NAPOLI - Perdere all'88°, dopo una partita attenta in cui non si è rischiato nulla, fa male. Perdere una battaglia, non la guerra, a 2 minuti dalla fine è sicuramente difficile da digerire. Non siamo robot, le emozioni ci attraversano, siano esse positive o negative. Lo abbiamo notato scrutando i volti di Insigne e Sarri, visibilmente amareggiati dopo la sconfitta a Torino, mentre provavano a giustificare la delusione davanti ai microfoni delle pay-tv. Ebbene, se di solito sono i protagonisti che caricano il proprio pubblico dopo un cocente ko, a Napoli si è verificato esattamente il contrario, in modo plateale, roboante, subito ed a caldo, senza perdersi in chiacchiere. A Capodichino, alle 3 del mattino, si sono presentati in 3mila per sostenere i ragazzi dopo aver perso con un tiro deviato la partita e il primo posto in classifica, dinanzi ad un avversario arroccato in difesa. Sfido chiunque a trovare una tifoseria così appassionata in qualsiasi altra parte del mondo. Una passione senza confini, il vero segnale forte dato al mondo intero, per far capire come si vive un San Valentino d'amore come si deve. "Al tuo fianco, nella gioia e nel dolore, dai ragazzi non mollate", alcuni degli slogan urlati con amore al pullman partenopeo. Non credo, come ha sottolineato l'allenatore, che non ci sia l'obbligo di lottare con la Juventus fino al termine della stagione e non credo nemmeno che possano rientrare nella lotta scudetto le inseguitrici. Probabilmente il mister, come il sottoscritto, a caldo, era fin troppo amareggiato. Un punto di distacco non è irrecuperabile, lo sa bene Buffon che, in tutta onestà, è stato il più lucido dei suoi, sottolineando i meriti del Napoli. Ma un obbligo c'è ed è un concetto condiviso da Sarri, dal club e dalla squadra: bisogna lottare fino alla fine, fino all'ultima gara, contro la Juventus, nelle prossime 13 finali, per il popolo partenopeo. Per quei 3mila presenti alle 3 del mattino in strada e per gli altri 6 milioni che si sono chiusi in silenzio. Vi lascio con una frase che mi ha scritto stanotte verso le 4 un tifoso, "Massi 1926", su Twitter: "Direttò, o napulitan' se fa sicc' ma nun mor". Parole sante, e allora tutti uniti verso il traguardo! La strada è ancora lunga.

Antonio Petrazzuolo
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
14/02/2016 - 19:55
NAPOLI - Perdere all'88°, dopo una partita attenta in cui non si è rischiato nulla, fa male. Perdere una battaglia, non la guerra, a 2 minuti dalla fine è sicuramente difficile da digerire. Non siamo robot, le emozioni ci attraversano, siano esse positive o negative. Lo abbiamo notato scrutando i volti di Insigne e Sarri, visibilmente amareggiati dopo la sconfitta a Torino, mentre provavano a giustificare la delusione davanti ai microfoni delle pay-tv. Ebbene, se di solito sono i protagonisti che caricano il proprio pubblico dopo un cocente ko, a Napoli si è verificato esattamente il contrario, in modo plateale, roboante, subito ed a caldo, senza perdersi in chiacchiere. A Capodichino, alle 3 del mattino, si sono presentati in 3mila per sostenere i ragazzi dopo aver perso con un tiro deviato la partita e il primo posto in classifica, dinanzi ad un avversario arroccato in difesa. Sfido chiunque a trovare una tifoseria così appassionata in qualsiasi altra parte del mondo. Una passione senza confini, il vero segnale forte dato al mondo intero, per far capire come si vive un San Valentino d'amore come si deve. "Al tuo fianco, nella gioia e nel dolore, dai ragazzi non mollate", alcuni degli slogan urlati con amore al pullman partenopeo. Non credo, come ha sottolineato l'allenatore, che non ci sia l'obbligo di lottare con la Juventus fino al termine della stagione e non credo nemmeno che possano rientrare nella lotta scudetto le inseguitrici. Probabilmente il mister, come il sottoscritto, a caldo, era fin troppo amareggiato. Un punto di distacco non è irrecuperabile, lo sa bene Buffon che, in tutta onestà, è stato il più lucido dei suoi, sottolineando i meriti del Napoli. Ma un obbligo c'è ed è un concetto condiviso da Sarri, dal club e dalla squadra: bisogna lottare fino alla fine, fino all'ultima gara, contro la Juventus, nelle prossime 13 finali, per il popolo partenopeo. Per quei 3mila presenti alle 3 del mattino in strada e per gli altri 6 milioni che si sono chiusi in silenzio. Vi lascio con una frase che mi ha scritto stanotte verso le 4 un tifoso, "Massi 1926", su Twitter: "Direttò, o napulitan' se fa sicc' ma nun mor". Parole sante, e allora tutti uniti verso il traguardo! La strada è ancora lunga.

Antonio Petrazzuolo
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