse per le plusvalenze il buco sarebbe una voragine, riporta La Gazzetta dello Sport. I ricavi, al netto delle plusvalenze da cessione calciatori, hanno raggiunto ormai quota 2,4 miliardi, esattamente 2.398 milioni nel 2017-18, 131 milioni in più dell’anno prima: la Serie A, seppure più lentamente di altri campionati, ne ha seguito la crescita, tuttavia le spese sono schizzate a 3 miliardi (2.997 milioni nel 2017-18), 295 milioni in più del 2016-17. I club italiani, salvo rare eccezioni, perseverano nel vizio di spendere solo sulle rose rinviando quegli investimenti utili a uno sviluppo strutturale. Nel 2016-17 infatti i guadagni dal trading erano ammontati a 690 milioni e nel 2017-18 le plusvalenze nette hanno toccato quota 731 milioni aiutando i club a contenere le perdite. Ma crescono i debiti: circa 60mln in più quelli verso le banche e gli istituti di factoring, a quota 1,35 miliardi nel 2017-18 e sotto il miliardo fino al 2013. Per alcune società anche le pendenze con il Fisco sono un fardello, tanto da procedere a rateizzazioni: dai 12 milioni dell’Udinese ai 24 del Chievo ai 64 del Genoa. E chi finora non l’ha fatto dovrà cominciare a pagare l’Irap sulle plusvalenze, dopo la sentenza della Cassazione che ha rigettato il ricorso dell’Inter. In Italia la Juventus si è attrezzata per diversificare le entrate, inseguita dall’Inter. Gli altri club virtuosi, in Serie A, sono quelli che non hanno debiti con le banche (Cagliari, Napoli, Torino) o che sanno valorizzare i propri talenti (Atalanta, Fiorentina, Lazio, Sampdoria).

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22/03/2024 - 12:01

Il fatturato continua a crescere ma crescono di più i costi, e se non fosse per le plusvalenze il buco sarebbe una voragine, riporta La Gazzetta dello Sport. I ricavi, al netto delle plusvalenze da cessione calciatori, hanno raggiunto ormai quota 2,4 miliardi, esattamente 2.398 milioni nel 2017-18, 131 milioni in più dell’anno prima: la Serie A, seppure più lentamente di altri campionati, ne ha seguito la crescita, tuttavia le spese sono schizzate a 3 miliardi (2.997 milioni nel 2017-18), 295 milioni in più del 2016-17. I club italiani, salvo rare eccezioni, perseverano nel vizio di spendere solo sulle rose rinviando quegli investimenti utili a uno sviluppo strutturale. Nel 2016-17 infatti i guadagni dal trading erano ammontati a 690 milioni e nel 2017-18 le plusvalenze nette hanno toccato quota 731 milioni aiutando i club a contenere le perdite. Ma crescono i debiti: circa 60mln in più quelli verso le banche e gli istituti di factoring, a quota 1,35 miliardi nel 2017-18 e sotto il miliardo fino al 2013. Per alcune società anche le pendenze con il Fisco sono un fardello, tanto da procedere a rateizzazioni: dai 12 milioni dell’Udinese ai 24 del Chievo ai 64 del Genoa. E chi finora non l’ha fatto dovrà cominciare a pagare l’Irap sulle plusvalenze, dopo la sentenza della Cassazione che ha rigettato il ricorso dell’Inter. In Italia la Juventus si è attrezzata per diversificare le entrate, inseguita dall’Inter. Gli altri club virtuosi, in Serie A, sono quelli che non hanno debiti con le banche (Cagliari, Napoli, Torino) o che sanno valorizzare i propri talenti (Atalanta, Fiorentina, Lazio, Sampdoria).