L'Angolo
IL GRAFFIO - Corbo: "Svista su Lozano: va ritirato dal mercato"
09.07.2020 10:58 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

NAPOLI - Il Genoa si accomoda come spettatore per un tempo, il Napoli si gonfia di vanità, la scena è sua, ritrova nella sua memoria possesso palla, ritmo lento ma autoritario, passaggi infiniti in orizzontale e qualche improvviso strappo verticale. Banale pensare ad una inconfessata nostalgia del Sarrismo, è più maturo e nello stesso tempo più fresco il Napoli, ora che tante squadre di prima fila sono devastate da sete e fatica. Duro giocare troppo spesso nel più torrido luglio, solo il Napoli come il prossimo avversario Milan attraversa tonico il deserto. Genova rimanda il Napoli a programmare con fiducia il suo complesso futuro. Se puntare alla zona Champions è solo una illusione, se difendere il quinto posto è un esame placido come quelli che si svolgono nella formula da remoto, è ragionato ottimismo tentare una impresa a Barcellona nei quarti di Champions. Due le credenziali: la squadra non è infiacchita, ha riserva di potenza, una certa regolarità nella gestione delle sfide, dispone di risorse impreviste. Basta osservare la panchina, che Gattuso non trascura mai, e ricava a Genova interessanti novità. La prima è Lozano, scambiato a Napoli come un messicano assonnato sotto il sombrero, offre invece la sua velocità in suggestive alternative tattiche. Nella ripresa, quando il Genoa abbandona il loggione per salire sul palcoscenico è un suo prepotente contropiede a segnare il gol della vittoria. Una cavalcata che umilia Biraschi e si conclude con un proiettile corto di estrema precisione. Sarebbe giusto ritirare il suo nome dagli annunci commerciali di vendesi e fittasi, perché Lozano vince ampiamente il confronto indiretto sulla destra con Politano, generoso quanto dispersivo. È un trapano che fa rumore ma non scava, meno che mai quando dalla destra colpisce gli avversari con cieche conclusioni diagonali. Tira in un delirio di ottimismo piuttosto che alzare la testa e vedere se c’è qualche compagno meglio piazzato. Il primo tempo, quello giocato con il Napoli che domina senza affanno, che conserva il filo del gioco senza perdere palla, che intimorisce il Genoa per stenderlo solo all’ultimo minuto con Mertens, rassicura Gattuso su alcuni giocatori in revisione. Elmas il primo, fino a chiedere il cambio per giustificata stanchezza, non fa ripensare per un solo attimo a Zielinski, e segna anche un gol all’inizio, annullato purtroppo da una discutibile interferenza della Var, un fallo di mani innocente di Manolas lontano nel tempo dell’azione. Molto bene anche Lobotka, che sostituisce Demme giostrando in uno spazio più ampio, è una mezzala a tutto campo se vuole, non solo un mediano da piazzare davanti alla difesa. Se i due centrali difensivi macchiano una buona prova con qualche rara ma inaccettabile leggerezza, il Napoli recupera solidità sugli esterni, grazie ad un convincente Hysaj a destra anche nella proposta, puntuale e risolutivo Mario Rui a sinistra. La staffetta Mertens-Milik non esalta, del primo si ricorda un gol, e basta per dimenticare che il suo motore è già in avaria. Su Milik il Napoli sembra rassegnato a perderlo, ma è altrettanto deciso a far cassa. La Juve non si scopre e vorrebbe dare giocatori in cambio, forte di una buona intesa con il giocatore. Bisogna saperne di più prima di giudicare il ruolo di Milik. Tutta la vicenda, da parte di tutti, rivela il segno dei tempi: un calcio senza etica.

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IL GRAFFIO - Corbo: "Svista su Lozano: va ritirato dal mercato"

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09/07/2024 - 10:58

NAPOLI - Il Genoa si accomoda come spettatore per un tempo, il Napoli si gonfia di vanità, la scena è sua, ritrova nella sua memoria possesso palla, ritmo lento ma autoritario, passaggi infiniti in orizzontale e qualche improvviso strappo verticale. Banale pensare ad una inconfessata nostalgia del Sarrismo, è più maturo e nello stesso tempo più fresco il Napoli, ora che tante squadre di prima fila sono devastate da sete e fatica. Duro giocare troppo spesso nel più torrido luglio, solo il Napoli come il prossimo avversario Milan attraversa tonico il deserto. Genova rimanda il Napoli a programmare con fiducia il suo complesso futuro. Se puntare alla zona Champions è solo una illusione, se difendere il quinto posto è un esame placido come quelli che si svolgono nella formula da remoto, è ragionato ottimismo tentare una impresa a Barcellona nei quarti di Champions. Due le credenziali: la squadra non è infiacchita, ha riserva di potenza, una certa regolarità nella gestione delle sfide, dispone di risorse impreviste. Basta osservare la panchina, che Gattuso non trascura mai, e ricava a Genova interessanti novità. La prima è Lozano, scambiato a Napoli come un messicano assonnato sotto il sombrero, offre invece la sua velocità in suggestive alternative tattiche. Nella ripresa, quando il Genoa abbandona il loggione per salire sul palcoscenico è un suo prepotente contropiede a segnare il gol della vittoria. Una cavalcata che umilia Biraschi e si conclude con un proiettile corto di estrema precisione. Sarebbe giusto ritirare il suo nome dagli annunci commerciali di vendesi e fittasi, perché Lozano vince ampiamente il confronto indiretto sulla destra con Politano, generoso quanto dispersivo. È un trapano che fa rumore ma non scava, meno che mai quando dalla destra colpisce gli avversari con cieche conclusioni diagonali. Tira in un delirio di ottimismo piuttosto che alzare la testa e vedere se c’è qualche compagno meglio piazzato. Il primo tempo, quello giocato con il Napoli che domina senza affanno, che conserva il filo del gioco senza perdere palla, che intimorisce il Genoa per stenderlo solo all’ultimo minuto con Mertens, rassicura Gattuso su alcuni giocatori in revisione. Elmas il primo, fino a chiedere il cambio per giustificata stanchezza, non fa ripensare per un solo attimo a Zielinski, e segna anche un gol all’inizio, annullato purtroppo da una discutibile interferenza della Var, un fallo di mani innocente di Manolas lontano nel tempo dell’azione. Molto bene anche Lobotka, che sostituisce Demme giostrando in uno spazio più ampio, è una mezzala a tutto campo se vuole, non solo un mediano da piazzare davanti alla difesa. Se i due centrali difensivi macchiano una buona prova con qualche rara ma inaccettabile leggerezza, il Napoli recupera solidità sugli esterni, grazie ad un convincente Hysaj a destra anche nella proposta, puntuale e risolutivo Mario Rui a sinistra. La staffetta Mertens-Milik non esalta, del primo si ricorda un gol, e basta per dimenticare che il suo motore è già in avaria. Su Milik il Napoli sembra rassegnato a perderlo, ma è altrettanto deciso a far cassa. La Juve non si scopre e vorrebbe dare giocatori in cambio, forte di una buona intesa con il giocatore. Bisogna saperne di più prima di giudicare il ruolo di Milik. Tutta la vicenda, da parte di tutti, rivela il segno dei tempi: un calcio senza etica.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica