L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Ancelotti rende il Napoli Mondiale, la firma storica è di Insigne che fa esplodere di gioia un popolo intero in una notte di immensa goduria!"
04.10.2018 23:58 di Napoli Magazine

NAPOLI - Leggendo le formazioni ufficiali, nel nostro buon vecchio ma solido San Paolo (bersagliato da alcuni colleghi, ignari che le immagini filmate e divulgate di una parte dell'impianto facessero parte del programma di ristrutturazione che è in atto), in molti avranno pensato che il Liverpool non avrebbe avuto grosse difficoltà a fare suoi i tre punti. Tra questi anche Jurgen Klopp, che a fine partita, probabilmente per il vento ficcante che ha avvolto il trionfo partenopeo, non riusciva a credere ai suoi occhi dopo aver notato un dato inequivocabile, sancito dal report dell'UEFA: gli inglesi non hanno mai calciato nello specchio della porta. Il merito di chi sarà stato? Del fato? Non credo. Forse invece proprio della "fox", la volpe, che siede sulla panchina azzurra. Dato per bollito, sul viale del tramonto, Carlo Ancelotti ha dato una lezione di calcio al Liverpool. In effetti proprio Klopp lo aveva definito un furbo, alla vigilia del duello, ma ritengo che sia più corretto etichettarlo come un docente di tattica calcistica. Il Napoli disposto in campo dal primo minuto non ha corso mai grossi rischi. La difesa, coriacea grazie ai ritrovati gemelli del tackle e dell'anticipo pulito, Albiol e Koulibaly, con la novità assoluta del superlativo Maksimovic in versione terzino destro, ha conferito sicurezza sia ad Ospina che al centrocampo, dove (ormai quasi superfluo sottolinearlo) ha giganteggiato quel fenomeno di Allan. Hamsik, uscito per stanchezza dopo due errori perdonabili, ha tenuto a galla il possesso palla, dimostrando umiltà, precisione ed intelligenza nel calarsi nel ruolo di novello Pirlo e non disdegnando lanci lunghi e brevi di precisione millimetrica. Se da un lato chi deve ancora crescere e togliersi di dosso la paura dell'errore è Fabian Ruiz, dall'altro lato si è visto ancora una volta un super Callejon, bravo ad opporsi alle ripartenze avversarie, con forza ed autorità. Errori a parte, passando dal 4-4-2 al 4-3-3 in un battito di ciglia, Mario Rui l'impegno ce l'ha messo, ma dinanzi alla forza fisica di gente come Firmino, Manè e Salah c'era poco da scherzare, se non tentare di limitare i danni. E il Napoli c'è riuscito in pieno senza mai rinunciare ad attaccare, anzi. Attento in difesa, abile e rapido nel costruire l'azione e a concludere non appena un varco si aprisse in direzione Alisson. Già, proprio l'ex portiere della Roma, è stato inquadrato come il migliore in campo da Klopp, che per sua stessa ammissione, a caldo, non ha capito i motivi della sconfitta. Proviamo a dargli una breve risposta, alleviandogli l'amaro del "violentissimo" gol al 90°. La voglia di stupire, o semplicemente poche parole dette bene dalla guida tecnica possono aver fatto la differenza. "Andate e divertitevi, queste partite non capitano tutti i giorni, non pensate a nulla", le frasi sussurrate da Carletto ai suoi ragazzi, prima di scendere in campo, saranno risuonate come un mantra nella testa dei calciatori. Per certi versi le potremmo applicare anche noi nella nostra vita quotidiana per essere scevri dalle negatività e dalle ansie che ci circondano. Penso nuovamente proprio a Maksimovic, uno che era stato scartato e che ha giganteggiato. Ma anche a Milik, fin troppo altruista in certi casi, o Verdi, Zielinski e lo stesso Mertens, che si è visto negare la gioia del gol per un nulla dalla traversa. Ad incornicare la magia della serata perfetta il pubblico del San Paolo, davvero impeccabile: dall'urlo Champions a "un giorno all'improvviso", gridato più forte della versione inglese accennata dal settore ospiti, i tifosi hanno cullato ed accompagnato Callejon e Insigne dolcemente nella rete della porta di Alisson, liberando un boato di gioia che resterà per sempre nella storia di questo Napoli Mondiale, varato da Ancelotti e griffato Lorenzo Insigne. Il girone Champions resta comunque ostico, nessuno sta volando sul nido del cuculo, ma intanto riempie d'orgoglio vedere il Napoli, dopo due giornate, primo in classifica sopra a corazzate come Liverpool e Psg, segno tangibile che la crescita mentale e fisica del gruppo procede a gonfie vele. E con questa convinzione si andrà avanti. Senza nulla da perdere, un passo alla volta. Vuoi vedere che... Chissà. Intanto testa al campionato, con un altro po' di turnover, tanto ormai ci abbiamo preso gusto. Avanti così. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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04/10/2024 - 23:58

