L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli "adolescente" per Sarri, ma tanto pareggiare o vincere è lo stesso... Basta con questi alibi!"
29.11.2016 17:06 di Napoli Magazine
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NAPOLI - Il Napoli non riesce più a vincere con continuità, lo dice il rendimento avuto nelle ultime dieci partite di campionato: solo quattro i successi, di cui due al San Paolo contro Empoli e Chievo e due in trasferta sui campi di Crotone ed Udine. Se guardiamo al dato tra Serie A e Champions i numeri sono ancor meno confortanti: appena tre successi nelle ultime undici gare. Quello che una volta era il fortino inespugnabile sta diventando piano piano terra di conquista per gli avversari più o meno blasonati. Il refrain "manca l'attaccante" è diventato l'alibi di ferro per l'allenatore, che però continua a non trovare soluzioni alternative al consolidato 4-3-3. Del "bel gioco" i tele-collegati unitamente ai 49.490 spettatori del San Paolo, che avrebbero meritato qualcosa in più, ne stanno iniziando ad avere piene le tasche: negli scontri diretti, esclusa la vittoria col Milan, bruciano ancora le sconfitte contro Roma (in casa) e Juventus (a Torino), così come il pari interno contro la Lazio. La rosa è ampia, ma la gestione non convince. Contro il Sassuolo, ad esempio, è mancata nuovamente quella sana cattiveria agonistica per trovare il gol del raddoppio, sfiorato solo nel finale dal palo di Callejon, dopo lo straordinario gesto tecnico di Lorenzo Insigne; un guizzo del tutto personale, fuori da ogni schema, da scugnizzo puro. Gabbiadini continua ad andare a vuoto, Mertens è entrato in campo giusto in tempo per ricevere il giallo e saltare l'Inter per squalifica, mentre Hamsik ha letteralmente dondolato tra centrocampo e attacco senza pungere. Intanto in sala stampa nel post partita, non ho sentito parole di autocritica, nessuna scusa per il pari deludente, ma solo giri di parole. L'ultima frase di Sarri che mi ha colpito è stata: "E' un Napoli adolescente", considerazione che mi sento di confrontare con una sua recente massima. Se il Napoli è adolescente, perchè non concretizza, cos'è il mister quando sostiene, dopo il pari con la Dinamo Kiev, che pareggiare o vincere, alla luce del pari tra Besiktas e Benfica, è la stessa cosa? Dimenticando chiaramente che se il Napoli perde a Lisbona, al Besiktas basta un pari a Kiev per passare il turno. E' proprio qui che l'allenatore deve migliorare, ritrovando l'umiltà che lo ha contraddistinto nella passata stagione e che quest'anno ha inspiegabilmente messo da parte; un neo che lo ha portato spesso a diatribe stucchevoli e poco costruttive, vedi il tenero "siparietto" con Ciro Ferrara. Se lancia messaggi sbagliati alla squadra, e continua a "sviolinare" la Juventus, le motivazioni calano inevitabilmente. Tutto il resto è un tourbillon di scuse, che sta rendendo anonima la stagione, in attesa di una punta che possa concretizzare il bel gioco (senza vittorie) da tutti riconosciuto. La mentalità vincente parte dall'allenatore, passando per ogni singolo uomo della rosa e dello staff, per cui meno chiacchiere e più grinta! La stagione è ancora lunga e non può finire alla quattordicesima giornata! 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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di Napoli Magazine

29/11/2016 - 17:06

NAPOLI - