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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, un punto che sa di piccola rivalsa e mantiene viva una speranza Champions, prima della rivoluzione"
18.03.2024 22:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Un pareggio a San Siro non è mai un punto banale, o qualcosa da buttare via. Se poi si considera che si era sotto di un gol, ecco che il guizzo di Juan Jesus, propiziato col goniometro da Politano, assume i contorni di una mezza impresa, considerando l'andamento a dir poco altalenante avuto in questa stagione dai campioni d'Italia in carica. Chiaramente questo pari non eviterà quello che tutti si aspettano, ovvero il passaggio di consegne al termine del campionato da Partenope alla Madonnina, ma almeno c'è stata una risposta dignitosa da parte della squadra. Partiamo però con ordine. Da schiaffi gli affondi concessi all'Inter nei primi 20 minuti, è parsa quasi una replica di quello che si era visto in Spagna contro il Barcellona, con la differenza che a Milano il reattivo Meret si è reso protagonista di alcune respinte ravvicinate degne di nota, con Lautaro e Thuram tutto sommato limitati. Resto invece a dir poco perplesso sulla dinamica che ha portato al gol Darmian: prima l'uscita errata di Lobotka, poi la diagonale sbagliata di Olivera con Juan Jesus (ovviamente) distante nella scalata, ed infine Meret (stavolta) per nulla pronto a mettere una pezza su quella conclusione centrale (seppur leggermente deviata) del rude difensore interista. Insomma sembrava l'ennesima sconfitta di un Napoli in bambola in questa stagione tutt'altro che da conservare nei cassetti della memoria. Ed invece, col passare dei minuti, complice il calo dell'Inter, e le sostituzioni operate per mettere una pezza alla poca operosità di Raspadori e Anguissa, c'è stata una minuscola svolta. Grazie ad un Bastoni non lucidissimo, il Napoli ne ha saputo approfittare per trovare la via del gol con Juan Jesus. Certo, chiedere in seguito la rete della vittoria sarebbe stato troppo, ma almeno una piccola rivalsa per l'1-1 raggiunto è stata conseguita. Magra consolazione, mentre resto qui a chiedermi come mai Calzona abbia preferito un falso nueve che di fatto ha girato a vuoto al centro dell'attacco, offuscato in pieno da Acerbi, mentre in panchina oltre al tifoso eccellente Osimhen (che si è preferito tutelare, probabilmente per eccesso di zelo, per evitare di perderlo per altre partite del tutto alla portata degli azzurri) c'era Simeone che non vede la titolarità da un bel pò, il tutto mentre il solito volenteroso Kvara veniva riempito di calci. Intanto si fanno calcoli per capire quanti punti occorrono per centrare la qualificazione alla prossima Champions, almeno un mezzo sorriso resta stampato sul volto dei delusissimi tifosi partenopei. D'altronde mentre si intonava sugli spalti "la capolista se ne va", quel golletto ha bloccato un pò gli entusiasmi dei padroni di casa. Piccole soddisfazioni, per carità, niente in confronto alle gioie del Napoli di Spalletti, ma questo passa attualmente il convento. Ancora 9 partite da provare a vincere, con gli scontri diretti contro Atalanta e Bologna, e la musichetta più celebre d'Europa potrebbe non svanire nel tempio di Maradona. Potrebbe essere un ottimo punto da cui ripartire, con un nuovo progetto tecnico e nuovi volti, nella prossima stagione. Penso che su questo siamo tutti d'accordo.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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NAPOLI - Un pareggio a San Siro non è mai un punto banale, o qualcosa da buttare via. Se poi si considera che si era sotto di un gol, ecco che il guizzo di Juan Jesus, propiziato col goniometro da Politano, assume i contorni di una mezza impresa, considerando l'andamento a dir poco altalenante avuto in questa stagione dai campioni d'Italia in carica. Chiaramente questo pari non eviterà quello che tutti si aspettano, ovvero il passaggio di consegne al termine del campionato da Partenope alla Madonnina, ma almeno c'è stata una risposta dignitosa da parte della squadra. Partiamo però con ordine. Da schiaffi gli affondi concessi all'Inter nei primi 20 minuti, è parsa quasi una replica di quello che si era visto in Spagna contro il Barcellona, con la differenza che a Milano il reattivo Meret si è reso protagonista di alcune respinte ravvicinate degne di nota, con Lautaro e Thuram tutto sommato limitati. Resto invece a dir poco perplesso sulla dinamica che ha portato al gol Darmian: prima l'uscita errata di Lobotka, poi la diagonale sbagliata di Olivera con Juan Jesus (ovviamente) distante nella scalata, ed infine Meret (stavolta) per nulla pronto a mettere una pezza su quella conclusione centrale (seppur leggermente deviata) del rude difensore interista. Insomma sembrava l'ennesima sconfitta di un Napoli in bambola in questa stagione tutt'altro che da conservare nei cassetti della memoria. Ed invece, col passare dei minuti, complice il calo dell'Inter, e le sostituzioni operate per mettere una pezza alla poca operosità di Raspadori e Anguissa, c'è stata una minuscola svolta. Grazie ad un Bastoni non lucidissimo, il Napoli ne ha saputo approfittare per trovare la via del gol con Juan Jesus. Certo, chiedere in seguito la rete della vittoria sarebbe stato troppo, ma almeno una piccola rivalsa per l'1-1 raggiunto è stata conseguita. Magra consolazione, mentre resto qui a chiedermi come mai Calzona abbia preferito un falso nueve che di fatto ha girato a vuoto al centro dell'attacco, offuscato in pieno da Acerbi, mentre in panchina oltre al tifoso eccellente Osimhen (che si è preferito tutelare, probabilmente per eccesso di zelo, per evitare di perderlo per altre partite del tutto alla portata degli azzurri) c'era Simeone che non vede la titolarità da un bel pò, il tutto mentre il solito volenteroso Kvara veniva riempito di calci. Intanto si fanno calcoli per capire quanti punti occorrono per centrare la qualificazione alla prossima Champions, almeno un mezzo sorriso resta stampato sul volto dei delusissimi tifosi partenopei. D'altronde mentre si intonava sugli spalti "la capolista se ne va", quel golletto ha bloccato un pò gli entusiasmi dei padroni di casa. Piccole soddisfazioni, per carità, niente in confronto alle gioie del Napoli di Spalletti, ma questo passa attualmente il convento. Ancora 9 partite da provare a vincere, con gli scontri diretti contro Atalanta e Bologna, e la musichetta più celebre d'Europa potrebbe non svanire nel tempio di Maradona. Potrebbe essere un ottimo punto da cui ripartire, con un nuovo progetto tecnico e nuovi volti, nella prossima stagione. Penso che su questo siamo tutti d'accordo.

 

 

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