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VIDEO INTEGRALE - Bari, ADL spiega: "Vogliamo una cavalcata rapida per provare a tornare in Serie A, il Bari non sarà un'appendice del Napoli, ho convinto mio figlio Luigi ad interessarsene, Galli per il vivaio"
01.08.2018 12:27 di Napoli Magazine

Aurelio De Laurentiis, nuovo presidente del Bari, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa: "Grazie al sindaco per la fiducia accordata alla mia persona e al mio gruppo. Io da bambino giocavo a basket, non a calcio. Quindi mio padre mi portava a vedere il Napoli, però a scuola si giocava molto a calcio e a basket. Poi, nel 1996 Veltroni decise di trasformare i club. Era una cosa strana, non si capiva cosa fossero. Sembrava quasi uno specchio riflettente di chi voleva ottenere altre cose attraverso il calcio. La riconoscibilità mediatica o altre situazioni - riporta Tuttomercatoweb.com -. A un certo punto Veltroni ha cambiato qualcosa, concetto ribadito dalla Uefa col FPF. A 19 anni ho iniziato il percorso nel cinema. Ho realizzato circa 400 film. Poi ho pensato al calcio insieme al cinema, la mia famiglia viene dalla Campania e abbiamo pensato di prendere il Napoli. Mi sono avvicinato al Napoli fallito, non esisteva più. Mi venne consegnato un pezzo di carta nel 2004, feci la Serie C che ha insegnato tantissimo. Poi la B e la cavalcata fino alla Serie A, una crescita con nove anni di fila in Europa. Gli olandesi hanno scelto il Napoli come il club più cresciuto al mondo negli ultimi dieci anni. Quando mi hanno informato del Bari ero in ritiro a Dimaro con la squadra, volevo vivere tutte le fasi del Napoli di Ancelotti. Mi ha chiamato il sindaco, non abbiamo avuto un rapporto semplice. Ho detto che era inadeguato. Ho provato a chiamarlo per ore, senza ricevere risposta. Dopo ci siamo parlati, ci siamo trovati e ho detto che non posso fare una commistione tra Napoli e Bari. Il Bari ha la sua storia, rappresenta un territorio che ho sempre amato. Napoli ha altra storia e rappresenta un'altra terra che amo. Noi siamo insieme ai tifosi, anche se poi negli ultimi venti anni i sostenitori si sono allargati perché ci sono quelli da stadio normale e quelli da stadio virtuale. Cioè quello che vede le gare in tv, in rete. Noi dobbiamo essere vicini a tutti loro, rispettando le tifoserie e rappresentando i club. Bisogna capire anche come avvicinarci allo stadio reale, con famiglie e bambini. Come fa una famiglia di 4 persone ad andare allo stadio? Il Bari ha una storia composta, lunga, di 110 anni. In questi anni ci sono state stagioni belle e altre meno belle. Vogliamo una cavalcata rapida per provare a tornare in Serie A. Vogliamo lavorare sulle regole che non permettono di avere due squadre in A con la stessa proprietà. Vogliamo un cambiamento epocale. Ringrazio Grassani che ha rinunciato alle sue ferie per essere presente oggi. Dovete stare tranquilli, il Bari non sarà mai un'appendice del Napoli. Per fugare questo problema, ho convinto in due giorni mio figlio Luigi - oggi a Londra perché ha inaugurato un negozio con i nostri gelati targati Fendi - a interessarsi del Bari. Lui non s'è mai interessato al calcio. La famiglia De Laurentiis ci mette la faccia, non so quante cordate interessate hanno messo la faccia in prima persona. Questa mattina alle 6.45 ho cominciato a parlare con Giuntoli. Ho già trovato il nome per il vivaio, che è Filippo Galli, che viene dal Milan. Credo che noi ci metteremo tutta la nostra cultura acquisita per fare il massimo del massimo, ma bisogna partire dal concetto che Napoli e Bari sono due situazioni diverse. Da rispettare ugualmente per fare bene. Non si possono unire le vicende, questa è un'abitudine tutta italiana. Quando ho pensato al Bari, visto che sono stato sempre un sostenitore del sud, ho pensato che al sud non c'è impresa. Manca la cultura politica, se ricordate il Trentino negli anni '30 era una delle regioni più depresse d'Europa. Ho sempre detto che qui c'è potenziale, bisogna sfruttarlo. Mi piacerebbe creare delle opportunità per il sud che possano portare Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia a imporsi. Lo