L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Allan, dall'azzurro del Napoli a quello della Nazionale: ecco perchè nessuno può negargli il sogno di un Mondiale"
07.10.2018 16:03 di Napoli Magazine

NAPOLI - Allan Marques Loureiro è nato a Rio de Janeiro l'8 gennaio del 1991. Brasiliano purosangue, senza dubbio. E fin qui, siamo tutti d'accordo. Pochi sanno che Allan ha alimentato l'amore per il calcio da quando era un bambino, il calcio vero, quello tra strada e spiaggia, con un pallone di cuoio sfilacciato, come spesso accade in Sud America, a piedi nudi. Tant'e' che ancora oggi, durante il tempo libero, a casa a Napoli o in estate con i propri amici a Rio, come testimoniato dalle foto dei piedi sporchi catturati e divulgati su Instagram dall'obiettivo della moglie Thais, si diverte a giocare senza scarpe. Perchè l'amore per il pallone ce l'ha nelle vene, oltre ogni tipo di discorso legato a quello che poi sarebbe diventato il suo mestiere. La sua crescita, dal punto di vista professionale, è stata esponenziale. Dal 2012 in Italia, sei anni di qualità, dopo i precedenti tre anni d'esordio col Vasco da Gama, l'affermazione con l'Udinese e la consacrazione europea con il Napoli. Il sogno di ogni bambino, come quello di ogni professionista, per l'appunto, è di partecipare un giorno ad un Mondiale, o almeno di competere per il sogno. E Allan, per quello che sta mostrando in campo, merita di competere per vincere uno scudetto come merita di vincere eventualmente anche un Mondiale. Fino ad oggi, però, pur meritando sul campo una convocazione in Nazionale, nessun c.t. brasiliano gli ha voluto dare questa chance, eccezion fatta per una convocazione ai tempi dell'Under 20. Allan ama il Brasile, ma la domanda è se sia così anche il contrario. Ecco allora che, in questo ragionamento fatto di cuore e sentimenti, spunta la tentazione, lì dietro l'angolo. La Nazione, che da sei anni ospita le sue gesta calcistiche, gli tende la mano. Roberto Mancini accoglierebbe a braccia aperte un centrocampista con i suoi polmoni d'oro, da affiancare a Verratti o Jorginho. Nelle ultime ore ho ascoltato e letto tante polemiche, ma il discorso degli oriundi non nasce certo oggi. Per non tornare troppo indietro negli anni, ricordo un nome su tutti: Mauro German Camoranesi, argentino di nascita ma campione del mondo con la Nazionale italiana. E allora? Che male c'è. I documenti, in quel caso come in questo, sono in regola. Non parlerei di tradimento, ma di semplice ambizione e di amore vero (e raro) per il calcio. Perchè nessuno può negare ad un campione di sognare il tricolore con l'azzurro del proprio club e magari l'aspirazione di diventare un giorno campione del mondo con l'azzurro della Nazionale, che ti stima e conta su di te a occhi chiusi. La sfida è stuzzicante, Allan saprà fare la scelta giusta in ogni caso, con la consapevolezza che l'unico azzurro che non gli volterà mai le spalle sarà quello del Napoli.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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di Napoli Magazine

07/10/2024 - 16:03

NAPOLI - Allan Marques Loureiro è nato a Rio de Janeiro l'8 gennaio del 1991. Brasiliano purosangue, senza dubbio. E fin qui, siamo tutti d'accordo. Pochi sanno che Allan ha alimentato l'amore per il calcio da quando era un bambino, il calcio vero, quello tra strada e spiaggia, con un pallone di cuoio sfilacciato, come spesso accade in Sud America, a piedi nudi. Tant'e' che ancora oggi, durante il tempo libero, a casa a Napoli o in estate con i propri amici a Rio, come testimoniato dalle foto dei piedi sporchi catturati e divulgati su Instagram dall'obiettivo della moglie Thais, si diverte a giocare senza scarpe. Perchè l'amore per il pallone ce l'ha nelle vene, oltre ogni tipo di discorso legato a quello che poi sarebbe diventato il suo mestiere. La sua crescita, dal punto di vista professionale, è stata esponenziale. Dal 2012 in Italia, sei anni di qualità, dopo i precedenti tre anni d'esordio col Vasco da Gama, l'affermazione con l'Udinese e la consacrazione europea con il Napoli. Il sogno di ogni bambino, come quello di ogni professionista, per l'appunto, è di partecipare un giorno ad un Mondiale, o almeno di competere per il sogno. E Allan, per quello che sta mostrando in campo, merita di competere per vincere uno scudetto come merita di vincere eventualmente anche un Mondiale. Fino ad oggi, però, pur meritando sul campo una convocazione in Nazionale, nessun c.t. brasiliano gli ha voluto dare questa chance, eccezion fatta per una convocazione ai tempi dell'Under 20. Allan ama il Brasile, ma la domanda è se sia così anche il contrario. Ecco allora che, in questo ragionamento fatto di cuore e sentimenti, spunta la tentazione, lì dietro l'angolo. La Nazione, che da sei anni ospita le sue gesta calcistiche, gli tende la mano. Roberto Mancini accoglierebbe a braccia aperte un centrocampista con i suoi polmoni d'oro, da affiancare a Verratti o Jorginho. Nelle ultime ore ho ascoltato e letto tante polemiche, ma il discorso degli oriundi non nasce certo oggi. Per non tornare troppo indietro negli anni, ricordo un nome su tutti: Mauro German Camoranesi, argentino di nascita ma campione del mondo con la Nazionale italiana. E allora? Che male c'è. I documenti, in quel caso come in questo, sono in regola. Non parlerei di tradimento, ma di semplice ambizione e di amore vero (e raro) per il calcio. Perchè nessuno può negare ad un campione di sognare il tricolore con l'azzurro del proprio club e magari l'aspirazione di diventare un giorno campione del mondo con l'azzurro della Nazionale, che ti stima e conta su di te a occhi chiusi. La sfida è stuzzicante, Allan saprà fare la scelta giusta in ogni caso, con la consapevolezza che l'unico azzurro che non gli volterà mai le spalle sarà quello del Napoli.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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