L'Editoriale
L'EDITORIALE - Petrazzuolo: "Napoli, basta timori, i p' me, tu p' te, gioca a calcio e pensa a far gol! E' ora di cambiare atteggiamento, tanto "chiù ner' d''a mezzanott' non po' venì! Nun ce ntussecamm' ancora!"
12.02.2024 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Dopo la delusione per la vittoria sfumata di Geolier al Festival di Sanremo (primo incontrastato al televoto, ma totalmente ignorato dalla sala stampa) i tifosi del Napoli speravano in una gioia a San Siro contro il Milan. Ed invece anche in quest'altra vetrina sono rimasti con l'amaro in bocca. Una sconfitta di misura, firmata da Theo Hernandez, lasciato libero di affondare il colpo, in seguito ad una copertura errata di Di Lorenzo, una diagonale sfumata di Juan Jesus, un disperato (ed inutile) ripiegamento difensivo di Lobotka ed un lieve errore di posizione di Gollini (che poco poteva fare dopo gli errori precedenti dei compagni). Tattica super abbottonata, ancora una volta, scelta da Mazzarri, che stavolta non è riuscito a leggere bene la partita. Troppi tre centrali di difesa, tant'è che ad un certo punto si è scelto di sacrificare Ostigard, lasciando in balia di Leao i poco lucidi Rrahmani e Jesus. Con Di Lorenzo non ancora in forma, non mi è dispiaciuto invece il rendimento dell'adattato Mazzocchi a sinistra, in attesa che Olivera torni a ricoprire il suo ruolo, alternandosi col rientrante Mario Rui (assente per squalifica). Il centrocampo potrebbe garantire molto di più in termini di assetto di gioco. Anguissa sta pian piano progredendo e Lobotka fa il possibile, entrambi comunque non hanno giganteggiato. Spiace dirlo, poi, ma Zielinski non riesce più ad incidere e se deve essere quello di San Siro (sua prossima casa, sponda nerazzurra) meglio dare spazio a Lindstrom, che anche in questo caso ha dato dimostrazione di intelligenza tattica (spostato leggermente a sinistra) generando quasi l'autogol di Simic con quel suo bel traversone finito sul palo di Maignan. In attacco la nota positiva è rappresentata da Kvaratskhelia: il georgiano, tra assist e sgroppate, è tornato a saltare l'uomo e a creare la superioritè numerica. Peccato per le due occasioni divorate dal "Cholito" Simeone ma, ad essere sinceri, sotto di un gol, non l'avrei mai tolto per far entrare al suo posto Raspadori (che si insiste a far giocare nel ruolo inconcludente di falso nueve, quando potrebbe rendere meglio dietro la punta o più defilato su una delle fasce). Chi non deve mancare è Politano: senza Lozano, almeno riesce a garantire sostanza alla fase offensiva, a meno che non si decida di utilizzare maggiormente Ngonge (scelta che condividerei, a maggior ragione dopo il gol segnato al Maradona contro il Verona). Insomma le chiacchiere stanno a zero, la settimana tipo di lavoro è stata più che assorbita, i concetti della difesa a tre, o a quattro, sono ormai entrati nella testa dei calciatori, per cui gli alibi sono terminati. Aver perso a San Siro, contro un Milan non irresistibile, brucia. E la classifica (anche se Mazzarri non vuole guardarla) vede un Napoli a sette punti di ritardo dall'Atalanta quarta. Non sono pochi! E' vero che dopo la sconfitta in Coppa d'Africa, ora rientra pure Osimhen, ma è l'atteggiamento generale che deve cambiare immediatamente. Questa tutela della propria porta, con 5 uomini in copertura, e 3 centrocampisti in assetto anti sommossa, non giova all'umore dei tifosi oltre a quello dei calciatori, visibilmente timorosi in campo e troppo concentrati a non prendere gol, dimenticando che lo scopo del gioco è segnare agli avversari. Basta con queste paure! Giocate a calcio, tanto ormani "chiù ner' d''a mezzanott' non pò (chiù) venì"! I p' me, tu p' te, facciamoci del bene (un pò come hanno intonato i tifosi partenopei lasciando il Meazza sulle note del coro "Napoletano Vero"), vedimm' 'e nun ce ntussecà ancor'!

