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VIDEO - Sandro Piccinini: "So che alcuni telecronisti ricevono pressioni dagli uffici stampa, ecco quale è stata la telecronaca più stressante della mia carriera in tv"
24.03.2019 20:20 di Napoli Magazine

"La partita più stressante della mia vita è stata Juventus-Milan, finale di Champions League del 2003". Lo ha rivelato il telecronista Sandro Piccinini nel corso della trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora", su Rai Radio 1, condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. Alla domanda se abbia contato le telecronate fatte in carriera, Piccinini ha risposto: "Le ho contato fino a mille, poi mi sono fermato. Ma credo di essere arrivato a 1800". 

 

 

Sandro Piccinini si racconta a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Il celebre telecronista, che ha più di 30 anni di carriera alle spalle e oltre 1800 partite commentate, ha esordito raccontando la sua vita professionale, partendo dall'attualità.

Il 15 luglio, con la finale dei mondiali, lei ha salutato Mediaset. 
«Si,mi sono preso un anno sabbatico e ho viaggiato molto. Sono stato a Miami, a Cuba, Shanghai, Hong Kong. Prima avevo viaggiato molto per lavoro ma andando sempre negli stessi posti: Londra, Madrid, ma sempre per fare telecronache. In vacanza si sta meglio...»

Si ricorda la prima telecronaca che ha fatto?
«Si, l'ho fatta su di un albero a Montemario, Roma. Avevo 20 anni, erano i primi anni Ottanta. Lavoravo in un radio locale e non potevamo entrare allo stadio. Così mi misi sull'albero, con un binocolo e una ricetrasmittente collegata ad un appartamento vicino. Solo che col binocolo, dopo 10 minuti, ti veniva da vomitare. E a Firenze una volta feci la telecronaca da un telefono a gettoni nel bar dello stadio: mi portai 300 gettoni».

Le sue telecronache sono famose per esser infarcite di frasi 'cult' come 'sciabolata tesa' o 'mucchio selvaggio'. Come mai? 
«Sono sempre di una parola o due. E' un modo per eliminare parole. Invece di dire 'il tiro finisce sopra la traversa senza impensierire il portiere', dico solo 'non va', sintetizzo tutto. E in 10 secondi hai risparmiato 7 parole. Oggi nelle telecronache si parla troppo, bisognerebbe sottrarre di più»

Quante telecronache ha fatto nella sua carriera?
«Credo circa 1800. Tutte quelle del Mondiale in Russia mi sono rimaste nel cuore, la più stressante della mia vita però è stata Juventus-Milan, la finale di Champions del 2003, finita ai rigori. Dopo quel match ho avuto mal di testa per una settimana»

E' vero che quando sbaglia il nome di un giocatore poi, letteralmente, non ci dorme la notte? 
«Si, mi è successo»

Le è mai successo invece che qualche Presidente la chiamasse per lamentarsi di come 'raccontava' la propria squadra?
«Ricevevo molte telefonate il giorno dopo 'Controcampo'. Io però durante la partita tenevo il telefono spento, mentre ora non è più così e c'è il rischio di venire condizionati. So che alcuni uffici stampa di società calcistiche mandano messaggi ad alcuni miei colleghi, durante la partita»

Cosa viene detto in questi messaggi? 
«Qualcun è molto sgradevole: so di miei colleghi rimasti molto male. Scrivono cose come 'hai sbagliato su una decisione arbitrale e cose di questo tipo'. Sono intimidazioni che a me non piacciono»

Tornerà mai a fare telecronache? 
«A Mediaset no, ci siamo salutati.»

Può andare a Dazn, Sky o alla Rai. 
«Il mercato è quello»

Ha già avuto delle offerte?
«Qualcosina, ma quest'anno va così, poi a settembre vediamo...»

La Rai le ha mai fatto un'offerta?
«No, ma la Rai ha molti bravi telecronisti che non sono troppo valorizzati, come Alberto Rimedio»

I conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari hanno poi chiesto a Il Divino Otelma, al termine della puntata, se Piccinini potrebbe tornare a fare telecronache su Sky. Parere negativo del 'Divino' e immediato commento del telecronista“meno male, così posso continuare a viaggiare”. Infine, non avendo mai potuto urlare al cielo la vittoria di un mondiale da parte dell'Italia, on il sottofondo calcistico, hanno chiesto a Piccinini di 'liberarsi' gridando 'Campioni del Mondo' come per la storica vittoria di Berlino, e il telecronista non si è tirato indietro.

