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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, finito lo strazio, si va fuori dall'Europa dopo 14 anni ma si torna a sorridere con Conte, ecco le cifre e i primi nomi per il mercato"
27.05.2024 23:58 di Napoli Magazine

NAPOLI - Lo scialbo 0-0 tra Napoli e Lecce ha chiuso l'osceno campionato degli azzurri al decimo posto con appena 53 punti totalizzati. Un rendimento indegno per chi ha disonorato lo scudetto cucito sul petto al pari dei tifosi che si sono dovuti sorbire un'annata vergognosa. Eppure sarebbe bastato un gol per non uscire dall'Europa, dopo 14 anni di fila, ma niente da fare: escluso Ngonge, nessuno ha inquadrato la porta giallorossa con un briciolo di applicazione, necessaria per impensierire Falcone, così da Simeone a Raspadori, passando per Osimhen, Kvaratskhelia e Politano, c'è stato solo un susseguirsi di azioni sfasate e senza genio alcuno. Eppure, a dir la verità, di pericoli Meret ne ha corsi veramente pochissimi, forse appena uno, ma niente di particolare. Nel post gara mi sono permesso di evidenziare le mie perplessità a Calzona in sala stampa, gli ho anche chiesto come mai non si fosse dimesso dato che, per sua stessa ammissione, ha dovuto affrontare situazioni extra campo che lo avevano sorpreso. La risposta è stata democristiana, nessun problema con la squadra, nessuna voglia di dimettersi, anche se fatico a comprendere la sua tesi di fare un favore al club, ed un decimo posto che a mio avviso resterà una macchia nera nella sua carriera (come in quella dei calciatori), unitamente a quanto tentato e non riuscito dai suoi predecessori (con tutte le attenuanti delle assenze, della preparazione fisica errata e dello stordimento conseguito dall'addio di Spalletti). Tutti responsabili, dalla società alla squadra, inclusi i tre allenatori. A farne le spese i tifosi, che giustamente hanno manifestato durante il match tutto il loro sdegno per questo campionato balordo vissuto con estrema civiltà al fianco del Napoli sia in casa che in trasferta: dalla Curva A alla Curva B, cori e drappi da applausi. Nel pre gara, all'esterno del Maradona, si respirava però un'aria nuova, di entusiasmo, dovuta alle notizie che si susseguono sul prossimo allenatore Antonio Conte. Diamo qualche dettaglio: contratto triennale, con i primi due anni a 6.5 milioni stagionali più 2 milioni di bonus (che entrano a far parte della base dello stipendio dal terzo anno) al raggiungimento della qualificazione in Champions. I nomi circolati per lo staff sono tutti di valore: da Lele Oriali, un signore, fino a Stellini, G. Conte e Coratti. E poi le prime indicazioni di mercato: Bellanova (al posto di Di Lorenzo, uscito dal campo tra i fischi), Lukaku (per sostituire Osimhen, non appena si scatenerà un'asta tra Chelsea e Psg), Dorgu (del Lecce, che tra l'altro ha centrato un palo a Fuorigrotta), Musah (Milan), senza dimenticare Gudmundsson (Genoa). Kvara e Lobotka i punti fermi. Manna è a lavoro già da qualche settimana: impegno costante nella costruzione del nuovo Napoli, che potrà contare anche sui rientranti Folorunsho e Gaetano. Prospettive interessanti di una squadra che potrebbe avvelersi al centro della difesa pure di un certo Hien, che quest'anno si è messo in luce alla grande con l'Atalanta. In sintesi, con Conte si riparte per vincere, altro che smobilitazione. C'è già da sorridere, era ora, tutto l'ambiente ne aveva un gran bisogno!

 

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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27/05/2024 - 23:58

NAPOLI - Lo scialbo 0-0 tra Napoli e Lecce ha chiuso l'osceno campionato degli azzurri al decimo posto con appena 53 punti totalizzati. Un rendimento indegno per chi ha disonorato lo scudetto cucito sul petto al pari dei tifosi che si sono dovuti sorbire un'annata vergognosa. Eppure sarebbe bastato un gol per non uscire dall'Europa, dopo 14 anni di fila, ma niente da fare: escluso Ngonge, nessuno ha inquadrato la porta giallorossa con un briciolo di applicazione, necessaria per impensierire Falcone, così da Simeone a Raspadori, passando per Osimhen, Kvaratskhelia e Politano, c'è stato solo un susseguirsi di azioni sfasate e senza genio alcuno. Eppure, a dir la verità, di pericoli Meret ne ha corsi veramente pochissimi, forse appena uno, ma niente di particolare. Nel post gara mi sono permesso di evidenziare le mie perplessità a Calzona in sala stampa, gli ho anche chiesto come mai non si fosse dimesso dato che, per sua stessa ammissione, ha dovuto affrontare situazioni extra campo che lo avevano sorpreso. La risposta è stata democristiana, nessun problema con la squadra, nessuna voglia di dimettersi, anche se fatico a comprendere la sua tesi di fare un favore al club, ed un decimo posto che a mio avviso resterà una macchia nera nella sua carriera (come in quella dei calciatori), unitamente a quanto tentato e non riuscito dai suoi predecessori (con tutte le attenuanti delle assenze, della preparazione fisica errata e dello stordimento conseguito dall'addio di Spalletti). Tutti responsabili, dalla società alla squadra, inclusi i tre allenatori. A farne le spese i tifosi, che giustamente hanno manifestato durante il match tutto il loro sdegno per questo campionato balordo vissuto con estrema civiltà al fianco del Napoli sia in casa che in trasferta: dalla Curva A alla Curva B, cori e drappi da applausi. Nel pre gara, all'esterno del Maradona, si respirava però un'aria nuova, di entusiasmo, dovuta alle notizie che si susseguono sul prossimo allenatore Antonio Conte. Diamo qualche dettaglio: contratto triennale, con i primi due anni a 6.5 milioni stagionali più 2 milioni di bonus (che entrano a far parte della base dello stipendio dal terzo anno) al raggiungimento della qualificazione in Champions. I nomi circolati per lo staff sono tutti di valore: da Lele Oriali, un signore, fino a Stellini, G. Conte e Coratti. E poi le prime indicazioni di mercato: Bellanova (al posto di Di Lorenzo, uscito dal campo tra i fischi), Lukaku (per sostituire Osimhen, non appena si scatenerà un'asta tra Chelsea e Psg), Dorgu (del Lecce, che tra l'altro ha centrato un palo a Fuorigrotta), Musah (Milan), senza dimenticare Gudmundsson (Genoa). Kvara e Lobotka i punti fermi. Manna è a lavoro già da qualche settimana: impegno costante nella costruzione del nuovo Napoli, che potrà contare anche sui rientranti Folorunsho e Gaetano. Prospettive interessanti di una squadra che potrebbe avvelersi al centro della difesa pure di un certo Hien, che quest'anno si è messo in luce alla grande con l'Atalanta. In sintesi, con Conte si riparte per vincere, altro che smobilitazione. C'è già da sorridere, era ora, tutto l'ambiente ne aveva un gran bisogno!

 

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