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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Lozano è un crack, Ilicic una certezza"
22.05.2019 19:28 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ricapitoliamo? E sì, ricapitoliamo. Chi ha avuto, ha, la bontà e la pazienza di seguirmi sa bene come la penso. Ho sempre valutato più che buona la stagione azzurra. Certo, in determinati momenti, in alcune fasi critiche, il Napoli s'è impuntato. E del resto, che cosa vogliamo, il suo simbolo è pur sempre il ciuccio. Scherzo, naturalmente. C'è stato un calo fisico nel bel mezzo delle coppe. E pure tanta jella, come quella avuta nel girone di Champions. La flessione fisica sarà già stata monitorata e sono certo che gli esperti del settore medico avranno capito dove e come intervenire. Una stagione più che buona, nella quale la squadra azzurra s'è ritagliata ancora una volta la veste di antagonista unica della Madama. Distanziando squadre che nei pronostici dell'estate erano date più competitive, che avrebbero dovuto ricacciare il Napoli sull'orlo della quarta, quinta posizione. E' finita come è finita. E fossi negli "esperti" dei giornali, quelli sportivi in particolare, mi manterrei più sul vago per non incorrere in figure meschine. Perché l'appassionato non dimentica. Quanto agli addetti ai lavori, quelli sommi, cioè gli allenatori, il mio consiglio è di mantenere sempre un profilo basso. Esempio: come dimenticare lo Spalletti ringalluzzito di qualche mese fa che annuncia urbi et orbi: abbiamo il Napoli nel mirino! Oddio, avesse detto: vediamo il Napoli dal binocolo, sarebbe stato più giusto, si sarebbe evitata una guasconerìa, meglio: una cineserìa. Perché poi accade che la Beneamata, nella penultima giornata, debba far visita al Ciuccio e che questi gli rifili quattro calcioni laddove non batte il sole. Insomma, una figuraccia, di quelle storiche, senza se e senza ma. 'Na paliata che ha sancito un distacco di tredici punti che vuol dire essere anni luce davanti, per bellezza, tecnica e personalità. Credo che il buon Handanovic, il portiere più forte del campionato, sognerà per tanti notti ancora l'incubo di quel missile polacco e tutto il resto. E che Miranda, nome da Tinto Brass, abbia ancora il mal di testa pensando allo sgusciante belga che ha un nome da campanello elettrico con filo scoperto e dunque: scossa. Bene. Intanto è l'ora delle scelte. Chi lasciar partire e chi accogliere nel ritiro di Dimaro. Personalmente, avrei idee chiare ma conta poco o nulla. E comunque, ricapitoliamo: un esterno di difesa, un centrale, un centrocampista, un attaccante. Almeno. Nomi non ne faccio, per carità. Dei nomi fatti mi intriga Lozano che considero un crack. Il nome fresco è quello di Ilicic, uno che da solo è capace di vincere una partita. Uno degli artefici dell'Atalanta delle meraviglie, squadra che appassiona per come gioca e che definirei l'Ajax di casa nostra. Ho soltanto una perplessità: con la presenza dello sloveno nell'undici titolare, per Insigne sarebbe dura trovare posto e collocazione tattica. Ma questo è un mio pensiero e come ho detto più su, conta poco o niente. E, però, meditate gente, meditate.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Lozano è un crack, Ilicic una certezza"

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22/05/2024 - 19:28

NAPOLI - Ricapitoliamo? E sì, ricapitoliamo. Chi ha avuto, ha, la bontà e la pazienza di seguirmi sa bene come la penso. Ho sempre valutato più che buona la stagione azzurra. Certo, in determinati momenti, in alcune fasi critiche, il Napoli s'è impuntato. E del resto, che cosa vogliamo, il suo simbolo è pur sempre il ciuccio. Scherzo, naturalmente. C'è stato un calo fisico nel bel mezzo delle coppe. E pure tanta jella, come quella avuta nel girone di Champions. La flessione fisica sarà già stata monitorata e sono certo che gli esperti del settore medico avranno capito dove e come intervenire. Una stagione più che buona, nella quale la squadra azzurra s'è ritagliata ancora una volta la veste di antagonista unica della Madama. Distanziando squadre che nei pronostici dell'estate erano date più competitive, che avrebbero dovuto ricacciare il Napoli sull'orlo della quarta, quinta posizione. E' finita come è finita. E fossi negli "esperti" dei giornali, quelli sportivi in particolare, mi manterrei più sul vago per non incorrere in figure meschine. Perché l'appassionato non dimentica. Quanto agli addetti ai lavori, quelli sommi, cioè gli allenatori, il mio consiglio è di mantenere sempre un profilo basso. Esempio: come dimenticare lo Spalletti ringalluzzito di qualche mese fa che annuncia urbi et orbi: abbiamo il Napoli nel mirino! Oddio, avesse detto: vediamo il Napoli dal binocolo, sarebbe stato più giusto, si sarebbe evitata una guasconerìa, meglio: una cineserìa. Perché poi accade che la Beneamata, nella penultima giornata, debba far visita al Ciuccio e che questi gli rifili quattro calcioni laddove non batte il sole. Insomma, una figuraccia, di quelle storiche, senza se e senza ma. 'Na paliata che ha sancito un distacco di tredici punti che vuol dire essere anni luce davanti, per bellezza, tecnica e personalità. Credo che il buon Handanovic, il portiere più forte del campionato, sognerà per tanti notti ancora l'incubo di quel missile polacco e tutto il resto. E che Miranda, nome da Tinto Brass, abbia ancora il mal di testa pensando allo sgusciante belga che ha un nome da campanello elettrico con filo scoperto e dunque: scossa. Bene. Intanto è l'ora delle scelte. Chi lasciar partire e chi accogliere nel ritiro di Dimaro. Personalmente, avrei idee chiare ma conta poco o nulla. E comunque, ricapitoliamo: un esterno di difesa, un centrale, un centrocampista, un attaccante. Almeno. Nomi non ne faccio, per carità. Dei nomi fatti mi intriga Lozano che considero un crack. Il nome fresco è quello di Ilicic, uno che da solo è capace di vincere una partita. Uno degli artefici dell'Atalanta delle meraviglie, squadra che appassiona per come gioca e che definirei l'Ajax di casa nostra. Ho soltanto una perplessità: con la presenza dello sloveno nell'undici titolare, per Insigne sarebbe dura trovare posto e collocazione tattica. Ma questo è un mio pensiero e come ho detto più su, conta poco o niente. E, però, meditate gente, meditate.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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