NAPOLI - Uno scivolone imprevisto, per certi versi antipatico per come si è sviluppato e concluso. Tuttavia con la vittoria dell'Inter contro la Roma, in fin dei conti è come se iniziasse ora una nuova stagione per il Napoli a 15 punti insieme ai nerazzurri e ai giallorossi. Magra consolazione, se si pensa che con un pizzico di attenzione in più si sarebbe potuto approfittare a piene mani di questo settimo turno di campionato. Ed invece no. Il Napoli "bellino", come l'ha definito Conte, si è fermato ancor prima di scendere in campo, quando McTominay e Hojlund hanno alzato bandiera bianca, rispettivamente per un trauma contusivo alla caviglia sinistra (in seguito al taglio avvenuto lo scorso giovedì in un constrasto per il quale gli sono stati applicati sei punti di sutura) e per un affaticamento muscolare alla coscia sinistra. "Non forzo nessuno, ma se erano qui c'era l'intenzione di farli giocare", ha fatto poi sapere l'allenatore partenopeo. Certo è che non ci si può fermare dinanzi a questi imprevisti, anche se si parla di titolarissimi, ai quali già mancano Lobotka, Rrahmani, Lukaku e parzialmente Politano e Buongiorno (questi ultime due fatti entrare in campo da Conte a gara in corso per tentare l'inversione di tendenza). Troppo poco l'arrembaggio nel finale, che ha prodotto soltanto il palo di Matteo e il gol in fuorigioco di Noa Lang (fino a quel momento fumoso), per una squadra che ha cucito sul petto il tricolore. Non si chiede di vincere a tutti i costi ogni partita, ma almeno che quando si verificano le opportunità di vedere in campo chi ha avuto finora meno spazio non dimostrino di non essere all'altezza della situazione. Era successo a Milano con Marianucci, e purtroppo si è verificato a Torino. Stavolta gli errori gravi li hanno commessi in due: su tutti l'erroraccio di Gilmour, che di fatto ha lanciato in rete l'ex azzurro Simeone, in un perfetto slalom gigante (apprezzabile la sua commozione), e dall'altro lato un Lucca onestamente impalpabile. La crescita del Napoli passa sicuramente anche attraverso le prestazioni dei nuovi acquisti che, finora, eccezion fatta per quel fenomeno di Kevin De Bruyne (e chiaramente di Hojlund, con in parte lo stesso Milinkovic-Savic) non hanno raggiunto ancora il livello dei compagni più blasonati. Bene ha fatto Conte ad inserire anche Ambrosino, proprio per lanciare un segnale ben preciso a tutto lo spogliatoio. Tutti reclamano spazio e chiedono le opportunità per mettersi in mostra, ma se questi sono i risultati, anzichè sfruttare le occasioni che si presentano, si rischia di sperare solo nella pronta guarigione di chi è fermo ai box. Auspico pertanto una reazione d'orgoglio e di carattere da parte di chi si è reso protagonista in negativo di questi due scivoloni in campionato, anche perchè non c'è tempo di piangere sul latte versato, essendoci in sequenza gli impegni ravvicinati contro PSV, Inter, Lecce, Como, Eintracht e Bologna. Se la squadra non gira, nemmeno la buona volontà di Anguissa, Spinazzola e De Bruyne può fare la differenza. Contro i granata, ad onor del vero, non si sono registrate grandi preoccupazioni dalle parti di Milinkovic-Savic, per questo l'amarezza resta evidente: era un match che si sarebbe potuto vincere. Archiviata Torino, bisogna ripartire con il piede giusto. A suon di gol e vittorie, stavolta. Hojlund, pensaci tu, perchè senza i gol degli attaccanti non si cantano messe.
di Napoli Magazine
19/10/2025 - 09:30
NAPOLI - Uno scivolone imprevisto, per certi versi antipatico per come si è sviluppato e concluso. Tuttavia con la vittoria dell'Inter contro la Roma, in fin dei conti è come se iniziasse ora una nuova stagione per il Napoli a 15 punti insieme ai nerazzurri e ai giallorossi. Magra consolazione, se si pensa che con un pizzico di attenzione in più si sarebbe potuto approfittare a piene mani di questo settimo turno di campionato. Ed invece no. Il Napoli "bellino", come l'ha definito Conte, si è fermato ancor prima di scendere in campo, quando McTominay e Hojlund hanno alzato bandiera bianca, rispettivamente per un trauma contusivo alla caviglia sinistra (in seguito al taglio avvenuto lo scorso giovedì in un constrasto per il quale gli sono stati applicati sei punti di sutura) e per un affaticamento muscolare alla coscia sinistra. "Non forzo nessuno, ma se erano qui c'era l'intenzione di farli giocare", ha fatto poi sapere l'allenatore partenopeo. Certo è che non ci si può fermare dinanzi a questi imprevisti, anche se si parla di titolarissimi, ai quali già mancano Lobotka, Rrahmani, Lukaku e parzialmente Politano e Buongiorno (questi ultime due fatti entrare in campo da Conte a gara in corso per tentare l'inversione di tendenza). Troppo poco l'arrembaggio nel finale, che ha prodotto soltanto il palo di Matteo e il gol in fuorigioco di Noa Lang (fino a quel momento fumoso), per una squadra che ha cucito sul petto il tricolore. Non si chiede di vincere a tutti i costi ogni partita, ma almeno che quando si verificano le opportunità di vedere in campo chi ha avuto finora meno spazio non dimostrino di non essere all'altezza della situazione. Era successo a Milano con Marianucci, e purtroppo si è verificato a Torino. Stavolta gli errori gravi li hanno commessi in due: su tutti l'erroraccio di Gilmour, che di fatto ha lanciato in rete l'ex azzurro Simeone, in un perfetto slalom gigante (apprezzabile la sua commozione), e dall'altro lato un Lucca onestamente impalpabile. La crescita del Napoli passa sicuramente anche attraverso le prestazioni dei nuovi acquisti che, finora, eccezion fatta per quel fenomeno di Kevin De Bruyne (e chiaramente di Hojlund, con in parte lo stesso Milinkovic-Savic) non hanno raggiunto ancora il livello dei compagni più blasonati. Bene ha fatto Conte ad inserire anche Ambrosino, proprio per lanciare un segnale ben preciso a tutto lo spogliatoio. Tutti reclamano spazio e chiedono le opportunità per mettersi in mostra, ma se questi sono i risultati, anzichè sfruttare le occasioni che si presentano, si rischia di sperare solo nella pronta guarigione di chi è fermo ai box. Auspico pertanto una reazione d'orgoglio e di carattere da parte di chi si è reso protagonista in negativo di questi due scivoloni in campionato, anche perchè non c'è tempo di piangere sul latte versato, essendoci in sequenza gli impegni ravvicinati contro PSV, Inter, Lecce, Como, Eintracht e Bologna. Se la squadra non gira, nemmeno la buona volontà di Anguissa, Spinazzola e De Bruyne può fare la differenza. Contro i granata, ad onor del vero, non si sono registrate grandi preoccupazioni dalle parti di Milinkovic-Savic, per questo l'amarezza resta evidente: era un match che si sarebbe potuto vincere. Archiviata Torino, bisogna ripartire con il piede giusto. A suon di gol e vittorie, stavolta. Hojlund, pensaci tu, perchè senza i gol degli attaccanti non si cantano messe.