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VIDEO - Sandro Piccinini: "So che alcuni telecronisti ricevono pressioni dagli uffici stampa, ecco quale è stata la telecronaca più stressante della mia carriera in tv"

di Napoli Magazine

24/03/2024 - 20:20

"La partita più stressante della mia vita è stata Juventus-Milan, finale di Champions League del 2003". Lo ha rivelato il telecronista Sandro Piccinini nel corso della trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora", su Rai Radio 1, condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. Alla domanda se abbia contato le telecronate fatte in carriera, Piccinini ha risposto: "Le ho contato fino a mille, poi mi sono fermato. Ma credo di essere arrivato a 1800". 

 

 

Sandro Piccinini si racconta a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Il celebre telecronista, che ha più di 30 anni di carriera alle spalle e oltre 1800 partite commentate, ha esordito raccontando la sua vita professionale, partendo dall'attualità.

Il 15 luglio, con la finale dei mondiali, lei ha salutato Mediaset. 
«Si,mi sono preso un anno sabbatico e ho viaggiato molto. Sono stato a Miami, a Cuba, Shanghai, Hong Kong. Prima avevo viaggiato molto per lavoro ma andando sempre negli stessi posti: Londra, Madrid, ma sempre per fare telecronache. In vacanza si sta meglio...»

Si ricorda la prima telecronaca che ha fatto?
«Si, l'ho fatta su di un albero a Montemario, Roma. Avevo 20 anni, erano i primi anni Ottanta. Lavoravo in un radio locale e non potevamo entrare allo stadio. Così mi misi sull'albero, con un binocolo e una ricetrasmittente collegata ad un appartamento vicino. Solo che col binocolo, dopo 10 minuti, ti veniva da vomitare. E a Firenze una volta feci la telecronaca da un telefono a gettoni nel bar dello stadio: mi portai 300 gettoni».

Le sue telecronache sono famose per esser infarcite di frasi 'cult' come 'sciabolata tesa' o 'mucchio selvaggio'. Come mai? 
«Sono sempre di una parola o due. E' un modo per eliminare parole. Invece di dire 'il tiro finisce sopra la traversa senza impensierire il portiere', dico solo 'non va', sintetizzo tutto. E in 10 secondi hai risparmiato 7 parole. Oggi nelle telecronache si parla troppo, bisognerebbe sottrarre di più»

Quante telecronache ha fatto nella sua carriera?
«Credo circa 1800. Tutte quelle del Mondiale in Russia mi sono rimaste nel cuore, la più stressante della mia vita però è stata Juventus-Milan, la finale di Champions del 2003, finita ai rigori. Dopo quel match ho avuto mal di testa per una settimana»

E' vero che quando sbaglia il nome di un giocatore poi, letteralmente, non ci dorme la notte? 
«Si, mi è successo»

Le è mai successo invece che qualche Presidente la chiamasse per lamentarsi di come 'raccontava' la propria squadra?
«Ricevevo molte telefonate il giorno dopo 'Controcampo'. Io però durante la partita tenevo il telefono spento, mentre ora non è più così e c'è il rischio di venire condizionati. So che alcuni uffici stampa di società calcistiche mandano messaggi ad alcuni miei colleghi, durante la partita»

Cosa viene detto in questi messaggi? 
«Qualcun è molto sgradevole: so di miei colleghi rimasti molto male. Scrivono cose come 'hai sbagliato su una decisione arbitrale e cose di questo tipo'. Sono intimidazioni che a me non piacciono»

Tornerà mai a fare telecronache? 
«A Mediaset no, ci siamo salutati.»

Può andare a Dazn, Sky o alla Rai. 
«Il mercato è quello»

Ha già avuto delle offerte?
«Qualcosina, ma quest'anno va così, poi a settembre vediamo...»

La Rai le ha mai fatto un'offerta?
«No, ma la Rai ha molti bravi telecronisti che non sono troppo valorizzati, come Alberto Rimedio»

I conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari hanno poi chiesto a Il Divino Otelma, al termine della puntata, se Piccinini potrebbe tornare a fare telecronache su Sky. Parere negativo del 'Divino' e immediato commento del telecronista“meno male, così posso continuare a viaggiare”. Infine, non avendo mai potuto urlare al cielo la vittoria di un mondiale da parte dell'Italia, on il sottofondo calcistico, hanno chiesto a Piccinini di 'liberarsi' gridando 'Campioni del Mondo' come per la storica vittoria di Berlino, e il telecronista non si è tirato indietro.