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FOCUS AZZURRO - Cammaroto a "NM": "Maradona è il protagonista assoluto di una favola diventata realtà"
29.11.2020 11:34 di Napoli Magazine

NAPOLI - Abbiamo creduto per tanti anni che il giorno del distacco non sarebbe arrivato mai, e invece al crepuscolo di un anno maledetto per il mondo, Diego Armando Maradona si è consegnato a un amaro destino che ha riportato la mano di Dio nell'aldilà. Da mercoledì sera il mondo intero racconta l'addio al più grande sportivo di sempre, vinto dal male da vivere ma il calcio è solo l'apostrofo di una grande storia di vita: la sua e la nostra, genesi di un legame inscindibile e un amore eterno. Maradona non è stato e non sarà mai soltanto un calciatore, il più forte di sempre. Il campione che ha fatto ritorno al Casa del Padre è un uomo che ha scolpito per sempre la sua parabola nel cuore di milioni di persone. Il Re di Napoli e dell'Argentina, il simbolo dei meridionali sparsi in tutto il mondo, Maradona non si potrà mai dimenticare perché ha reso felice e orgogliosa la gente come nessun altro e ancora adesso viene amato e venerato perché Diego è il protagonista assoluto di una favola diventata realtà, che anche attraverso i filmati si tramanda ancora adesso, lo fa da tre generazioni e lo farà ancora a lungo. Non è stato un idolo ma molto di più: uno di noi. Anche per chi la vita la racconta ogni giorno come noi giornalisti non è semplice parlare di Maradona. Avevo 6 anni quando rimasi folgorato da quel numero 10 che guidava su un campo di calcio la sua squadra come un sovrano e poi attorno c'era la folla di 90mila persone che con l'anima e il suo frastuono assordante accompagnavano quel capitano e i suoi compagni. Basterebbe ricordare i due scudetti, e poi quel Napoli-Juventus di Coppa Uefa, la finale europea di Stoccarda con la straordinaria invasione dei 40mila napoletani, le sfide vinte contro il Milan stellare dei tre olandesi: immagini che ancora adesso mettono i brividi e trasmettono meravigliose sensazioni senza tempo. Attraverso la luce del suo talento Maradona ha dato orgoglio identitario e riscatto sociale ad un popolo a cui ha tolto gli schiaffi dalla faccia per darli lui ai ricchi, è stato arte, poesia e fantasia, un moltiplicatore di emozioni e passione ma soprattutto di speranza e fiducia nella vita per gli ultimi e non soltanto per loro. Diego aveva delle debolezze come tutti ma chi siamo noi per giudicarlo? La legge degli uomini taccia e ci risparmi il perbenismo ipocrita, commenti meschini e miserabili di chi ancora parla del Maradona finito nel tunnel della droga: Diego era un ragazzo povero che a 20 anni è diventato uomo ed è stato catapultato in una dimensione molto più grande di lui. Maradona fuori dal campo era anche e soprattutto colui che aiutava i bambini malati, i poveri e i bisognosi. Conosco bene la sua famiglia e mi onoro di esserne amico (un pensiero e un abbraccio al fratello Hugo e a sua moglie Paola). Fanno bene i napoletani ad amare Diego come nessun altro e chi ancora non ha compreso la grandezza di Maradona si chieda il senso del perché ogni angolo della città ha una sua immagine, un oggetto, un cimelio o una statuetta che lo ricorda, e lo faccia ascoltando la voce delle persone che si commuovono per Diego come per un padre, per un fratello, per un figlio. Non sono solo ricordi nostalgici ma la forza dirompente di un amore puro ed eterno tra un liberatore, un capopopolo, un Re e la sua gente. E adesso che il Dio del calcio si è congedato da una vita straordinaria per tornare dal Signore, l'uomo non c'è più ma l'eroe dei sogni vivrà per sempre in noi e l'augurio è che il mito possa tramandarsi e che i bambini possano innamorarsi ancora per tante generazioni della storia di Maradona. Grazie Diego, chi ama non dimentica.