NAPOLI - Leggendo le formazioni ufficiali, nel nostro buon vecchio ma solido San Paolo (bersagliato da alcuni colleghi, ignari che le immagini filmate e divulgate di una parte dell'impianto facessero parte del programma di ristrutturazione che è in atto), in molti avranno pensato che il Liverpool non avrebbe avuto grosse difficoltà a fare suoi i tre punti. Tra questi anche Jurgen Klopp, che a fine partita, probabilmente per il vento ficcante che ha avvolto il trionfo partenopeo, non riusciva a credere ai suoi occhi dopo aver notato un dato inequivocabile, sancito dal report dell'UEFA: gli inglesi non hanno mai calciato nello specchio della porta. Il merito di chi sarà stato? Del fato? Non credo. Forse invece proprio della "fox", la volpe, che siede sulla panchina azzurra. Dato per bollito, sul viale del tramonto, Carlo Ancelotti ha dato una lezione di calcio al Liverpool. In effetti proprio Klopp lo aveva definito un furbo, alla vigilia del duello, ma ritengo che sia più corretto etichettarlo come un docente di tattica calcistica. Il Napoli disposto in campo dal primo minuto non ha corso mai grossi rischi. La difesa, coriacea grazie ai ritrovati gemelli del tackle e dell'anticipo pulito, Albiol e Koulibaly, con la novità assoluta del superlativo Maksimovic in versione terzino destro, ha conferito sicurezza sia ad Ospina che al centrocampo, dove (ormai quasi superfluo sottolinearlo) ha giganteggiato quel fenomeno di Allan. Hamsik, uscito per stanchezza dopo due errori perdonabili, ha tenuto a galla il possesso palla, dimostrando umiltà, precisione ed intelligenza nel calarsi nel ruolo di novello Pirlo e non disdegnando lanci lunghi e brevi di precisione millimetrica. Se da un lato chi deve ancora crescere e togliersi di dosso la paura dell'errore è Fabian Ruiz, dall'altro lato si è visto ancora una volta un super Callejon, bravo ad opporsi alle ripartenze avversarie, con forza ed autorità. Errori a parte, passando dal 4-4-2 al 4-3-3 in un battito di ciglia, Mario Rui l'impegno ce l'ha messo, ma dinanzi alla forza fisica di gente come Firmino, Manè e Salah c'era poco da scherzare, se non tentare di limitare i danni. E il Napoli c'è riuscito in pieno senza mai rinunciare ad attaccare, anzi. Attento in difesa, abile e rapido nel costruire l'azione e a concludere non appena un varco si aprisse in direzione Alisson. Già, proprio l'ex portiere della Roma, è stato inquadrato come il migliore in campo da Klopp, che per sua stessa ammissione, a caldo, non ha capito i motivi della sconfitta. Proviamo a dargli una breve risposta, alleviandogli l'amaro del "violentissimo" gol al 90°. La voglia di stupire, o semplicemente poche parole dette bene dalla guida tecnica possono aver fatto la differenza. "Andate e divertitevi, queste partite non capitano tutti i giorni, non pensate a nulla", le frasi sussurrate da Carletto ai suoi ragazzi, prima di scendere in campo, saranno risuonate come un mantra nella testa dei calciatori. Per certi versi le potremmo applicare anche noi nella nostra vita quotidiana per essere scevri dalle negatività e dalle ansie che ci circondano. Penso nuovamente proprio a Maksimovic, uno che era stato scartato e che ha giganteggiato. Ma anche a Milik, fin troppo altruista in certi casi, o Verdi, Zielinski e lo stesso Mertens, che si è visto negare la gioia del gol per un nulla dalla traversa. Ad incornicare la magia della serata perfetta il pubblico del San Paolo, davvero impeccabile: dall'urlo Champions a "un giorno all'improvviso", gridato più forte della versione inglese accennata dal settore ospiti, i tifosi hanno cullato ed accompagnato Callejon e Insigne dolcemente nella rete della porta di Alisson, liberando un boato di gioia che resterà per sempre nella storia di questo Napoli Mondiale, varato da Ancelotti e griffato Lorenzo Insigne. Il girone Champions resta comunque ostico, nessuno sta volando sul nido del cuculo, ma intanto riempie d'orgoglio vedere il Napoli, dopo due giornate, primo in classifica sopra a corazzate come Liverpool e Psg, segno tangibile che la crescita mentale e fisica del gruppo procede a gonfie vele. E con questa convinzione si andrà avanti. Senza nulla da perdere, un passo alla volta. Vuoi vedere che... Chissà. Intanto testa al campionato, con un altro po' di turnover, tanto ormai ci abbiamo preso gusto. Avanti così. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
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