Simona Campanella, assistente di Direzione SSC Napoli, ha parlato Camera dei Deputati della Repubblica Italiana: "Onorevoli Senatrici, Onorevoli Senatori, Autorità presenti, Signore e Signori, Vi ringrazio sentitamente per l'invito e per l'opportunità di poter condividere alcune riflessioni su un tema che mi sta particolarmente a cuore, sia come professionista che come donna: il ruolo crescente e fondamentale delle figure femminili all'interno delle società di calcio professionistiche, con un focus specifico sugli ambiti organizzativi e gestionali. Il mio discorso oggi qui non vuole essere solo a titolo personale ma come rappresentante di una realtà, la Società Sportiva Calcio Napoli, che vive quotidianamente le dinamiche complesse e appassionanti del calcio moderno. Il mio ruolo di Assistente di Direzione mi pone al crocevia di molteplici funzioni strategiche, permettendomi di osservare da vicino come un club di calcio, oggi più che mai, sia un'azienda articolata, un motore sociale ed economico, e non soltanto una squadra che scende in campo la domenica. Per troppo tempo, l'immagine del calcio è stata associata quasi esclusivamente a una dimensione maschile. Il campo, la panchina, gli spogliatoi, persino le tribune e i commenti sportivi sembravano essere un feudo riservato. Ma il panorama sta cambiando, e sta cambiando in meglio. Sebbene i riflettori mediatici si concentrino spesso, giustamente, sulle crescenti imprese delle calciatrici e sulla crescita esponenziale del calcio femminile, esiste un'altra rivoluzione, più silenziosa ma altrettanto impattante, che sta avvenendo dietro le quinte. Questa rivoluzione riguarda il percorso che si sta facendo per far sì che la presenza delle donne nei ruoli chiave possa essere sempre più qualificata e determinante: e mi riferisco ai ruoli che fanno funzionare la complessa macchina organizzativa di un club di serie A. Parliamo di figure professionali che operano nel management, nel marketing, nella comunicazione, nell'area legale, nell'amministrazione, nella gestione delle risorse umane, nell'organizzazione degli eventi, nelle relazioni esterne e istituzionali, nella cura dei rapporti con i tifosi e le comunità. Un club di calcio moderno non può prescindere da queste competenze. E in questi ambiti, in un percorso di naturale evoluzione e con risultati significativi, le donne stanno portando un contributo tangibile. Non si tratta di una questione di "quote rosa". Si tratta di riconoscere il valore aggiunto che la diversità di genere porta ai processi decisionali, alla cultura aziendale e ai risultati. Le donne portano prospettive differenti, approcci innovativi, e una spiccata sensibilità relazionale spesso fondamentale nella gestione di stakeholder eterogenei. Nella mia esperienza quotidiana al Napoli, ho il privilegio di lavorare fianco a fianco con colleghe di eccezionale competenza, dedizione e passione. Donne che gestiscono budget importanti, l'immagine del club, che si interfacciano con le istituzioni sportive, che organizzano eventi complessi, che sviluppano progetti sociali. La loro professionalità è un asset fondamentale per la nostra Società. E ricordiamo alcuni esempi di donne che ricoprono cariche sportive di altissimo profilo. La testimonianza più evidente di questo rinnovamento che è in atto nel mondo in generale e quindi anche nello sport è stata l’elezione della nuova presidente del Comitato olimpico Internazionale (CIO): Khristy Coventry, 41 anni, ex nuotatrice dello Zimbawe, eletta a Marzo 2025. È la prima africana a ricoprire questo ruolo in 131 anni di storia. Ha sbaragliato una concorrenza fatta di candidati uomini. Sempre a livello internazionale, figure come Evelina Christillin, membro italiano nel consiglio FIFA in quota UEFA, testimoniano l’influenza crescente delle donne anche degli organi di governo del calcio mondiale. In Italia, Barbara Berlusconi nell’Aprile del 2011 è entrata a far parte del CDA del Milan e nel 2013 ne è diventata vicepresidente; dopo la cessione del club a Yonghong Li è rimasta in società come presidente della Onlus Fondazione Milan. Vicepresidente ed amministratrice delegata dell’Empoli, Rebecca Corsi, è la prima consigliera della Lega in Serie A dai tempi di Rossella Sensi. Nel nostro club, Valentina De Laurentiis, ha avviato da oltre 4 anni, per il Napoli, prima e unica squadra in Italia, il lavoro di autoproduzione delle maglie da gioco; una attività che porta avanti con passione e successo. Queste figure dimostrano che la competenza non ha genere e che la leadership femminile è una risorsa preziosa per il nostro calcio. Lavorare nel mondo del calcio, per chi come me lo ama profondamente, è un privilegio che comporta anche grandi responsabilità. La passione che anima i tifosi, quella che fa battere il cuore della nostra città, Napoli, è la stessa che deve guidare noi che operiamo all'interno del club. E posso