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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di Napoli Magazine

12/02/2024 - 23:55

NAPOLI - Dopo la delusione per la vittoria sfumata di Geolier al Festival di Sanremo (primo incontrastato al televoto, ma totalmente ignorato dalla sala stampa) i tifosi del Napoli speravano in una gioia a San Siro contro il Milan. Ed invece anche in quest'altra vetrina sono rimasti con l'amaro in bocca. Una sconfitta di misura, firmata da Theo Hernandez, lasciato libero di affondare il colpo, in seguito ad una copertura errata di Di Lorenzo, una diagonale sfumata di Juan Jesus, un disperato (ed inutile) ripiegamento difensivo di Lobotka ed un lieve errore di posizione di Gollini (che poco poteva fare dopo gli errori precedenti dei compagni). Tattica super abbottonata, ancora una volta, scelta da Mazzarri, che stavolta non è riuscito a leggere bene la partita. Troppi tre centrali di difesa, tant'è che ad un certo punto si è scelto di sacrificare Ostigard, lasciando in balia di Leao i poco lucidi Rrahmani e Jesus. Con Di Lorenzo non ancora in forma, non mi è dispiaciuto invece il rendimento dell'adattato Mazzocchi a sinistra, in attesa che Olivera torni a ricoprire il suo ruolo, alternandosi col rientrante Mario Rui (assente per squalifica). Il centrocampo potrebbe garantire molto di più in termini di assetto di gioco. Anguissa sta pian piano progredendo e Lobotka fa il possibile, entrambi comunque non hanno giganteggiato. Spiace dirlo, poi, ma Zielinski non riesce più ad incidere e se deve essere quello di San Siro (sua prossima casa, sponda nerazzurra) meglio dare spazio a Lindstrom, che anche in questo caso ha dato dimostrazione di intelligenza tattica (spostato leggermente a sinistra) generando quasi l'autogol di Simic con quel suo bel traversone finito sul palo di Maignan. In attacco la nota positiva è rappresentata da Kvaratskhelia: il georgiano, tra assist e sgroppate, è tornato a saltare l'uomo e a creare la superioritè numerica. Peccato per le due occasioni divorate dal "Cholito" Simeone ma, ad essere sinceri, sotto di un gol, non l'avrei mai tolto per far entrare al suo posto Raspadori (che si insiste a far giocare nel ruolo inconcludente di falso nueve, quando potrebbe rendere meglio dietro la punta o più defilato su una delle fasce). Chi non deve mancare è Politano: senza Lozano, almeno riesce a garantire sostanza alla fase offensiva, a meno che non si decida di utilizzare maggiormente Ngonge (scelta che condividerei, a maggior ragione dopo il gol segnato al Maradona contro il Verona). Insomma le chiacchiere stanno a zero, la settimana tipo di lavoro è stata più che assorbita, i concetti della difesa a tre, o a quattro, sono ormai entrati nella testa dei calciatori, per cui gli alibi sono terminati. Aver perso a San Siro, contro un Milan non irresistibile, brucia. E la classifica (anche se Mazzarri non vuole guardarla) vede un Napoli a sette punti di ritardo dall'Atalanta quarta. Non sono pochi! E' vero che dopo la sconfitta in Coppa d'Africa, ora rientra pure Osimhen, ma è l'atteggiamento generale che deve cambiare immediatamente. Questa tutela della propria porta, con 5 uomini in copertura, e 3 centrocampisti in assetto anti sommossa, non giova all'umore dei tifosi oltre a quello dei calciatori, visibilmente timorosi in campo e troppo concentrati a non prendere gol, dimenticando che lo scopo del gioco è segnare agli avversari. Basta con queste paure! Giocate a calcio, tanto ormani "chiù ner' d''a mezzanott' non pò (chiù) venì"! I p' me, tu p' te, facciamoci del bene (un pò come hanno intonato i tifosi partenopei lasciando il Meazza sulle note del coro "Napoletano Vero"), vedimm' 'e nun ce ntussecà ancor'!

 

 

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