stadio San Nicola? Mi dovete dare il tempo di arrivare, di studiare il territorio. Ciò che è stato progettato nel 1990 potrebbe non rispondere alle nuove regole che il calcio richiede. Una struttura da 57.000 posti potrebbe oggi essere idonea per 40.000 - riporta Tuttomercatoweb.com -. Ho fatto fare un'indagine sulla tifoseria del Napoli. I tifosi veri, fuori Napoli, sono 48 milioni di persone. I tifosi del Napoli, come seconda squadra, sono 120 milioni. Non mi posso preoccupare dei dissidenti, che vengono allo stadio e che potrebbero non condividere le modalità, perché hanno ancora un concetto di possesso che non appartiene più al calcio di oggi. Credo molto in me stesso e non parlo mai di budget. Se c'è necessità, il budget può sempre essere implementato. Da Napoli mi hanno fatto i complimenti, il cellulare è esploso. Non sono mai andato fuori budget. Sono l'unico presidente al mondo a farsi cedere i diritti di immagine. Sapete che in Serie D c'è un limite agli stipendi, con i diritti d'immagine possiamo incrementare e convincere i calciatori più importanti a venire da noi.Per vent'anni in Lega non siamo stati capaci di fare uno statuto corretto. L'arrivo di Miccichè può cambiare la situazione, confido molto in lui. Personalmente sono contrario alle seconde squadre, è una scelta che serve solo alle Juventus per piazzare i propri giocatori. Creare la formazione Under 23 per me sarebbe più utile, io avrei potuto parcheggiare i vari Rog, Diawara, facendoli giocare. Avevo intenzione di prelevare una squadra in Belgio e in Portogallo, era più difficile comprare a Londra e risalire le varie categorie. In Portogallo e in Belgio non ci sono limiti per i calciatori extracomunitari. Un'altra stupidata di Tavecchio e Lotito. Con Ventura c'è stata una brutta figura, mentre Belgio e Portogallo hanno extracomunitari e sono forti con le loro nazionali. Perchè ho puntato sul Bari? Amo questa terra e questa città, ci ho girato anche dei film. Vorrei creare una sorta di squadra del sud, per poter essere utile a questi territori. Il ritorno personale non deve essere il primo risultato. Il sud ha una grossa potenzialità inespressa. Un titolo per questo film? 'Che ne sarà di noi', un film sui giovani e sulla maturità per affrontare la vita. Ricordo 'Il Gladiatore', può essere un esempio. Al mio segnale, scatenate l'inferno. Bisogna lavorare per riportare il Bari in Serie A, ma non secondo le solite regole, bisogna cercare di rivoluzionarle. Bisogna provare a utilizzare una visione di calcio moderna, che possa coinvolgere i più e i meno abbienti. Ho pensato di prendere una squadra all'estero, poi mi sono detto: 'Perché non fare una squadra del sud?' Ho il Napoli, con un'altra formazione si concretizzerebbe il percorso sudista per essere utile a queste terre. In passato ho avuto la presidenza di tante società, bisogna valutare il rischio per poi mettere mano al portafogli. Il calcio nella regione della Puglia è una situazione rara, bisogna lavorare per riportarlo in Serie A non tramite il solito calcio ma c'è bisogno di visione moderna per cambiare anche le regole del gioco. Il calcio è come la 'Livella di Totò', tutti siamo accomunati da questa situazione. I colori saranno certamente il bianco e il rosso, colori delle crociate e della lotta. Nello staff ci sarà anche Reja? Vero e falso. Gli avevo chiesto di darmi una mano con il settore giovanile del Napoli. Gli ho chiesto di allenare il Bari, ci risentiremo oggi. In caso, però, ho già delle alternative. Perché ho chiamato la società SSC Bari? Mi sembra normale, non ci avevo nemmeno pensato. Mi sono abituato perché c'è la SSC Napoli, abbiamo preparato il dossier in pochi istanti. Per me è una cosa normale. Il mio progetto ha battuto Lotito? Siamo diversi, abbiamo culture diverse. Lui è un costruttore. Non giudico ovviamente le precedenti gestioni, Bari è una città che amo. E' uno dei tanti posti italiano che stordisce per la sua bellezza. Non voglio fare paragoni tra Napoli e Bari. Napoli è Napoli, Bari è Bari. Amichevole in vista tra Napoli e Bari? Lo escluderei, sarei considerato opportunista dai baresi e traditore dai napoletani".

