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MR Z - Due riflessioni per Gattuso
24.11.2020 20:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Analizziamo i principali dati statistici di Napoli-Milan. Possesso palla: 59% Napoli, 41% Milan; tiri: 16/11; tiri in porta: 9/7; tiri fuori: 7/4; punizioni: 19/10; calci d’angolo: 8/5; parate: 4/8; falli: 8/16; passaggi completati: 527/289; attacchi: 123/96; attacchi pericolosi: 76/39. Vista così la partita e considerato che la matematica non è un’opinione, che cosa appare? Un dominio del Napoli contro una squadra che ha pensato molto a difendersi e moltissimo a picchiare (per informazioni in proposito, rivolgersi alla...mandibola di Koulibaly) e che ha potuto beneficiare di un portiere (il titolare della Nazionale italiana…) che ha parato molto e bene. E allora, che cosa c’è che non torna? Un sola cosa: il risultato finale che è stato 3-1 per il Milan e non il contrario. Il motivo? Principalmente uno: il Milan ha Ibrahimovic e il Napoli non ce l’ha. Il Milan ha scelto di pagare 7 milioni netti di ingaggio per un anno a un calciatore che in campo fa sempre la differenza, a dispetto dei suoi 39 anni già compiuti. Il Napoli non ha fatto una simile scelta. Nel calcio, si sa, conta anche la matematica ma soprattutto contano i fuoriclasse. Che cosa sarebbe la Juventus se non avesse in rosa Ronaldo? Quanti punti in meno avrebbe in classifica se al posto del portoghese giocasse un quisque de populo, un uomo qualunque? Dunque c’è poco da meravigliarsi se accadono cose che lasciano con l’amaro in bocca come quelle viste domenica sera al San Paolo. Le valutazioni appena fatte, però, non devono servire come alibi per nessuno. Ritengo che Gattuso abbia ragione quando, pur accollandosi la colpa di non riuscire a trasferire alla sua squadra la giusta rabbia agonistica, che lui definisce in maniera colorita ‘veleno’, in sostanza l’accusa di non avere gli attributi giusti. Questo, però, vale fino a un certo punto. Anche lui, a prescindere dalla mancanza di ferocia dei suoi uomini, ha delle manie che meritano attenzione e, perché no, qualche critica. Tanto per incominciare non vuole rassegnarsi all’idea che il 4-2-3-1 non può essere un modulo buono per tutte le stagioni e che ogni partita e ogni avversario hanno caratteristiche diverse e vanno dunque affrontati in maniera diversa. L’abito va confezionato di volta in volta asseconda di chi si ha di fronte. Il modulo offensivo può andar bene con squadre meno dotate sul piano tecnico e su quello tattico. Un centrocampo a due, con Ruiz che non è particolarmente tagliato per la fase di contenimento e di ripartenza veloce, non va bene in certi match – tipo quello con il Milan – in cui c’è necessità di avere maggiore densità davanti alla propria area di rigore. Ma non è soltanto questo il chiodo fisso di Gattuso sul quale il tecnico dovrebbe avere la bontà di fare qualche riflessione un po’ più spinta. Faccia ad esempio una volta o l’altra un approfondimento anche sull’alternanza dei portieri che pratica solo lui e nessun altro allenatore in maniera così estrema e che certo non contribuisce a dare sicurezza ai due diretti interessati i quali si sentono sempre sotto esame, ogni volta che indovinano una parata o, peggio ancora, ogni volta che la sbagliano. Consideri, per piacere, Gattuso anche l’opportunità di certe scelte ricorrenti, come ad esempio quella di preferire, nel caso di assenza di Hysaj, Mario Rui a Ghoulam il quale ultimo, nelle pochissime volte in cui ha avuto il piacere di mettere il piede in campo, ha dimostrato di aver ritrovato una buona vena, un buon passo e un buon piede, dopo un lungo periodo di assenza forzata per gli infortuni e l’inevitabile conseguenza della crisi motivazionale e psicologica che ne è seguita. Insomma l’allenatore cerchi, come è giusto, di infondere più rabbia, più coraggio e più cazzimma ai suoi uomini. Ma nello stesso tempo rifletta un po’ di più su certi suoi pregiudizi difficili da sradicare, se vuole che il Napoli, pur in mancanza di fenomeni strapagati che la società non può o non vuole ingaggiare, abbia un futuro da protagonista in campionato e in Europa League.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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MR Z - Due riflessioni per Gattuso

