NAPOLI - L’aveva già fatto in occasione della partita d’andata e ieri si è ripetuto. Josè Mourinho oltre che un grande allenatore è anche un gran furbacchione e per caricare la sua squadra ha pensato bene di commentare la gara, subito dopo la conclusione, sostenendo che la Roma avrebbe meritato di vincere, altro che sconfitta. Un’amabile bugia raccontata da un lato per nascondere la delusione per il risultato negativo e dall’altro per tenere carica la sua squadra in vista dei prossimi impegni. Comunque piaccia o non piaccia a Mourinho e ai vari commentatori sparsi per la penisola che in molti casi, mettiamola così, non dimostrano entusiasmo per l’irrefrenabile cavalcata degli azzurri, la capolista se ne va, come cantavano l’altro ieri sera i tifosi allo stadio. E non ce n’è per nessuno. Il triangolino basato su tre colori (quella ‘parola’ è meglio non pronunciarla) manca sulle maglie azzurre del Napoli dal 1990. Trentatré anni fa. Erano i tempi in cui Maradona dominava sui campi d’Italia, d’Europa e del Mondo. Un’altra era. Le delusioni, lo smarrimento, le mortificazioni che i tifosi del Napoli hanno subito in certi momenti bui, durante questo lungo percorso, sono nella mente di tutti. Oggi grazie a una squadra straordinaria, a un allenatore top a livello mondiale e – diciamolo – a una dirigenza (dal presidente De Laurentiis a Giuntoli) che ha saputo leggere perfettamente la situazione dal punto di vista tecnico ed economico-finanziario il riscatto è molto probabile che possa avvenire. E non si tratta di un miracolo. Si tratta, invece, di organizzazione, di lavoro, di programmazione, di serietà, di capacità. Ai tifosi non resta altro da fare che stringersi intorno a questa squadra e accompagnarla nel viaggio. Senza esaltazioni, senza eccessi. Se verrà, quando verrà il tempo dei festeggiamenti, Napoli e i napoletani sapranno come fare per rendere ancora una volta unico e indimenticabile quel momento.

Mario Zaccaria

Napoli Magazine 

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