 

 

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di Napoli Magazine

01/08/2024 - 12:27

Aurelio De Laurentiis, nuovo presidente del Bari, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa: "Grazie al sindaco per la fiducia accordata alla mia persona e al mio gruppo. Io da bambino giocavo a basket, non a calcio. Quindi mio padre mi portava a vedere il Napoli, però a scuola si giocava molto a calcio e a basket. Poi, nel 1996 Veltroni decise di trasformare i club. Era una cosa strana, non si capiva cosa fossero. Sembrava quasi uno specchio riflettente di chi voleva ottenere altre cose attraverso il calcio. La riconoscibilità mediatica o altre situazioni - riporta Tuttomercatoweb.com -. A un certo punto Veltroni ha cambiato qualcosa, concetto ribadito dalla Uefa col FPF. A 19 anni ho iniziato il percorso nel cinema. Ho realizzato circa 400 film. Poi ho pensato al calcio insieme al cinema, la mia famiglia viene dalla Campania e abbiamo pensato di prendere il Napoli. Mi sono avvicinato al Napoli fallito, non esisteva più. Mi venne consegnato un pezzo di carta nel 2004, feci la Serie C che ha insegnato tantissimo. Poi la B e la cavalcata fino alla Serie A, una crescita con nove anni di fila in Europa. Gli olandesi hanno scelto il Napoli come il club più cresciuto al mondo negli ultimi dieci anni. Quando mi hanno informato del Bari ero in ritiro a Dimaro con la squadra, volevo vivere tutte le fasi del Napoli di Ancelotti. Mi ha chiamato il sindaco, non abbiamo avuto un rapporto semplice. Ho detto che era inadeguato. Ho provato a chiamarlo per ore, senza ricevere risposta. Dopo ci siamo parlati, ci siamo trovati e ho detto che non posso fare una commistione tra Napoli e Bari. Il Bari ha la sua storia, rappresenta un territorio che ho sempre amato. Napoli ha altra storia e rappresenta un'altra terra che amo. Noi siamo insieme ai tifosi, anche se poi negli ultimi venti anni i sostenitori si sono allargati perché ci sono quelli da stadio normale e quelli da stadio virtuale. Cioè quello che vede le gare in tv, in rete. Noi dobbiamo essere vicini a tutti loro, rispettando le tifoserie e rappresentando i club. Bisogna capire anche come avvicinarci allo stadio reale, con famiglie e bambini. Come fa una famiglia di 4 persone ad andare allo stadio? Il Bari ha una storia composta, lunga, di 110 anni. In questi anni ci sono state stagioni belle e altre meno belle. Vogliamo una cavalcata rapida per provare a tornare in Serie A. Vogliamo lavorare sulle regole che non permettono di avere due squadre in A con la stessa proprietà. Vogliamo un cambiamento epocale. Ringrazio Grassani che ha rinunciato alle sue ferie per essere presente oggi. Dovete stare tranquilli, il Bari non sarà mai un'appendice del Napoli. Per fugare questo problema, ho convinto in due giorni mio figlio Luigi - oggi a Londra perché ha inaugurato un negozio con i nostri gelati targati Fendi - a interessarsi del Bari. Lui non s'è mai interessato al calcio. La famiglia De Laurentiis ci mette la faccia, non so quante cordate interessate hanno messo la faccia in prima persona. Questa mattina alle 6.45 ho cominciato a parlare con Giuntoli. Ho già trovato il nome per il vivaio, che è Filippo Galli, che viene dal Milan. Credo che noi ci metteremo tutta la nostra cultura acquisita per fare il massimo del massimo, ma bisogna partire dal concetto che Napoli e Bari sono due situazioni diverse. Da rispettare ugualmente per fare bene. Non si possono unire le vicende, questa è un'abitudine tutta italiana. Quando ho pensato al Bari, visto che sono stato sempre un sostenitore del sud, ho pensato che al sud non c'è impresa. Manca la cultura politica, se ricordate il Trentino negli anni '30 era una delle regioni più depresse d'Europa. Ho sempre detto che qui c'è potenziale, bisogna sfruttarlo. Mi piacerebbe creare delle opportunità per il sud che possano portare Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia a imporsi. Lo stadio San Nicola? Mi dovete dare il tempo di arrivare, di studiare il territorio. Ciò che è stato