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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, errori imbarazzanti di Juan Jesus e Calzona, ma il tecnico fa i complimenti alla squadra: a 50 punti, invece, c'è poco da sorridere!"
29.04.2024 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sarà che ne ho piene le scatole di questa stagione a dir poco mortificante, ma ascoltare certe analisi a caldo mi lascia ancor più senza parole. Va premesso che il Napoli, per come aveva approcciato al match contro la Roma, è parso leggermente più concentrato rispetto al solito. Magari il ritiro avrà fatto bene (anche se è già stato interrotto con un bel lunedì di riposo), o semplicemente avranno dato un occhio sugli spalti agli onnipresenti 47mila spettatori, tant'è che la partita si è sviluppata in un discreto equilibrio, con predominio territoriale degli azzurri, sterile purtroppo per le tante occasioni gol vanificate. Puoi quindi arrivare anche a tirare 13 volte nello specchio della porta, ma se poi getti il pallone alla Mostra d'Oltremare (vedi Anguissa) o incespichi sul pallone in area piccola (vedi Osimhen in due circostanze), con Politano e Kvara che tirano ma senza cogliere di sorpresa Svilar, il tutto si complica dando fiducia agli avversari. Eppure nonostante il vantaggio giallorosso dagli 11 metri firmato da Dybala (con Meret tuffatosi verso il suo angolo destro senza arrivarci), per il gravissimo errore di Juan Jesus (l'ennesimo stagionale) su Azmoun, il Napoli era stato bravo a reagire: rocambolesco (seppur fortunato ma voluto e cercato) il sigillo mancino di Olivera, giusto e sacrosanto il rigore concesso dal VAR Abisso (dopo l'imbarazzante svista dell'arbitro Sozza, che per incapacità andrebbe retrocesso di categoria) realizzato alla grande da Osimhen, in seguito all'atterramento pacchiano e grossolano operato da Renato Sanches ai danni di Kvaratskhelia. Con un vantaggio del genere conseguito, a decidere il pari finale è stato di fatto un cambio di Calzona: una delle prime regole del calcio e' di non effettuare sostituzioni sui calci d'angolo ed invece ecco che Ostigard prende il posto del già subentrato (e deludente) Traorè, con Jesus ancora una volta sorpreso, ed Abraham tutto solo insacca di testa sul filo del fuorigioco tenuto "onside" per qualche millimetro da Di Lorenzo. Un 2-2 che è piaciuto molto al tecnico, apparso visibilmente soddisfatto in sala stampa per il punto striminzito ottenuto, con tanti complimenti smielati alla squadra ed un plauso alla fase difensiva ed in particolare ai difensori - a suo dire - "bravi a non commettere molti errori". In tutta onestà io non sono invece per niente soddisfatto. A 50 punti, al nono posto in classifica, raggiunti e scavalcati anche dalla Fiorentina, con una squadra incapace di vincere e che raccoglie gol e figuracce ovunque, ritengo che ci sia ben poco da sorridere. Personalmente non avrei tolto dal campo nemmeno Kvara, seppur Calzona ha poi spiegato di aver concordato la decisione insieme al georgiano per evitare che si facesse male. Ma al di là dell'inoppportuno ingresso di Traorè, entrato e poi uscito dopo 19 minuti) mi chiedo sempre l'utilità di inserire Raspadori all'86° minuto (come già capitato a Simeone, stavolta rimasto direttamente in panchina). Senza infamia e senza lode Cajuste e Ngonge, mentre Mazzocchi e Lindstrom (per non parlare dello sconosciuto Dendoncker) hanno assistito ad un altro match dei loro compagni da spettatori non paganti. In attesa della "New Era", per fortuna mancano solo 4 gare alla chiusura del cerchio (sempre più simile ad un buco nero). Resistiamo a denti stretti e poi si vedrà, con una nuova guida tecnica (Conte unica salvezza), calciatori motivati, un nuovo d.s. (Manna già operativo) e prospettive sicuramente più incoraggianti si potrà tornare a parlare di calcio. Quello a cui stiamo assistendo, tra diverbi sui ritiri e questioni economiche, non ha molto a che vedere con il magico mondo del pallone. 

