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GOLAZO - Mollichelli su "NM": "Chissà che cosa s'inventerà Carletto..."
17.10.2018 23:26 di Napoli Magazine

NAPOLI - Bene, cantiamolo tutti insieme quel trascinante brano del Molleggiato: Azzurro. In terra polacca l'Italia del calcio finalmente s'è desta. Era ora, ma non era così semplice. Ci voleva un'idea, quella che cercava spesso il Petisso, dalla quale discendesse una scelta coraggiosa e Mancini l'ha avuta. Doppio regista e trio fantasìa, quanti più piedi buoni fosse possibile e al diavolo torelli e corazzieri e arieti vari. Se non hai più un Gigi Riva ed un Bonimba, un Pulici ed un Bettega e in ultima analisi un genietto del gol come fu Pablito Rossi, meglio affidarsi all'inventiva sciolta in un movimento continuo di vaga matrice paraguagia: Heriberto Herrera. Nello sviluppo della manovra azzurra c'ho visto molto più di un pizzico di Napoli sarriano e fa niente se tanti microfonati e penne più o meno avvelenate non l'abbiano sottolineato con la dovuta forza. Oddio, può anche darsi che non si sia trattato di voluta diminutio e che abbia influito una scarsa conoscenza. Non è il caso di dilungarsi su numeri e termini come possesso e non possesso che ascoltati in ogni dove finiscono con il provocare un atroce zebedeismo (e scusate) perché l'evidenza del sarrismo in salsa manciniana è sintetizzabile nelle conoscenze di Jorginho e di Insigne che hanno finito con il liberare dalla monotonìa tutti gli altri compagni. Imprimendo il concetto basilare: triangolate e passatevi la palla il più possibile se non si vede la luce in fondo al tunnel (che non è quello che non c'è,di cui parlava Toninelli). Quest'Italia giovane e di fantasìa credo che crescerà ancora rinverdendo i fasti del passato. Grazie anche al sardo sardo Barella nel quale vedo molto dell'uomo dell'urlo mundial. A confortare la tesi esposta c'è da sottolineare la centralità acquisita da Insigne anche in Nazionale. E' infatti lui a legare con sapiente tecnica i tratti della manovra offensiva. E dunque nessuna meraviglia, almeno da parte mia, che il ct l'abbia tenuto in campo fino alla vittoria. Suo l'angolo battuto con intelligenza verso una capocciata propizia che ha avuto il sapore della lasagna. L'Italia restituisce all'azzurro Napoli un Lorenzo ancor più carico e convinto del suo stato di grazia (soltanto la traversa gli ha negato il gol in Polonia) checché ne dicano inutili lamentosi. Ed ora si va verso la ripresa del campionato e della coppa con le orecchie. In casa dell'Udinese ed a Parigi. due trasferte che potrebbero definire i contorni di una squadra della quale non si conoscono ancora i limiti. Si troverà un'Udinese decisa a vendere cara la pelle, le zebrette furlane hanno raccolto sin qui meno di quanto meritassero. Poi et voilà il rendez vous con il vecchio drago Cavani e "mostri" affini più il genietto Verratti. Chissà che cosa s'inventerà Carletto Ancelotti. Parigi valse bene una messa. Ora varrebbe un'indagine accurata su quel 6-1 con cui il Psg liquidò la Stella Rossa, su quelle cinque reti di scarto sulle quali ci fu puntata olezzosa. 

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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GOLAZO - Mollichelli su "NM": "Chissà che cosa s'inventerà Carletto..."

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17/10/2024 - 23:26

NAPOLI - Bene, cantiamolo tutti insieme quel trascinante brano del Molleggiato: Azzurro. In terra polacca l'Italia del calcio finalmente s'è desta. Era ora, ma non era così semplice. Ci voleva un'idea, quella che cercava spesso il Petisso, dalla quale discendesse una scelta coraggiosa e Mancini l'ha avuta. Doppio regista e trio fantasìa, quanti più piedi buoni fosse possibile e al diavolo torelli e corazzieri e arieti vari. Se non hai più un Gigi Riva ed un Bonimba, un Pulici ed un Bettega e in ultima analisi un genietto del gol come fu Pablito Rossi, meglio affidarsi all'inventiva sciolta in un movimento continuo di vaga matrice paraguagia: Heriberto Herrera. Nello sviluppo della manovra azzurra c'ho visto molto più di un pizzico di Napoli sarriano e fa niente se tanti microfonati e penne più o meno avvelenate non l'abbiano sottolineato con la dovuta forza. Oddio, può anche darsi che non si sia trattato di voluta diminutio e che abbia influito una scarsa conoscenza. Non è il caso di dilungarsi su numeri e termini come possesso e non possesso che ascoltati in ogni dove finiscono con il provocare un atroce zebedeismo (e scusate) perché l'evidenza del sarrismo in salsa manciniana è sintetizzabile nelle conoscenze di Jorginho e di Insigne che hanno finito con il liberare dalla monotonìa tutti gli altri compagni. Imprimendo il concetto basilare: triangolate e passatevi la palla il più possibile se non si vede la luce in fondo al tunnel (che non è quello che non c'è,di cui parlava Toninelli). Quest'Italia giovane e di fantasìa credo che crescerà ancora rinverdendo i fasti del passato. Grazie anche al sardo sardo Barella nel quale vedo molto dell'uomo dell'urlo mundial. A confortare la tesi esposta c'è da sottolineare la centralità acquisita da Insigne anche in Nazionale. E' infatti lui a legare con sapiente tecnica i tratti della manovra offensiva. E dunque nessuna meraviglia, almeno da parte mia, che il ct l'abbia tenuto in campo fino alla vittoria. Suo l'angolo battuto con intelligenza verso una capocciata propizia che ha avuto il sapore della lasagna. L'Italia restituisce all'azzurro Napoli un Lorenzo ancor più carico e convinto del suo stato di grazia (soltanto la traversa gli ha negato il gol in Polonia) checché ne dicano inutili lamentosi. Ed ora si va verso la ripresa del campionato e della coppa con le orecchie. In casa dell'Udinese ed a Parigi. due trasferte che potrebbero definire i contorni di una squadra della quale non si conoscono ancora i limiti. Si troverà un'Udinese decisa a vendere cara la pelle, le zebrette furlane hanno raccolto sin qui meno di quanto meritassero. Poi et voilà il rendez vous con il vecchio drago Cavani e "mostri" affini più il genietto Verratti. Chissà che cosa s'inventerà Carletto Ancelotti. Parigi valse bene una messa. Ora varrebbe un'indagine accurata su quel 6-1 con cui il Psg liquidò la Stella Rossa, su quelle cinque reti di scarto sulle quali ci fu puntata olezzosa. 

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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