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24/11/2024 - 20:00

NAPOLI - Analizziamo i principali dati statistici di Napoli-Milan. Possesso palla: 59% Napoli, 41% Milan; tiri: 16/11; tiri in porta: 9/7; tiri fuori: 7/4; punizioni: 19/10; calci d’angolo: 8/5; parate: 4/8; falli: 8/16; passaggi completati: 527/289; attacchi: 123/96; attacchi pericolosi: 76/39. Vista così la partita e considerato che la matematica non è un’opinione, che cosa appare? Un dominio del Napoli contro una squadra che ha pensato molto a difendersi e moltissimo a picchiare (per informazioni in proposito, rivolgersi alla...mandibola di Koulibaly) e che ha potuto beneficiare di un portiere (il titolare della Nazionale italiana…) che ha parato molto e bene. E allora, che cosa c’è che non torna? Un sola cosa: il risultato finale che è stato 3-1 per il Milan e non il contrario. Il motivo? Principalmente uno: il Milan ha Ibrahimovic e il Napoli non ce l’ha. Il Milan ha scelto di pagare 7 milioni netti di ingaggio per un anno a un calciatore che in campo fa sempre la differenza, a dispetto dei suoi 39 anni già compiuti. Il Napoli non ha fatto una simile scelta. Nel calcio, si sa, conta anche la matematica ma soprattutto contano i fuoriclasse. Che cosa sarebbe la Juventus se non avesse in rosa Ronaldo? Quanti punti in meno avrebbe in classifica se al posto del portoghese giocasse un quisque de populo, un uomo qualunque? Dunque c’è poco da meravigliarsi se accadono cose che lasciano con l’amaro in bocca come quelle viste domenica sera al San Paolo. Le valutazioni appena fatte, però, non devono servire come alibi per nessuno. Ritengo che Gattuso abbia ragione quando, pur accollandosi la colpa di non riuscire a trasferire alla sua squadra la giusta rabbia agonistica, che lui definisce in maniera colorita ‘veleno’, in sostanza l’accusa di non avere gli attributi giusti. Questo, però, vale fino a un certo punto. Anche lui, a prescindere dalla mancanza di ferocia dei suoi uomini, ha delle manie che meritano attenzione e, perché no, qualche critica. Tanto per incominciare non vuole rassegnarsi all’idea che il 4-2-3-1 non può essere un modulo buono per tutte le stagioni e che ogni partita e ogni avversario hanno caratteristiche diverse e vanno dunque affrontati in maniera diversa. L’abito va confezionato di volta in volta asseconda di chi si ha di fronte. Il modulo offensivo può andar bene con squadre meno dotate sul piano tecnico e su quello tattico. Un centrocampo a due, con Ruiz che non è particolarmente tagliato per la fase di contenimento e di ripartenza veloce, non va bene in certi match – tipo quello con il Milan – in cui c’è necessità di avere maggiore densità davanti alla propria area di rigore. Ma non è soltanto questo il chiodo fisso di Gattuso sul quale il tecnico dovrebbe avere la bontà di fare qualche riflessione un po’ più spinta. Faccia ad esempio una volta o l’altra un approfondimento anche sull’alternanza dei portieri che pratica solo lui e nessun altro allenatore in maniera così estrema e che certo non contribuisce a dare sicurezza ai due diretti interessati i quali si sentono sempre sotto esame, ogni volta che indovinano una parata o, peggio ancora, ogni volta che la sbagliano. Consideri, per piacere, Gattuso anche l’opportunità di certe scelte ricorrenti, come ad esempio quella di preferire, nel caso di assenza di Hysaj, Mario Rui a Ghoulam il quale ultimo, nelle pochissime volte in cui ha avuto il piacere di mettere il piede in campo, ha dimostrato di aver ritrovato una buona vena, un buon passo e un buon piede, dopo un lungo periodo di assenza forzata per gli infortuni e l’inevitabile conseguenza della crisi motivazionale e psicologica che ne è seguita. Insomma l’allenatore cerchi, come è giusto, di infondere più rabbia, più coraggio e più cazzimma ai suoi uomini. Ma nello stesso tempo rifletta un po’ di più su certi suoi pregiudizi difficili da sradicare, se vuole che il Napoli, pur in mancanza di fenomeni strapagati che la società non può o non vuole ingaggiare, abbia un futuro da protagonista in campionato e in Europa League.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

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