 

Emanuele Cammaroto

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - Abbiamo creduto per tanti anni che il giorno del distacco non sarebbe arrivato mai, e invece al crepuscolo di un anno maledetto per il mondo, Diego Armando Maradona si è consegnato a un amaro destino che ha riportato la mano di Dio nell'aldilà. Da mercoledì sera il mondo intero racconta l'addio al più grande sportivo di sempre, vinto dal male da vivere ma il calcio è solo l'apostrofo di una grande storia di vita: la sua e la nostra, genesi di un legame inscindibile e un amore eterno. Maradona non è stato e non sarà mai soltanto un calciatore, il più forte di sempre. Il campione che ha fatto ritorno al Casa del Padre è un uomo che ha scolpito per sempre la sua parabola nel cuore di milioni di persone. Il Re di Napoli e dell'Argentina, il simbolo dei meridionali sparsi in tutto il mondo, Maradona non si potrà mai dimenticare perché ha reso felice e orgogliosa la gente come nessun altro e ancora adesso viene amato e venerato perché Diego è il protagonista assoluto di una favola diventata realtà, che anche attraverso i filmati si tramanda ancora adesso, lo fa da tre generazioni e lo farà ancora a lungo. Non è stato un idolo ma molto di più: uno di noi. Anche per chi la vita la racconta ogni giorno come noi giornalisti non è semplice parlare di Maradona. Avevo 6 anni quando rimasi folgorato da quel numero 10 che guidava su un campo di calcio la sua squadra come un sovrano e poi attorno c'era la folla di 90mila persone che con l'anima e il suo frastuono assordante accompagnavano quel capitano e i suoi compagni. Basterebbe ricordare i due scudetti, e poi quel Napoli-Juventus di Coppa Uefa, la finale europea di Stoccarda con la straordinaria invasione dei 40mila napoletani, le sfide vinte contro il Milan stellare dei tre olandesi: immagini che ancora adesso mettono i brividi e trasmettono meravigliose sensazioni senza tempo. Attraverso la luce del suo talento Maradona ha dato orgoglio identitario e riscatto sociale ad un popolo a cui ha tolto gli schiaffi dalla faccia per darli lui ai ricchi, è stato arte, poesia e fantasia, un moltiplicatore di emozioni e passione ma soprattutto di speranza e fiducia nella vita per gli ultimi e non soltanto per loro. Diego aveva delle debolezze come tutti ma chi siamo noi per giudicarlo? La legge degli uomini taccia e ci risparmi il perbenismo ipocrita, commenti meschini e miserabili di chi ancora parla del Maradona finito nel tunnel della droga: Diego era un ragazzo povero che a 20 anni è diventato uomo ed è stato catapultato in una dimensione molto più grande di lui. Maradona fuori dal campo era anche e soprattutto colui che aiutava i bambini malati, i poveri e i bisognosi. Conosco bene la sua famiglia e mi onoro di esserne amico (un pensiero e un abbraccio al fratello Hugo e a sua moglie Paola). Fanno bene i napoletani ad amare Diego come nessun altro e chi ancora non ha compreso la grandezza di Maradona si chieda il senso del perché ogni angolo della città ha una sua immagine, un oggetto, un cimelio o una statuetta che lo ricorda, e lo faccia ascoltando la voce delle persone che si commuovono per Diego come per un padre, per un fratello, per un figlio. Non sono solo ricordi nostalgici ma la forza dirompente di un amore puro ed eterno tra un liberatore, un capopopolo, un Re e la sua gente. E adesso che il Dio del calcio si è congedato da una vita straordinaria per tornare dal Signore, l'uomo non c'è più ma l'eroe dei sogni vivrà per sempre in noi e l'augurio è che il mito possa tramandarsi e che i bambini possano innamorarsi ancora per tante generazioni della storia di Maradona. Grazie Diego, chi ama non dimentica.

 

Emanuele Cammaroto

 

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