NAPOLI - Se mi avessero detto l'anno scorso, di questi tempi, che 12 mesi dopo ci saremmo ritrovati con un Napoli in crisi mi sarei messo a ridere. E invece siamo qui, senza parole, dinanzi ad una squadra senz'anima e senza gioco, che cammina in campo disonorando con indifferenza, gara dopo gara, lo Scudetto cucito sul petto (roba da record negativo assoluto nella storia del calcio mondiale). Inutile parlare di obiettivi da raggiungere, quando manca la dignità per affrontare una partita di calcio. Capisco i soldi e gli interessi, ma qui non si vede più la voglia di giocare a pallone! Prima di tutto, ora, serve salvare la categoria. Per cui, senza troppi giri di parole, il prima possibile vanno ottenuti i 12 punti necessari per restare in serie A. E il primo scontro diretto per la salvezza sarà proprio contro la Salernitana, sabato prossimo allo Stadio Maradona. Devo poi personalmente chiedere scusa a Rudi Garcia; perchè pensavo che fosse lui, unitamente al preparatore atletico Rongoni, il vero problema di quest'annata balorda. Certo, le responsabilità per il rendimento altalenante restano in parte anche sue, ma dall'arrivo di Mazzarri ad oggi mi sarei aspettato un'inversione di tendenza, che non è arrivata. Nessun alibi ai calciatori e critiche oggettive anche alla gestione tecnica, dopo una settimana di lavoro per preparare la sfida di Torino. Fatte salve le vittorie contro Atalanta, Braga e Cagliari, sono arrivate 6 sconfitte roboanti e 1 pareggio tra campionato, Coppa Italia e Champions League. Troppe cocenti delusioni per dare la colpa solo alle assenze, agli infortuni e agli arbitri. In una situazione di difficoltà spesso la soluzione sta nel fare le cose semplici, rintanandosi in automatismi e certezze che ormai non ci sono più, pertanto veder marcire in panchina Simeone, l'unico attaccante centrale a disposizione, con una squadra che non segna più, concedendogli pochi minuti, o gettandolo nella mischia a risultato compromesso, e con la consapevolezza che è richiestissimo da diverse squadre sul mercato, resta a mio avviso uno dei tanti misteri irrisolti di questa stagione. Va bene l'emergenza, capisco che mancano Anguissa e Osimhen, ma prendere tre gol dal Torino, assistendo al valzer di orrori disegnato da Di Lorenzo, Rrahmani e Juan Jesus resta sinceramente sconcertante oltre che inconcepibile. Mario Rui e Lobotka, così come Politano, hanno provato a predicare nel buio. Zielinski, come spesso accaduto quest'anno, è incappato in una giornata storta, ma toglierlo dal campo non mi è parsa una mossa azzeccata. Il tutto senza dimenticare gli spettatori in campo, ovvero Kvaratskhelia e Raspadori oltre ai "nuovi" acquisti Cajuste e Lindstrom che continuano a deludere, per non parlare di Mazzocchi, la cui espulsione "lampo", che ha dato la definitiva spinta verso la settima sconfitta stagionale della squadra, avrà fatto impallidire perfino "Rambo" Policano, avvezzo ai cartellini prima ancora di calcare il terreno di gioco. Ho apprezzato le scuse di ADL dopo Napoli-Monza ed ho ascoltato quelle di Meluso a Torino. Ormai, però, non bastano nemmeno più quelle. Va posto immediatamente un argine a questa assuefazione alla sconfitta, altrimenti si rischia l'irrimediabile collasso! Dal mercato devono immediatamente arrivare gli innesti in difesa e a centrocampo per ridare entusiasmo e provare così a far onorare questa seconda parte di stagione. Nel frattempo chi non sente più sua la maglia del Napoli, abbia un guizzo di amor proprio e si faccia da parte. Meglio perdere con i giovani della Primavera in campo, piuttosto che con l'ombra di quelli che furono i beniamini amati da un popolo intero. I tifosi soffrono e non meritano di intossicarsi ogni benedetta partita!

