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MR Z - Napoli, inutile girarci intorno
23.02.2021 19:52 di Napoli Magazine

NAPOLI - È inutile che continuiamo a girarci intorno. Il Napoli perde e fa brutte figure perché non ha una vera identità di gioco. Le assenze, pur numerose e gravi, non spiegano e non giustificano la mediocrità assoluta mostrata dalla squadra. Essere riusciti a tirare in porta una sola volta in 90 minuti nella partita con l’Atalanta non è un caso. Applicare schemi di gioco prescinde dal fatto che in campo ci siano titolari o riserve, eventualmente è l’esito delle giocate che può risultare diverso. Ma il Napoli ha schemi di gioco? Da quel che si vede, gli azzurri hanno due soli punti di riferimento certi: cominciare l’azione dal portiere, con tutti i rischi - spesso letali - che questo comporta e mantenere il possesso del pallone sempre e comunque, passando indietro a un compagno disponibile piuttosto che puntando verso la porta avversaria. Basta così. Domenica sera nella Roma che affrontava il Benevento, tutto chiuso in difesa anche a causa dell’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Glick, non si è visto neppure un retro passaggio. Anzi se ne è visto uno soltanto che ha fatto imbestialire l’allenatore, Paulo Fonseca il quale ha cominciato a urlare come un forsennato:”Non la devi passare indietro. Avanti, devi puntare la porta”. È una questione di mentalità. Tutto dipende dalle disposizioni che i giocatori ricevono e dalle abitudini che prendono. Quel che appare evidente è che quando gli azzurri raggiungono la trequarti campo non sanno che cosa fare, come preparare l’offensiva. Ecco perché spesso e volentieri dai limiti dell’area di rigore avversaria sono capaci di tornare fino al loro portiere per poi ricominciare daccapo la risalita. Ho sentito da più parti critiche a Osimhen, accusato di toccare poche volte il pallone e di non essere incisivo. Non capisco che cosa potrebbe fare di meglio e di diverso un attaccante con le sue caratteristiche tecniche e fisiche. Con questi chiari di luna tattici, quando al nigeriano arriva il pallone si trova sistematicamente solo in mezzo a un nugolo di avversari. Che cosa potrebbe fare? Non ha mai assistenza, non c’è un compagno vicino con il quale dialogare, non può farsi promotore di un triangolo perché chi lo dovrebbe sostenere è costantemente rivolto verso la propria porta e non verso quella degli avversari. Chi sta per ricevere il pallone ha sempre uno sguardo preventivo fisso alle sue spalle, pronto a cederlo al compagno libero posizionato qualche metro dietro di lui. E così ricomincia il giro. Nessuno si prende la responsabilità di fare un passaggio verticale verso la porta e si va avanti così fino all’esaurimento. Insomma le abitudini ormai radicate della squadra sono queste e la situazione è difficile da ribaltare. Speriamo solo che con il rientro degli infortunati e il miglioramento della qualità tecnica complessiva della squadra la situazione possa mutare in meglio. Ma questa è solo una vaga speranza.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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MR Z - Napoli, inutile girarci intorno

di Napoli Magazine

23/02/2024 - 19:52

NAPOLI - È inutile che continuiamo a girarci intorno. Il Napoli perde e fa brutte figure perché non ha una vera identità di gioco. Le assenze, pur numerose e gravi, non spiegano e non giustificano la mediocrità assoluta mostrata dalla squadra. Essere riusciti a tirare in porta una sola volta in 90 minuti nella partita con l’Atalanta non è un caso. Applicare schemi di gioco prescinde dal fatto che in campo ci siano titolari o riserve, eventualmente è l’esito delle giocate che può risultare diverso. Ma il Napoli ha schemi di gioco? Da quel che si vede, gli azzurri hanno due soli punti di riferimento certi: cominciare l’azione dal portiere, con tutti i rischi - spesso letali - che questo comporta e mantenere il possesso del pallone sempre e comunque, passando indietro a un compagno disponibile piuttosto che puntando verso la porta avversaria. Basta così. Domenica sera nella Roma che affrontava il Benevento, tutto chiuso in difesa anche a causa dell’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Glick, non si è visto neppure un retro passaggio. Anzi se ne è visto uno soltanto che ha fatto imbestialire l’allenatore, Paulo Fonseca il quale ha cominciato a urlare come un forsennato:”Non la devi passare indietro. Avanti, devi puntare la porta”. È una questione di mentalità. Tutto dipende dalle disposizioni che i giocatori ricevono e dalle abitudini che prendono. Quel che appare evidente è che quando gli azzurri raggiungono la trequarti campo non sanno che cosa fare, come preparare l’offensiva. Ecco perché spesso e volentieri dai limiti dell’area di rigore avversaria sono capaci di tornare fino al loro portiere per poi ricominciare daccapo la risalita. Ho sentito da più parti critiche a Osimhen, accusato di toccare poche volte il pallone e di non essere incisivo. Non capisco che cosa potrebbe fare di meglio e di diverso un attaccante con le sue caratteristiche tecniche e fisiche. Con questi chiari di luna tattici, quando al nigeriano arriva il pallone si trova sistematicamente solo in mezzo a un nugolo di avversari. Che cosa potrebbe fare? Non ha mai assistenza, non c’è un compagno vicino con il quale dialogare, non può farsi promotore di un triangolo perché chi lo dovrebbe sostenere è costantemente rivolto verso la propria porta e non verso quella degli avversari. Chi sta per ricevere il pallone ha sempre uno sguardo preventivo fisso alle sue spalle, pronto a cederlo al compagno libero posizionato qualche metro dietro di lui. E così ricomincia il giro. Nessuno si prende la responsabilità di fare un passaggio verticale verso la porta e si va avanti così fino all’esaurimento. Insomma le abitudini ormai radicate della squadra sono queste e la situazione è difficile da ribaltare. Speriamo solo che con il rientro degli infortunati e il miglioramento della qualità tecnica complessiva della squadra la situazione possa mutare in meglio. Ma questa è solo una vaga speranza.

 

 

Mario Zaccaria

 

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