progettato nel 1990 potrebbe non rispondere alle nuove regole che il calcio richiede. Una struttura da 57.000 posti potrebbe oggi essere idonea per 40.000 - riporta Tuttomercatoweb.com -. Ho fatto fare un'indagine sulla tifoseria del Napoli. I tifosi veri, fuori Napoli, sono 48 milioni di persone. I tifosi del Napoli, come seconda squadra, sono 120 milioni. Non mi posso preoccupare dei dissidenti, che vengono allo stadio e che potrebbero non condividere le modalità, perché hanno ancora un concetto di possesso che non appartiene più al calcio di oggi. Credo molto in me stesso e non parlo mai di budget. Se c'è necessità, il budget può sempre essere implementato. Da Napoli mi hanno fatto i complimenti, il cellulare è esploso. Non sono mai andato fuori budget. Sono l'unico presidente al mondo a farsi cedere i diritti di immagine. Sapete che in Serie D c'è un limite agli stipendi, con i diritti d'immagine possiamo incrementare e convincere i calciatori più importanti a venire da noi.Per vent'anni in Lega non siamo stati capaci di fare uno statuto corretto. L'arrivo di Miccichè può cambiare la situazione, confido molto in lui. Personalmente sono contrario alle seconde squadre, è una scelta che serve solo alle Juventus per piazzare i propri giocatori. Creare la formazione Under 23 per me sarebbe più utile, io avrei potuto parcheggiare i vari Rog, Diawara, facendoli giocare. Avevo intenzione di prelevare una squadra in Belgio e in Portogallo, era più difficile comprare a Londra e risalire le varie categorie. In Portogallo e in Belgio non ci sono limiti per i calciatori extracomunitari. Un'altra stupidata di Tavecchio e Lotito. Con Ventura c'è stata una brutta figura, mentre Belgio e Portogallo hanno extracomunitari e sono forti con le loro nazionali. Perchè ho puntato sul Bari? Amo questa terra e questa città, ci ho girato anche dei film. Vorrei creare una sorta di squadra del sud, per poter essere utile a questi territori. Il ritorno personale non deve essere il primo risultato. Il sud ha una grossa potenzialità inespressa. Un titolo per questo film? 'Che ne sarà di noi', un film sui giovani e sulla maturità per affrontare la vita. Ricordo 'Il Gladiatore', può essere un esempio. Al mio segnale, scatenate l'inferno. Bisogna lavorare per riportare il Bari in Serie A, ma non secondo le solite regole, bisogna cercare di rivoluzionarle. Bisogna provare a utilizzare una visione di calcio moderna, che possa coinvolgere i più e i meno abbienti. Ho pensato di prendere una squadra all'estero, poi mi sono detto: 'Perché non fare una squadra del sud?' Ho il Napoli, con un'altra formazione si concretizzerebbe il percorso sudista per essere utile a queste terre. In passato ho avuto la presidenza di tante società, bisogna valutare il rischio per poi mettere mano al portafogli. Il calcio nella regione della Puglia è una situazione rara, bisogna lavorare per riportarlo in Serie A non tramite il solito calcio ma c'è bisogno di visione moderna per cambiare anche le regole del gioco. Il calcio è come la 'Livella di Totò', tutti siamo accomunati da questa situazione. I colori saranno certamente il bianco e il rosso, colori delle crociate e della lotta. Nello staff ci sarà anche Reja? Vero e falso. Gli avevo chiesto di darmi una mano con il settore giovanile del Napoli. Gli ho chiesto di allenare il Bari, ci risentiremo oggi. In caso, però, ho già delle alternative. Perché ho chiamato la società SSC Bari? Mi sembra normale, non ci avevo nemmeno pensato. Mi sono abituato perché c'è la SSC Napoli, abbiamo preparato il dossier in pochi istanti. Per me è una cosa normale. Il mio progetto ha battuto Lotito? Siamo diversi, abbiamo culture diverse. Lui è un costruttore. Non giudico ovviamente le precedenti gestioni, Bari è una città che amo. E' uno dei tanti posti italiano che stordisce per la sua bellezza. Non voglio fare paragoni tra Napoli e Bari. Napoli è Napoli, Bari è Bari. Amichevole in vista tra Napoli e Bari? Lo escluderei, sarei considerato opportunista dai baresi e traditore dai napoletani".