di Napoli Magazine
08/01/2024 - 23:57
NAPOLI - Se mi avessero detto l'anno scorso, di questi tempi, che 12 mesi dopo ci saremmo ritrovati con un Napoli in crisi mi sarei messo a ridere. E invece siamo qui, senza parole, dinanzi ad una squadra senz'anima e senza gioco, che cammina in campo disonorando con indifferenza, gara dopo gara, lo Scudetto cucito sul petto (roba da record negativo assoluto nella storia del calcio mondiale). Inutile parlare di obiettivi da raggiungere, quando manca la dignità per affrontare una partita di calcio. Capisco i soldi e gli interessi, ma qui non si vede più la voglia di giocare a pallone! Prima di tutto, ora, serve salvare la categoria. Per cui, senza troppi giri di parole, il prima possibile vanno ottenuti i 12 punti necessari per restare in serie A. E il primo scontro diretto per la salvezza sarà proprio contro la Salernitana, sabato prossimo allo Stadio Maradona. Devo poi personalmente chiedere scusa a Rudi Garcia; perchè pensavo che fosse lui, unitamente al preparatore atletico Rongoni, il vero problema di quest'annata balorda. Certo, le responsabilità per il rendimento altalenante restano in parte anche sue, ma dall'arrivo di Mazzarri ad oggi mi sarei aspettato un'inversione di tendenza, che non è arrivata. Nessun alibi ai calciatori e critiche oggettive anche alla gestione tecnica, dopo una settimana di lavoro per preparare la sfida di Torino. Fatte salve le vittorie contro Atalanta, Braga e Cagliari, sono arrivate 6 sconfitte roboanti e 1 pareggio tra campionato, Coppa Italia e Champions League. Troppe cocenti delusioni per dare la colpa solo alle assenze, agli infortuni e agli arbitri. In una situazione di difficoltà spesso la soluzione sta nel fare le cose semplici, rintanandosi in automatismi e certezze che ormai non ci sono più, pertanto veder marcire in panchina Simeone, l'unico attaccante centrale a disposizione, con una squadra che non segna più, concedendogli pochi minuti, o gettandolo nella mischia a risultato compromesso, e con la consapevolezza che è richiestissimo da diverse squadre sul mercato, resta a mio avviso uno dei tanti misteri irrisolti di questa stagione. Va bene l'emergenza, capisco che mancano Anguissa e Osimhen, ma prendere tre gol dal Torino, assistendo al valzer di orrori disegnato da Di Lorenzo, Rrahmani e Juan Jesus resta sinceramente sconcertante oltre che inconcepibile. Mario Rui e Lobotka, così come Politano, hanno provato a predicare nel buio. Zielinski, come spesso accaduto quest'anno, è incappato in una giornata storta, ma toglierlo dal campo non mi è parsa una mossa azzeccata. Il tutto senza dimenticare gli spettatori in campo, ovvero Kvaratskhelia e Raspadori oltre ai "nuovi" acquisti Cajuste e Lindstrom che continuano a deludere, per non parlare di Mazzocchi, la cui espulsione "lampo", che ha dato la definitiva spinta verso la settima sconfitta stagionale della squadra, avrà fatto impallidire perfino "Rambo" Policano, avvezzo ai cartellini prima ancora di calcare il terreno di gioco. Ho apprezzato le scuse di ADL dopo Napoli-Monza ed ho ascoltato quelle di Meluso a Torino. Ormai, però, non bastano nemmeno più quelle. Va posto immediatamente un argine a questa assuefazione alla sconfitta, altrimenti si rischia l'irrimediabile collasso! Dal mercato devono immediatamente arrivare gli innesti in difesa e a centrocampo per ridare entusiasmo e provare così a far onorare questa seconda parte di stagione. Nel frattempo chi non sente più sua la maglia del Napoli, abbia un guizzo di amor proprio e si faccia da parte. Meglio perdere con i giovani della Primavera in campo, piuttosto che con l'ombra di quelli che furono i beniamini amati da un popolo intero. I tifosi soffrono e non meritano di intossicarsi ogni benedetta partita!
