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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Gode Napoli con una vittoria in perfetto stile Mazzarri, servita su un piatto d'argento da quel fenomeno ritrovato di Khvicha Kvaratskhelia!"
05.02.2024 23:55 di Napoli Magazine
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NAPOLI - Chi si attendeva una goleada del Napoli sarà rimasto deluso, ma nel calcio contano i tre punti. E per come si era messa la partita contro il Verona, con gli scaligeri in vantaggio al 72°  grazie allo stacco di spalla di Coppola su incredibile dormita della difesa, non c'è da gridare al miracolo, ma quasi. Annata balorda, che ora il buon Mazzarri sta provando a raddrizzare, forte anche di una panchina rinnovata nella sostanza e nello spirito. Senza Zielinski (ufficialmente infortunato e fuori dalla lista Champions per dare spazio ai calciatori in prestito con diritto di riscatto esercitabile) il centrocampo ha ritrovato Anguissa, anche se a dire il vero come al solito si è retto su Lobotka, dato che Cajuste ancora fa fatica a trovare le misure. Tra i pali Gollini resta una certezza, e va sottolineato: sia quando esce a braccia elevate che quando fa ripartire l'azione (con Ngonge emozionato probabilmente per il lancio millimetrico) o semplicemente quando ribatte con cognizione di causa le conclusioni avversarie. In difesa, invece, si continua a soffrire sulle palle alte: Mazzarri, nel post gara, ha "svelato" la cruda verità che tutti conosciamo ("Siamo strutturalmente bassini", ndr), eppure io renderei Ostigard inamovibile, con Rrahmani centrale e Natan sul centrosinistra. In parole povere, meglio la difesa a 3, che sia poi 3-4-3 o 3-5-2 o 3-4-1-2 spetta al mister deciderlo. Con questo assetto si balla meno del solito. Intanto Di Lorenzo è ancora alla ricerca del suo vero io, nonostante qualche evidente segnale di ripresa. I nervi, invece, sono saltati ad inizio secondo tempo a Mario Rui, rabbia comprensibile per i costanti calcetti subìti, anche perchè grazie al suo gioco di sostegno si è rivisto il vero Kvaratskhelia. Il georgiano è stato l'uomo partita, colui che ha illuminato la strada verso il successo, la luce che ha dato un senso alla partita, ormai incanalatasi sul binario del pareggio, dopo l'ottimo duetto Lindstrom-Ngonge. A proposito di Jesper: De Laurentiis alla vigilia lo aveva definito sostanzialmente trequartista, bacchettando la stampa poco erudita sul suo storico raggio d'azione sul terreno di gioco. Va detto però che più che come trequartista, il danese ha reso meglio come interno di centrocampo e d'attacco leggermente spostato a sinistra, tant'è che prima è arrivato l'assist per la rete di Ngonge, con una buona freddezza e lucidità mostrata in termini di controllo ed assist coi tempi giusti, e poi una buona dose di rapidità nella ripartenza giostrata insieme al subentrato Mazzocchi (anche lui lodevole per lo spirito mostrato in campo) per il definitivo sigillo di Kvara. A Politano, così come a Lobotka, che hanno sempre tirato la carretta in questi mesi va solo detto grazie, anche a fronte di qualche errore commesso. Pessimo l'arbitro Piccinini, mal coadiuvato dal VAR Di Bello: nel primo tempo c'era un rigore grande come una casa per fallo di Cabal su Kvara, oltre ad un angolo non concesso dopo una deviazione (sempre su tiro del georgiano) che anche l'ultimo spettatore posizionato nel più recondito anello dello Stadio Maradona aveva certamente notato. C'è da dire che in una stagione così particolare suggerirei di fare di necessità virtù. Per cui se serve Zielinski, come pure Osimhen, essendo entrambi tesserati del Napoli fino al 30 giugno, vanno utilizzati. Al di là degli spazi che sicuramente avranno Ngonge, Traorè, Dendoncker e Lindstrom, basta alibi: come ha sottolineato Mazzarri, stuzzicato dal mio assist al termine della conferenza stampa post gara (a proposito io ne farei molte di più di conferenze e interviste, magari tre a settimana), restano 15 finali da vincere! Avanti così, a prescindere dall'avversario, i numeri per battere chiunque ci sono! Intanto prendiamoci quest'esultanza da vittoria in extremis alla Mazzarri, godendo a piccoli sorsi il drink gentilmente offerto da Khvicha, l'uomo dall'estro (finalmente) ritrovato. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Gode Napoli con una vittoria in perfetto stile Mazzarri, servita su un piatto d'argento da quel fenomeno ritrovato di Khvicha Kvaratskhelia!"

