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A MENTE FREDDA - Sibilla su "NM": "Napoli, dopo la Grande Bellezza spunta l'era del Grande Carletto"
24.09.2018 21:05 di Napoli Magazine

NAPOLI - Quante volte abbiamo visto un calciatore esultare dopo un gol, baciando la maglia?

 

E quante volte, dopo pochi mesi, dopo il mercato di gennaio, abbiamo visto lo stesso calciatore esultare dopo un gol, baciando una maglia di un’altra squadra?

 

Ecco, questa è un’esultanza che ci piace poco, a meno che, a farla, non siano davvero le cosiddette “bandiere” che nel calcio, oramai, si contano sulle dita di una, forse, due mani.

 

Per questo voglio abbracciare, seppure solo virtualmente, Giuliana, la ragazzina che, al “Grande Torino”, ci ha commosso, mentre esultava ai gol del Napoli (lei tifosissima degli azzurri a chilometri di distanza, vivendo a Grenoble) baciando la maglia partenopea.

 

A proposito di bandiere. Oramai, dopo Marek Hamsik, Lorenzo Insigne è pronto a raccoglierne il testimone. I tempi sono maturi per “il Magnifico”, che con la doppietta ai granata, almeno per una settimana (meno, considerando il primo infrasettimanale) si è preso il trono dei bomber di Serie A, con 4 gol in 5 partite.

 

E veniamo al dunque, il merito è senza dubbio di Carlo Ancelotti, che un pezzo per volta, sta smontando, rimontando e perfezionando questo Napoli che comincia, anche a giocare bene, con continuità di risultati.

 

Che il nuovo allenatore avesse bisogno di qualche partita per plasmare il suo Napoli, lo avevamo detto e ripetuto, perché non abbiamo mai creduto ad un Ancelotti “bollito”, sbarcato a Napoli per godersi una dorata pensione (ma non è un motivo di vanto). La vittoria di Torino, infatti, è molto significativa, perché, contrariamente all’opinione quasi generale, Ancelotti non ha fatto altro che confermare quanto va dicendo dal suo arrivo all’ombra del Vesuvio: il Napoli non avrà una sola faccia. E chi sostiene il contrario o che il “Sarrismo” è alle spalle, non solo dice un’eresia, ma offende l’acuta intelligenza e la grande esperienza dell’allenatore (ed il gol di Verdi, a molti, ha riportato alla memoria situazioni analoghe vissute nelle ultime stagioni).

 

In fondo, se una squadra manda ancora a memoria schemi e moduli vincenti, perché cambiare o, almeno, non trascurarli?

 

In fondo, dopo 3 anni di grande bellezza, che per un motivo o per un altro, non ha portato risultati, ed un mercato estivo, avaro per alcuni, oculato per altri, serviva proprio uno come Ancelotti. Che ha confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la sua bravura nella strategia, gestendo al massimo la rosa e le partite, cambiando interpreti e moduli non solo gara per gara, ma anche nella stessa partita.

 

Così, Insigne, nella nuova posizione, segna con maggiore continuità, mentre Hamsik, risponde con una prestazione finalmente confortante, alle indiscrezioni (?) di mercato.

 

Ovviamente, questo non vuol dire che gli azzurri abbiano risolto tutti i problemi né che, “un giorno all’improvviso”, siano diventati i favoriti per il tricolore, ma che, molto probabilmente, hanno trovato la strada giusta per recitare, ancora, il ruolo di antagonisti della Juventus.

 

E le verifiche, quelle giuste, sono dietro l’angolo, a cominciare dal match infrasettimanale con il Parma al San Paolo e, soprattutto, del “tutto in 4 giorni”, prima (proprio) con la Juventus allo Stadium e poi, ancora a Fuorigrotta, con il Liverpool.

 

Ma che bella settimana che stiamo per vivere!

 

Alla prossima…

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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24/09/2024 - 21:05

NAPOLI - Quante volte abbiamo visto un calciatore esultare dopo un gol, baciando la maglia?

 

E quante volte, dopo pochi mesi, dopo il mercato di gennaio, abbiamo visto lo stesso calciatore esultare dopo un gol, baciando una maglia di un’altra squadra?

 

Ecco, questa è un’esultanza che ci piace poco, a meno che, a farla, non siano davvero le cosiddette “bandiere” che nel calcio, oramai, si contano sulle dita di una, forse, due mani.

 

Per questo voglio abbracciare, seppure solo virtualmente, Giuliana, la ragazzina che, al “Grande Torino”, ci ha commosso, mentre esultava ai gol del Napoli (lei tifosissima degli azzurri a chilometri di distanza, vivendo a Grenoble) baciando la maglia partenopea.

 

A proposito di bandiere. Oramai, dopo Marek Hamsik, Lorenzo Insigne è pronto a raccoglierne il testimone. I tempi sono maturi per “il Magnifico”, che con la doppietta ai granata, almeno per una settimana (meno, considerando il primo infrasettimanale) si è preso il trono dei bomber di Serie A, con 4 gol in 5 partite.

 

E veniamo al dunque, il merito è senza dubbio di Carlo Ancelotti, che un pezzo per volta, sta smontando, rimontando e perfezionando questo Napoli che comincia, anche a giocare bene, con continuità di risultati.

 

Che il nuovo allenatore avesse bisogno di qualche partita per plasmare il suo Napoli, lo avevamo detto e ripetuto, perché non abbiamo mai creduto ad un Ancelotti “bollito”, sbarcato a Napoli per godersi una dorata pensione (ma non è un motivo di vanto). La vittoria di Torino, infatti, è molto significativa, perché, contrariamente all’opinione quasi generale, Ancelotti non ha fatto altro che confermare quanto va dicendo dal suo arrivo all’ombra del Vesuvio: il Napoli non avrà una sola faccia. E chi sostiene il contrario o che il “Sarrismo” è alle spalle, non solo dice un’eresia, ma offende l’acuta intelligenza e la grande esperienza dell’allenatore (ed il gol di Verdi, a molti, ha riportato alla memoria situazioni analoghe vissute nelle ultime stagioni).

 

In fondo, se una squadra manda ancora a memoria schemi e moduli vincenti, perché cambiare o, almeno, non trascurarli?

 

In fondo, dopo 3 anni di grande bellezza, che per un motivo o per un altro, non ha portato risultati, ed un mercato estivo, avaro per alcuni, oculato per altri, serviva proprio uno come Ancelotti. Che ha confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la sua bravura nella strategia, gestendo al massimo la rosa e le partite, cambiando interpreti e moduli non solo gara per gara, ma anche nella stessa partita.

 

Così, Insigne, nella nuova posizione, segna con maggiore continuità, mentre Hamsik, risponde con una prestazione finalmente confortante, alle indiscrezioni (?) di mercato.

 

Ovviamente, questo non vuol dire che gli azzurri abbiano risolto tutti i problemi né che, “un giorno all’improvviso”, siano diventati i favoriti per il tricolore, ma che, molto probabilmente, hanno trovato la strada giusta per recitare, ancora, il ruolo di antagonisti della Juventus.

 

E le verifiche, quelle giuste, sono dietro l’angolo, a cominciare dal match infrasettimanale con il Parma al San Paolo e, soprattutto, del “tutto in 4 giorni”, prima (proprio) con la Juventus allo Stadium e poi, ancora a Fuorigrotta, con il Liverpool.

 

Ma che bella settimana che stiamo per vivere!

 

Alla prossima…

 

 

Michele Sibilla

 

Napoli Magazine 

 

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