assicurarvi che questa passione non ha genere. La dedizione, la cura per i dettagli, la resilienza, la capacità di fare squadra – non solo in campo, ma negli uffici – sono qualità che vedo risplendere ogni giorno in tutti, colleghi e colleghe. Tuttavia, non possiamo nascondere che il percorso verso una piena parità di opportunità nel nostro settore sia ancora in salita. Stereotipi culturali e pregiudizi possono ancora rappresentare una barriera. È fondamentale che le società di calcio, le leghe, le federazioni e anche le istituzioni come questa continuino a promuovere attivamente una cultura inclusiva, che valorizzi il talento e la competenza in tutte le sue forme, indipendentemente dal genere. Il calcio è uno specchio potente della nostra società. Promuovere il ruolo delle donne al suo interno non significa solo rendere il nostro sport più equo, ma anche lanciare un messaggio positivo all'intera comunità. Un club che valorizza la parità di genere collegata alle competenze, alla capacità e al talento è un club più forte, più innovativo, più connesso con la realtà e, in definitiva, più competitivo e più umano. Permettetemi una nota più personale : Una squadra di calcio può essere paragonata nelle sue dinamiche interne ad una famiglia ed in questo contesto il ruolo della donna diventa fondamentale nel trasmettere equilibrio e senso di responsabilità nei confronti di quei giovani atleti che hanno davanti a loro un futuro da campioni. Una donna è spesso una madre ed io ad esempio lo sono per i miei cinque figli. Il mio Presidente Aurelio de Laurentiis, ancora una volta è andato contro le classiche logiche di penalizzazione aziendali rispetto alla maternità delle donne lavoratrici, dando la possibilità ad una madre di una famiglia numerosa di poter diventare un valore aggiunto nella gestione della sua azienda. La gratitudine come donna e come madre nei confronti del Presidente De Laurentiis, per aver scommesso su di me come professionista preparata, responsabile ed efficiente, non avrà mai fine. Concludo auspicando che il dibattito odierno possa contribuire a rafforzare questa consapevolezza. Le donne non sono più una presenza eccezionale nel mondo del calcio, ma una componente strutturale e indispensabile per il suo futuro. Il loro talento, la loro professionalità e la loro passione sono risorse preziose che dobbiamo continuare a coltivare e valorizzare. Vi ringrazio per la vostra attenzione".
di Napoli Magazine
16/05/2025 - 14:14
Simona Campanella, assistente di Direzione SSC Napoli, ha parlato Camera dei Deputati della Repubblica Italiana: "Onorevoli Senatrici, Onorevoli Senatori, Autorità presenti, Signore e Signori, Vi ringrazio sentitamente per l'invito e per l'opportunità di poter condividere alcune riflessioni su un tema che mi sta particolarmente a cuore, sia come professionista che come donna: il ruolo crescente e fondamentale delle figure femminili all'interno delle società di calcio professionistiche, con un focus specifico sugli ambiti organizzativi e gestionali. Il mio discorso oggi qui non vuole essere solo a titolo personale ma come rappresentante di una realtà, la Società Sportiva Calcio Napoli, che vive quotidianamente le dinamiche complesse e appassionanti del calcio moderno. Il mio ruolo di Assistente di Direzione mi pone al crocevia di molteplici funzioni strategiche, permettendomi di osservare da vicino come un club di calcio, oggi più che mai, sia un'azienda articolata, un motore sociale ed economico, e non soltanto una squadra che scende in campo la domenica. Per troppo tempo, l'immagine del calcio è stata associata quasi esclusivamente a una dimensione maschile. Il campo, la panchina, gli spogliatoi, persino le tribune e i commenti sportivi sembravano essere un feudo riservato. Ma il panorama sta cambiando, e sta cambiando in meglio. Sebbene i riflettori mediatici si concentrino spesso, giustamente, sulle crescenti imprese delle calciatrici e sulla crescita esponenziale del calcio femminile, esiste un'altra rivoluzione, più silenziosa ma altrettanto impattante, che sta avvenendo dietro le quinte. Questa rivoluzione riguarda il percorso che si sta facendo per far sì che la presenza delle donne nei ruoli chiave possa essere sempre più qualificata e determinante: e mi riferisco ai ruoli che fanno funzionare la complessa macchina organizzativa di un club di serie A. Parliamo di figure professionali che operano nel management, nel marketing, nella comunicazione, nell'area legale, nell'amministrazione, nella gestione delle risorse umane, nell'organizzazione degli eventi, nelle relazioni esterne e istituzionali, nella cura dei rapporti con i tifosi e le comunità. Un club di calcio moderno non può prescindere da queste competenze. E in questi ambiti, in un percorso di naturale evoluzione e con risultati significativi, le donne stanno portando un contributo tangibile. Non si tratta di una questione