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MR Z - Napoli, in concreto cambia poco, ma la rabbia è tanta!
04.05.2021 18:47 di Napoli Magazine

NAPOLI - In concreto cambia poco. Ma la rabbia è tanta. L’irritazione dipende ovviamente dal fatto di aver visto il Napoli condurre una partita per 94’ minuti, sbagliare clamorose palle gol - per imprecisione, per sufficienza, in qualche caso per la bravura del portiere avversario e in un caso anche per la presunzione dell’arbitro, il quale non si è lasciato neppure sfiorare dal dubbio di poter aver visto male in occasione del secondo gol di Osimhen e dunque dall’utilità cercare spontaneamente il conforto del Var - e venire impallinato a pochi secondi dal termine per una distrazione collettiva della difesa. Certo ce ne faremo una ragione, ma non possiamo non considerare che una vittoria domenica scorsa sarebbe stata forse decisiva nella lotta per la conquista di un posto nella Champions League del prossimo anno. Gli azzurri si sarebbero trovati in seconda posizione in classifica, a pari punti con Milan, Atalanta e Juventus e con la Lazio, che deve ancora recuperare la gara con il Torino, distanziata di cinque lunghezze. Ora, invece, si torna a inseguire. I calcoli che tutti si affannano a fare in queste ore per capire che cosa potrebbe accadere sono molto complicati. Il Napoli, è vero, è due lunghezze sotto alla soglia di qualificazione in Champions, ma si potrà avvantaggiare dagli scontri diretti che attendono le avversarie domenica prossima, quando è in programma la sfida tra Juventus e Milan, e nell’ultima di campionato, quando si giocherà Atalanta-Milan. Agli azzurri dunque basterà vincere le quattro partite che rimangono da disputare per avere la certezza di guadagnarsi un posto al sole. Prima di affrontare il Cagliari la situazione non era molto dissimile. Alla squadra di Gattuso servivano 13 punti, vale a dire quattro vittorie e un pareggio in cinque partite. Nella gara con i sardi è stato bruciato il bonus disponibile. Ora serve vincere sempre. L’impresa, certo, non è impossibile. Sabato c’è da affrontare fuori casa lo Spezia che è ancora in piena lotta per la salvezza, poi l’Udinese in casa, quindi la Fiorentina in campo esterno e infine il Verona al ‘Maradona’. Tutte avversarie abbondantemente alla portata del Napoli e solo i liguri, allenati da Italiano, con la rabbia agonistica che deriva dalla necessità di dover fare punti a tutti i costi. Ma il problema non è tanto nelle motivazioni e nella conseguente concentrazione in campo che la squadra di Gattuso riuscirà a trovare. Le incognite riguardano invece il ‘vizietto’, purtroppo ancora una volta evidenziato contro il Cagliari, che il Napoli ha di creare molte occasioni da gol e di concretizzarne pochissime. In ogni caso bisogna avere fiducia. A nulla servono processi ai giocatori o all’allenatore che ho visto e ho sentito in giro dopo il pareggio di domenica scorsa. Qui non si tratta di indovinare o di sbagliare un cambio. Il problema è forse più nella determinazione sotto rete in certi momenti della partita che però è un difetto strutturale che probabilmente non si può imputare a nessuno. La squadra così è e così ce la dobbiamo tenere fino alla fine. Poi, una volta conclusa la stagione, tutti i ragionamenti saranno fatti e tutte le decisioni saranno prese. Come al solito toccherà farlo al presidente De Laurentiis, che se ne prenderà anche la responsabilità. Oggi, però, cerchiamo di rimanere compatti e di puntare al massimo risultato. Chi tra noi non ha voglia di risentire quella celebre musichetta e quel boato che l’accompagna in uno stadio finalmente pieno di tifosi?

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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04/05/2024 - 18:47

NAPOLI - In concreto cambia poco. Ma la rabbia è tanta. L’irritazione dipende ovviamente dal fatto di aver visto il Napoli condurre una partita per 94’ minuti, sbagliare clamorose palle gol - per imprecisione, per sufficienza, in qualche caso per la bravura del portiere avversario e in un caso anche per la presunzione dell’arbitro, il quale non si è lasciato neppure sfiorare dal dubbio di poter aver visto male in occasione del secondo gol di Osimhen e dunque dall’utilità cercare spontaneamente il conforto del Var - e venire impallinato a pochi secondi dal termine per una distrazione collettiva della difesa. Certo ce ne faremo una ragione, ma non possiamo non considerare che una vittoria domenica scorsa sarebbe stata forse decisiva nella lotta per la conquista di un posto nella Champions League del prossimo anno. Gli azzurri si sarebbero trovati in seconda posizione in classifica, a pari punti con Milan, Atalanta e Juventus e con la Lazio, che deve ancora recuperare la gara con il Torino, distanziata di cinque lunghezze. Ora, invece, si torna a inseguire. I calcoli che tutti si affannano a fare in queste ore per capire che cosa potrebbe accadere sono molto complicati. Il Napoli, è vero, è due lunghezze sotto alla soglia di qualificazione in Champions, ma si potrà avvantaggiare dagli scontri diretti che attendono le avversarie domenica prossima, quando è in programma la sfida tra Juventus e Milan, e nell’ultima di campionato, quando si giocherà Atalanta-Milan. Agli azzurri dunque basterà vincere le quattro partite che rimangono da disputare per avere la certezza di guadagnarsi un posto al sole. Prima di affrontare il Cagliari la situazione non era molto dissimile. Alla squadra di Gattuso servivano 13 punti, vale a dire quattro vittorie e un pareggio in cinque partite. Nella gara con i sardi è stato bruciato il bonus disponibile. Ora serve vincere sempre. L’impresa, certo, non è impossibile. Sabato c’è da affrontare fuori casa lo Spezia che è ancora in piena lotta per la salvezza, poi l’Udinese in casa, quindi la Fiorentina in campo esterno e infine il Verona al ‘Maradona’. Tutte avversarie abbondantemente alla portata del Napoli e solo i liguri, allenati da Italiano, con la rabbia agonistica che deriva dalla necessità di dover fare punti a tutti i costi. Ma il problema non è tanto nelle motivazioni e nella conseguente concentrazione in campo che la squadra di Gattuso riuscirà a trovare. Le incognite riguardano invece il ‘vizietto’, purtroppo ancora una volta evidenziato contro il Cagliari, che il Napoli ha di creare molte occasioni da gol e di concretizzarne pochissime. In ogni caso bisogna avere fiducia. A nulla servono processi ai giocatori o all’allenatore che ho visto e ho sentito in giro dopo il pareggio di domenica scorsa. Qui non si tratta di indovinare o di sbagliare un cambio. Il problema è forse più nella determinazione sotto rete in certi momenti della partita che però è un difetto strutturale che probabilmente non si può imputare a nessuno. La squadra così è e così ce la dobbiamo tenere fino alla fine. Poi, una volta conclusa la stagione, tutti i ragionamenti saranno fatti e tutte le decisioni saranno prese. Come al solito toccherà farlo al presidente De Laurentiis, che se ne prenderà anche la responsabilità. Oggi, però, cerchiamo di rimanere compatti e di puntare al massimo risultato. Chi tra noi non ha voglia di risentire quella celebre musichetta e quel boato che l’accompagna in uno stadio finalmente pieno di tifosi?

 

 

Mario Zaccaria

 

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