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GOLAZO - Mollichelli: "Il Napoli tinge d'azzurro le vetrine di Amsterdam"
06.10.2022 22:15 di Napoli Magazine

NAPOLI - Fate posto. Nelle celebri vetrine di Amsterdam sfuma il rosso e c'è soltanto l'azzurro. Storico, entusiasmante, da sogno. Tale è stato il successo del Napoli nella casa gloriosa dell'Ajax che con Cruijff divenne modello per il calcio mondiale. Storico: perché una goleada di tali proporzioni - con cinque gol di scarto - i lancieri l'avevano beccata soltanto due volte e dal Fejenoord eterno rivale, agli albori del calcio professionistico nella terra dei tulipani. Entusiasmante: perché al giorno d'oggi è difficile che una squadra prevalga in maniera così schiacciante sull'altra e fuori casa. Da sogno: perché si stentava a credere che fosse realtà la grande bellezza delle manovre, delle giocate, delle reti messe a segno. Eppure, Blind e soci avevano iniziato picchiando di brutto ed erano addirittura passati in vantaggio. Qualsiasi altra squadra si sarebbe intimorita, magari si sarebbe raccolta su sé stessa, avrebbe atteso prima di decidere se osare o tentennare. Il Napoli no, e dieci minuti dopo essere passato in svantaggio aveva già colto il fiore del pari con Raspadori, di testa, a volo d'angelo. Già, il piccoletto. Da qui in avanti soltanto melodie, acuti e note basse, trascinanti, tracimanti nonostante i lancieri continuassero a picchiare come fabbri sull'incudine un ferro impossibile da levigare, da modellare. La grande bellezza è l'Achille venuto dalla Georgia che colpito al tallone si rimette in piedi e scambia e va sulla pianura a trafiggere Pasveer dalla chioma bionda e fluente e dallo sguardo incredulo, come davanti a un dio. Una successione di emozioni nella rete (e nel prima e nel dopo) del georgiano che, ferito e felice e stremato, chiederà il cambio. Testimonianza di una volontà collettiva di partecipare alla grande sinfonìa, maestri di musica tutti, votati agli assolo ma soprattutto alla coesione, alla ricerca delle note d'assieme che salgono in un unicum a deliziare l'animo. E va bene, mi sono lasciato andare come rare volte m'era capitato in carriera nelle centinaia di commenti vergati su tutti i campi del mondo. Devo aggiungere che soltanto un'altra volta avevo assistito ad una vittoria così imperiosa di una squadra italiana. Fu ad Atene (18 maggio del '94), finale Champions tra Milan e Barcellona: trionfarono i rossoneri per quattro a zero. Dove potrà arrivare questo Napoli delle meraviglie in Italia e in Europa? Continuasse così è lecito pensare che possa andare il più lontano possibile. Primo in Campionato insieme con la Dea. Primo nel girone di Champions con 9 punti e 13 gol fatti e 2 subiti. E qui mi taccio. Ma se chist è 'nu suonno, nu' mme scetate.

 


Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Mollichelli: "Il Napoli tinge d'azzurro le vetrine di Amsterdam"

di Napoli Magazine

06/10/2024 - 22:15

NAPOLI - Fate posto. Nelle celebri vetrine di Amsterdam sfuma il rosso e c'è soltanto l'azzurro. Storico, entusiasmante, da sogno. Tale è stato il successo del Napoli nella casa gloriosa dell'Ajax che con Cruijff divenne modello per il calcio mondiale. Storico: perché una goleada di tali proporzioni - con cinque gol di scarto - i lancieri l'avevano beccata soltanto due volte e dal Fejenoord eterno rivale, agli albori del calcio professionistico nella terra dei tulipani. Entusiasmante: perché al giorno d'oggi è difficile che una squadra prevalga in maniera così schiacciante sull'altra e fuori casa. Da sogno: perché si stentava a credere che fosse realtà la grande bellezza delle manovre, delle giocate, delle reti messe a segno. Eppure, Blind e soci avevano iniziato picchiando di brutto ed erano addirittura passati in vantaggio. Qualsiasi altra squadra si sarebbe intimorita, magari si sarebbe raccolta su sé stessa, avrebbe atteso prima di decidere se osare o tentennare. Il Napoli no, e dieci minuti dopo essere passato in svantaggio aveva già colto il fiore del pari con Raspadori, di testa, a volo d'angelo. Già, il piccoletto. Da qui in avanti soltanto melodie, acuti e note basse, trascinanti, tracimanti nonostante i lancieri continuassero a picchiare come fabbri sull'incudine un ferro impossibile da levigare, da modellare. La grande bellezza è l'Achille venuto dalla Georgia che colpito al tallone si rimette in piedi e scambia e va sulla pianura a trafiggere Pasveer dalla chioma bionda e fluente e dallo sguardo incredulo, come davanti a un dio. Una successione di emozioni nella rete (e nel prima e nel dopo) del georgiano che, ferito e felice e stremato, chiederà il cambio. Testimonianza di una volontà collettiva di partecipare alla grande sinfonìa, maestri di musica tutti, votati agli assolo ma soprattutto alla coesione, alla ricerca delle note d'assieme che salgono in un unicum a deliziare l'animo. E va bene, mi sono lasciato andare come rare volte m'era capitato in carriera nelle centinaia di commenti vergati su tutti i campi del mondo. Devo aggiungere che soltanto un'altra volta avevo assistito ad una vittoria così imperiosa di una squadra italiana. Fu ad Atene (18 maggio del '94), finale Champions tra Milan e Barcellona: trionfarono i rossoneri per quattro a zero. Dove potrà arrivare questo Napoli delle meraviglie in Italia e in Europa? Continuasse così è lecito pensare che possa andare il più lontano possibile. Primo in Campionato insieme con la Dea. Primo nel girone di Champions con 9 punti e 13 gol fatti e 2 subiti. E qui mi taccio. Ma se chist è 'nu suonno, nu' mme scetate.

 


Adolfo Mollichelli

 

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