di "quote rosa". Si tratta di riconoscere il valore aggiunto che la diversità di genere porta ai processi decisionali, alla cultura aziendale e ai risultati. Le donne portano prospettive differenti, approcci innovativi, e una spiccata sensibilità relazionale spesso fondamentale nella gestione di stakeholder eterogenei. Nella mia esperienza quotidiana al Napoli, ho il privilegio di lavorare fianco a fianco con colleghe di eccezionale competenza, dedizione e passione. Donne che gestiscono budget importanti, l'immagine del club, che si interfacciano con le istituzioni sportive, che organizzano eventi complessi, che sviluppano progetti sociali. La loro professionalità è un asset fondamentale per la nostra Società. E ricordiamo alcuni esempi di donne che ricoprono cariche sportive di altissimo profilo. La testimonianza più evidente di questo rinnovamento che è in atto nel mondo in generale e quindi anche nello sport è stata l’elezione della nuova presidente del Comitato olimpico Internazionale (CIO): Khristy Coventry, 41 anni, ex nuotatrice dello Zimbawe, eletta a Marzo 2025. È la prima africana a ricoprire questo ruolo in 131 anni di storia. Ha sbaragliato una concorrenza fatta di candidati uomini. Sempre a livello internazionale, figure come Evelina Christillin, membro italiano nel consiglio FIFA in quota UEFA, testimoniano l’influenza crescente delle donne anche degli organi di governo del calcio mondiale. In Italia, Barbara Berlusconi nell’Aprile del 2011 è entrata a far parte del CDA del Milan e nel 2013 ne è diventata vicepresidente; dopo la cessione del club a Yonghong Li è rimasta in società come presidente della Onlus Fondazione Milan. Vicepresidente ed amministratrice delegata dell’Empoli, Rebecca Corsi, è la prima consigliera della Lega in Serie A dai tempi di Rossella Sensi. Nel nostro club, Valentina De Laurentiis, ha avviato da oltre 4 anni, per il Napoli, prima e unica squadra in Italia, il lavoro di autoproduzione delle maglie da gioco; una attività che porta avanti con passione e successo. Queste figure dimostrano che la competenza non ha genere e che la leadership femminile è una risorsa preziosa per il nostro calcio. Lavorare nel mondo del calcio, per chi come me lo ama profondamente, è un privilegio che comporta anche grandi responsabilità. La passione che anima i tifosi, quella che fa battere il cuore della nostra città, Napoli, è la stessa che deve guidare noi che operiamo all'interno del club. E posso assicurarvi che questa passione non ha genere. La dedizione, la cura per i dettagli, la resilienza, la capacità di fare squadra – non solo in campo, ma negli uffici – sono qualità che vedo risplendere ogni giorno in tutti, colleghi e colleghe. Tuttavia, non possiamo nascondere che il percorso verso una piena parità di opportunità nel nostro settore sia ancora in salita. Stereotipi culturali e pregiudizi possono ancora rappresentare una barriera. È fondamentale che le società di calcio, le leghe, le federazioni e anche le istituzioni come questa continuino a promuovere attivamente una cultura inclusiva, che valorizzi il talento e la competenza in tutte le sue forme, indipendentemente dal genere. Il calcio è uno specchio potente della nostra società. Promuovere il ruolo delle donne al suo interno non significa solo rendere il nostro sport più equo, ma anche lanciare un messaggio positivo all'intera comunità. Un club che valorizza la parità di genere collegata alle competenze, alla capacità e al talento è un club più forte, più innovativo, più connesso con la realtà e, in definitiva, più competitivo e più umano. Permettetemi una nota più personale : Una squadra di calcio può essere paragonata nelle sue dinamiche interne ad una famiglia ed in questo contesto il ruolo della donna diventa fondamentale nel trasmettere equilibrio e senso di responsabilità nei confronti di quei giovani atleti che hanno davanti a loro un futuro da campioni. Una donna è spesso una madre ed io ad esempio lo sono per i miei cinque figli. Il mio Presidente Aurelio de Laurentiis, ancora una volta è andato contro le classiche logiche di penalizzazione aziendali rispetto alla maternità delle donne lavoratrici, dando la possibilità ad una madre di una famiglia numerosa di poter diventare un valore aggiunto nella gestione della sua azienda. La gratitudine come donna e come madre nei confronti del Presidente De Laurentiis, per aver scommesso su di me come professionista preparata, responsabile ed efficiente, non avrà mai fine. Concludo auspicando che il dibattito odierno possa contribuire a rafforzare questa consapevolezza. Le donne non sono più una presenza eccezionale nel mondo del calcio, ma una componente strutturale e indispensabile per il suo futuro. Il loro talento, la loro professionalità e la loro passione sono risorse preziose che dobbiamo continuare a coltivare e valorizzare. Vi ringrazio per la vostra attenzione".