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
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29/04/2024 - 23:55

NAPOLI - Sarà che ne ho piene le scatole di questa stagione a dir poco mortificante, ma ascoltare certe analisi a caldo mi lascia ancor più senza parole. Va premesso che il Napoli, per come aveva approcciato al match contro la Roma, è parso leggermente più concentrato rispetto al solito. Magari il ritiro avrà fatto bene (anche se è già stato interrotto con un bel lunedì di riposo), o semplicemente avranno dato un occhio sugli spalti agli onnipresenti 47mila spettatori, tant'è che la partita si è sviluppata in un discreto equilibrio, con predominio territoriale degli azzurri, sterile purtroppo per le tante occasioni gol vanificate. Puoi quindi arrivare anche a tirare 13 volte nello specchio della porta, ma se poi getti il pallone alla Mostra d'Oltremare (vedi Anguissa) o incespichi sul pallone in area piccola (vedi Osimhen in due circostanze), con Politano e Kvara che tirano ma senza cogliere di sorpresa Svilar, il tutto si complica dando fiducia agli avversari. Eppure nonostante il vantaggio giallorosso dagli 11 metri firmato da Dybala (con Meret tuffatosi verso il suo angolo destro senza arrivarci), per il gravissimo errore di Juan Jesus (l'ennesimo stagionale) su Azmoun, il Napoli era stato bravo a reagire: rocambolesco (seppur fortunato ma voluto e cercato) il sigillo mancino di Olivera, giusto e sacrosanto il rigore concesso dal VAR Abisso (dopo l'imbarazzante svista dell'arbitro Sozza, che per incapacità andrebbe retrocesso di categoria) realizzato alla grande da Osimhen, in seguito all'atterramento pacchiano e grossolano operato da Renato Sanches ai danni di Kvaratskhelia. Con un vantaggio del genere conseguito, a decidere il pari finale è stato di fatto un cambio di Calzona: una delle prime regole del calcio e' di non effettuare sostituzioni sui calci d'angolo ed invece ecco che Ostigard prende il posto del già subentrato (e deludente) Traorè, con Jesus ancora una volta sorpreso, ed Abraham tutto solo insacca di testa sul filo del fuorigioco tenuto "onside" per qualche millimetro da Di Lorenzo. Un 2-2 che è piaciuto molto al tecnico, apparso visibilmente soddisfatto in sala stampa per il punto striminzito ottenuto, con tanti complimenti smielati alla squadra ed un plauso alla fase difensiva ed in particolare ai difensori - a suo dire - "bravi a non commettere molti errori". In tutta onestà io non sono invece per niente soddisfatto. A 50 punti, al nono posto in classifica, raggiunti e scavalcati anche dalla Fiorentina, con una squadra incapace di vincere e che raccoglie gol e figuracce ovunque, ritengo che ci sia ben poco da sorridere. Personalmente non avrei tolto dal campo nemmeno Kvara, seppur Calzona ha poi spiegato di aver concordato la decisione insieme al georgiano per evitare che si facesse male. Ma al di là dell'inoppportuno ingresso di Traorè, entrato e poi uscito dopo 19 minuti) mi chiedo sempre l'utilità di inserire Raspadori all'86° minuto (come già capitato a Simeone, stavolta rimasto direttamente in panchina). Senza infamia e senza lode Cajuste e Ngonge, mentre Mazzocchi e Lindstrom (per non parlare dello sconosciuto Dendoncker) hanno assistito ad un altro match dei loro compagni da spettatori non paganti. In attesa della "New Era", per fortuna mancano solo 4 gare alla chiusura del cerchio (sempre più simile ad un buco nero). Resistiamo a denti stretti e poi si vedrà, con una nuova guida tecnica (Conte unica salvezza), calciatori motivati, un nuovo d.s. (Manna già operativo) e prospettive sicuramente più incoraggianti si potrà tornare a parlare di calcio. Quello a cui stiamo assistendo, tra diverbi sui ritiri e questioni economiche, non ha molto a che vedere con il magico mondo del pallone. 

Antonio Petrazzuolo

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