NAPOLI - Partiamo da un presupposto. Una vittoria contro la Juventus non avrebbe cambiato l'esito del campionato in corso. Sarebbe stata una soddisfazione per l'ambiente, magari avrebbe lanciato un segnale importante in vista della prossima stagione, ma non avrebbe invertito la rotta. Possiamo stare qui ad appellarci agli errori di Malcuit e Insigne, del tuffo di Cristiano Ronaldo, mai toccato (al massimo sfiorato col pensiero) da Meret, dell'arbitro Rocchi che si fida dei colleghi e segna una partita senza degnarsi di andare a visualizzare la VAR. Tant'è che, ai primi di marzo, se guardi la classifica leggi un distacco evidente tra prima e seconda: 16 punti. Non sono pochi. E allora? Cosa si può fare per annullare il gap? Bisogna essere più cinici. Sporchi, brutti e cattivi. Non mi interessano i discorsi da fatturato. In campo ci vanno sempre in 11 contro 11. In un mondo in cui l'errore direzionale è dietro l'angolo, occorre essere più forti anche di questi aspetti. Non giocare la palla di prima verso il portiere, se gli avversari non commettono errori in fase di palleggio. E provare a farsi sentire di piu' sui calci piazzati e con i tiri dalla distanza, se l'inerzia della partita non vuole cambiare. Fare le cose semplici. Un po' come e' accaduto nell'arrembaggio del secondo tempo. Perche' per certi versi il Napoli ha dominato, nonostante avesse sul groppone il primo tempo di sviste e reti subìte, che avrebbero steso chiunque. Non fosse arrivato il raddoppio di Emre Can, probabilmente sarebbe finita diversamente. D'altronde, si sa, per sbagliare bisogna anche assumersi delle responsabilità. Ecco perche' non me la sento di gettare la croce addosso a Insigne, dopo una prestazione generosa e d'impeto. L'impegno non e' mancato. Dalla verve di Allan, al giro-palla di Fabian Ruiz, passando per la grinta di Koulibaly e Maksimovic, senza dimenticare il gioco oscuro di Callejon. Se poi ci aggiungi un sontuoso Zielinski, ecco che le note positive superano quelle negative. Perche' dopo 26 minuti Milik, autore di un solo tocco di palla verso la linea laterale, non lo puoi giudicare, come non puoi dire molto di Ounas, in campo con irruenza e voglia di fare, forse troppa. Lo stesso Mertens ci ha messo il suo. Forse solo Hysaj, ma era pur sempre adattato a sinistra, e Malcuit sono venuti un po' meno negli episodi. Per cui, tocca limare gli errori, correggersi e ripartire, consapevoli di avere una forza d'animo che in pochi sanno far emergere nei momenti difficili, proprio com'e' accaduto contro la Juve, sotto di due gol e con un uomo in meno. Solo così puoi arrivare lontano in Europa League e chiudere a testa alta il campionato, magari con un margine di distacco inferiore a quello attuale, che non può essere onestamente gratificante per nessuno. Avanti Napoli, rialza la testa, asciuga le lacrime di rabbia e colpisci!

di Napoli Magazine
04/03/2019 - 20:25
NAPOLI - Partiamo da un presupposto. Una vittoria contro la Juventus non avrebbe cambiato l'esito del campionato in corso. Sarebbe stata una soddisfazione per l'ambiente, magari avrebbe lanciato un segnale importante in vista della prossima stagione, ma non avrebbe invertito la rotta. Possiamo stare qui ad appellarci agli errori di Malcuit e Insigne, del tuffo di Cristiano Ronaldo, mai toccato (al massimo sfiorato col pensiero) da Meret, dell'arbitro Rocchi che si fida dei colleghi e segna una partita senza degnarsi di andare a visualizzare la VAR. Tant'è che, ai primi di marzo, se guardi la classifica leggi un distacco evidente tra prima e seconda: 16 punti. Non sono pochi. E allora? Cosa si può fare per annullare il gap? Bisogna essere più cinici. Sporchi, brutti e cattivi. Non mi interessano i discorsi da fatturato. In campo ci vanno sempre in 11 contro 11. In un mondo in cui l'errore direzionale è dietro l'angolo, occorre essere più forti anche di questi aspetti. Non giocare la palla di prima verso il portiere, se gli avversari non commettono errori in fase di palleggio. E provare a farsi sentire di piu' sui calci piazzati e con i tiri dalla distanza, se l'inerzia della partita non vuole cambiare. Fare le cose semplici. Un po' come e' accaduto nell'arrembaggio del secondo tempo. Perche' per certi versi il Napoli ha dominato, nonostante avesse sul groppone il primo tempo di sviste e reti subìte, che avrebbero steso chiunque. Non fosse arrivato il raddoppio di Emre Can, probabilmente sarebbe finita diversamente. D'altronde, si sa, per sbagliare bisogna anche assumersi delle responsabilità. Ecco perche' non me la sento di gettare la croce addosso a Insigne, dopo una prestazione generosa e d'impeto. L'impegno non e' mancato. Dalla verve di Allan, al giro-palla di Fabian Ruiz, passando per la grinta di Koulibaly e Maksimovic, senza dimenticare il gioco oscuro di Callejon. Se poi ci aggiungi un sontuoso Zielinski, ecco che le note positive superano quelle negative. Perche' dopo 26 minuti Milik, autore di un solo tocco di palla verso la linea laterale, non lo puoi giudicare, come non puoi dire molto di Ounas, in campo con irruenza e voglia di fare, forse troppa. Lo stesso Mertens ci ha messo il suo. Forse solo Hysaj, ma era pur sempre adattato a sinistra, e Malcuit sono venuti un po' meno negli episodi. Per cui, tocca limare gli errori, correggersi e ripartire, consapevoli di avere una forza d'animo che in pochi sanno far emergere nei momenti difficili, proprio com'e' accaduto contro la Juve, sotto di due gol e con un uomo in meno. Solo così puoi arrivare lontano in Europa League e chiudere a testa alta il campionato, magari con un margine di distacco inferiore a quello attuale, che non può essere onestamente gratificante per nessuno. Avanti Napoli, rialza la testa, asciuga le lacrime di rabbia e colpisci!