di Napoli Magazine

05/02/2024 - 23:55

NAPOLI - Chi si attendeva una goleada del Napoli sarà rimasto deluso, ma nel calcio contano i tre punti. E per come si era messa la partita contro il Verona, con gli scaligeri in vantaggio al 72°  grazie allo stacco di spalla di Coppola su incredibile dormita della difesa, non c'è da gridare al miracolo, ma quasi. Annata balorda, che ora il buon Mazzarri sta provando a raddrizzare, forte anche di una panchina rinnovata nella sostanza e nello spirito. Senza Zielinski (ufficialmente infortunato e fuori dalla lista Champions per dare spazio ai calciatori in prestito con diritto di riscatto esercitabile) il centrocampo ha ritrovato Anguissa, anche se a dire il vero come al solito si è retto su Lobotka, dato che Cajuste ancora fa fatica a trovare le misure. Tra i pali Gollini resta una certezza, e va sottolineato: sia quando esce a braccia elevate che quando fa ripartire l'azione (con Ngonge emozionato probabilmente per il lancio millimetrico) o semplicemente quando ribatte con cognizione di causa le conclusioni avversarie. In difesa, invece, si continua a soffrire sulle palle alte: Mazzarri, nel post gara, ha "svelato" la cruda verità che tutti conosciamo ("Siamo strutturalmente bassini", ndr), eppure io renderei Ostigard inamovibile, con Rrahmani centrale e Natan sul centrosinistra. In parole povere, meglio la difesa a 3, che sia poi 3-4-3 o 3-5-2 o 3-4-1-2 spetta al mister deciderlo. Con questo assetto si balla meno del solito. Intanto Di Lorenzo è ancora alla ricerca del suo vero io, nonostante qualche evidente segnale di ripresa. I nervi, invece, sono saltati ad inizio secondo tempo a Mario Rui, rabbia comprensibile per i costanti calcetti subìti, anche perchè grazie al suo gioco di sostegno si è rivisto il vero Kvaratskhelia. Il georgiano è stato l'uomo partita, colui che ha illuminato la strada verso il successo, la luce che ha dato un senso alla partita, ormai incanalatasi sul binario del pareggio, dopo l'ottimo duetto Lindstrom-Ngonge. A proposito di Jesper: De Laurentiis alla vigilia lo aveva definito sostanzialmente trequartista, bacchettando la stampa poco erudita sul suo storico raggio d'azione sul terreno di gioco. Va detto però che più che come trequartista, il danese ha reso meglio come interno di centrocampo e d'attacco leggermente spostato a sinistra, tant'è che prima è arrivato l'assist per la rete di Ngonge, con una buona freddezza e lucidità mostrata in termini di controllo ed assist coi tempi giusti, e poi una buona dose di rapidità nella ripartenza giostrata insieme al subentrato Mazzocchi (anche lui lodevole per lo spirito mostrato in campo) per il definitivo sigillo di Kvara. A Politano, così come a Lobotka, che hanno sempre tirato la carretta in questi mesi va solo detto grazie, anche a fronte di qualche errore commesso. Pessimo l'arbitro Piccinini, mal coadiuvato dal VAR Di Bello: nel primo tempo c'era un rigore grande come una casa per fallo di Cabal su Kvara, oltre ad un angolo non concesso dopo una deviazione (sempre su tiro del georgiano) che anche l'ultimo spettatore posizionato nel più recondito anello dello Stadio Maradona aveva certamente notato. C'è da dire che in una stagione così particolare suggerirei di fare di necessità virtù. Per cui se serve Zielinski, come pure Osimhen, essendo entrambi tesserati del Napoli fino al 30 giugno, vanno utilizzati. Al di là degli spazi che sicuramente avranno Ngonge, Traorè, Dendoncker e Lindstrom, basta alibi: come ha sottolineato Mazzarri, stuzzicato dal mio assist al termine della conferenza stampa post gara (a proposito io ne farei molte di più di conferenze e interviste, magari tre a settimana), restano 15 finali da vincere! Avanti così, a prescindere dall'avversario, i numeri per battere chiunque ci sono! Intanto prendiamoci quest'esultanza da vittoria in extremis alla Mazzarri, godendo a piccoli sorsi il drink gentilmente offerto da Khvicha, l'uomo dall'estro (finalmente) ritrovato. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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