NAPOLI - Troppi mugugni, non sono d'accordo. Il Napoli ha vinto una partita non semplice, in uno Stadio Maradona letteralmente avvolto da vento e gelo. E lo ha fatto senza perdere la testa, dopo aver subìto il gol di Pavoletti, grazie alla troppa generosità di Rrahmani sul cross di Luvumbo e di Juan Jesus in ritardo sull'attaccante cagliaritano. Negli occhi restano i gol di Osimhen, magicamente imbeccato dal rientrante Mario Rui (grandi benedizioni al maestro), e da Kvaratskhelia, pescato con il cucchiaino da Victor e di nuovo in rete dopo ottanta giorni. E su queste due gioie bisogna focalizzare l'attenzione, nonostante la direzione di gara di Marcenaro non all'altezza (assurdo aver sorvolato sulla testata di Pavoletti a Rrahmani, come pure l'aver evitato di sanzionare i fallacci dei rossoblù senza alcun cartellino). In altri recentissimi tempi, non lontani, il Napoli avrebbe perso o pareggiato contro il Cagliari, mentre invece ha portato a casa i tre punti. Ha ragione Mazzarri quando sottolinea l'importanza di aver acquisito la giusta serenià per portare a casa il risultato. E' avvenuto due volte di fila e non è poco. La tenuta atletica non è un aspetto da sottovalutare nelle scelte operate. Basta pensare ai forfait dell'ultimo minuto di Elmas e Zielinski, pedine da sempre fondamentali per l'organico. C'è chi avrebbe voluto vedere Lindstrom, ancora in ritardo rispetto ai compagni. Io invece avrei gradito dal primo minuto Gaetano, ma su quest'argomento la risposta è arrivata proprio dal tecnico in sala stampa: non ha ancora i 90 minuti nelle gambe. In tutta sincerità mi sarei aspettato molto di più da Cajuste, che - seppur elogiato da Ranieri - mi è parso non sempre lucido. Bene Di Lorenzo, benissimo Meret su Nandez. In difesa, invece, darei la titolarità fissa a Ostigard, affiancandogli Natan. Da applausi, per dedizione e impegno, Lobotka e Anguissa, con quest'ultimo rimasto in campo stringendo i denti a sostituzioni esaurite. E poi l'attacco: confidando di vedere presto nelle rotazioni il "Cholito" Simeone, va detto che quei tre lì davanti (Politano, Osimhen e Kvaratskhelia, e per certi versi anche Raspadori a gara in corso) sono sempre un gran bel vedere. Certo, bisognerebbe essere più cinici, risolutivi e chiudere prima i conti, senza concedere varchi agli avversari per evitare di soffrire. Siamo tutti d'accordo. Ma la sensazione è che il lungo periodaccio stia pian piano restando alle spalle di questi ragazzi, rinvigoriti e rigenerati da Walter Mazzarri. E' l'entusiasmo, il carattere e la personalità che fanno la differenza in certi frangenti. E gli effetti della cura iniziano già a vedersi. Io sono tra quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno. Via i pessimisti. E' il momento di accompagnare la squadra in questa risalita: Frosinone, Roma e Monza sono altri tre test impegnativi dietro l'angolo ed alla portata del Napoli che, scrollatasi di dosso la tristezza degli ultimi mesi, può tornare a far sognare. Avanti il prossimo, senza alcuna paura.

di Napoli Magazine
17/12/2023 - 23:59
NAPOLI - Troppi mugugni, non sono d'accordo. Il Napoli ha vinto una partita non semplice, in uno Stadio Maradona letteralmente avvolto da vento e gelo. E lo ha fatto senza perdere la testa, dopo aver subìto il gol di Pavoletti, grazie alla troppa generosità di Rrahmani sul cross di Luvumbo e di Juan Jesus in ritardo sull'attaccante cagliaritano. Negli occhi restano i gol di Osimhen, magicamente imbeccato dal rientrante Mario Rui (grandi benedizioni al maestro), e da Kvaratskhelia, pescato con il cucchiaino da Victor e di nuovo in rete dopo ottanta giorni. E su queste due gioie bisogna focalizzare l'attenzione, nonostante la direzione di gara di Marcenaro non all'altezza (assurdo aver sorvolato sulla testata di Pavoletti a Rrahmani, come pure l'aver evitato di sanzionare i fallacci dei rossoblù senza alcun cartellino). In altri recentissimi tempi, non lontani, il Napoli avrebbe perso o pareggiato contro il Cagliari, mentre invece ha portato a casa i tre punti. Ha ragione Mazzarri quando sottolinea l'importanza di aver acquisito la giusta serenià per portare a casa il risultato. E' avvenuto due volte di fila e non è poco. La tenuta atletica non è un aspetto da sottovalutare nelle scelte operate. Basta pensare ai forfait dell'ultimo minuto di Elmas e Zielinski, pedine da sempre fondamentali per l'organico. C'è chi avrebbe voluto vedere Lindstrom, ancora in ritardo rispetto ai compagni. Io invece avrei gradito dal primo minuto Gaetano, ma su quest'argomento la risposta è arrivata proprio dal tecnico in sala stampa: non ha ancora i 90 minuti nelle gambe. In tutta sincerità mi sarei aspettato molto di più da Cajuste, che - seppur elogiato da Ranieri - mi è parso non sempre lucido. Bene Di Lorenzo, benissimo Meret su Nandez. In difesa, invece, darei la titolarità fissa a Ostigard, affiancandogli Natan. Da applausi, per dedizione e impegno, Lobotka e Anguissa, con quest'ultimo rimasto in campo stringendo i denti a sostituzioni esaurite. E poi l'attacco: confidando di vedere presto nelle rotazioni il "Cholito" Simeone, va detto che quei tre lì davanti (Politano, Osimhen e Kvaratskhelia, e per certi versi anche Raspadori a gara in corso) sono sempre un gran bel vedere. Certo, bisognerebbe essere più cinici, risolutivi e chiudere prima i conti, senza concedere varchi agli avversari per evitare di soffrire. Siamo tutti d'accordo. Ma la sensazione è che il lungo periodaccio stia pian piano restando alle spalle di questi ragazzi, rinvigoriti e rigenerati da Walter Mazzarri. E' l'entusiasmo, il carattere e la personalità che fanno la differenza in certi frangenti. E gli effetti della cura iniziano già a vedersi. Io sono tra quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno. Via i pessimisti. E' il momento di accompagnare la squadra in questa risalita: Frosinone, Roma e Monza sono altri tre test impegnativi dietro l'angolo ed alla portata del Napoli che, scrollatasi di dosso la tristezza degli ultimi mesi, può tornare a far sognare. Avanti il prossimo, senza alcuna paura.
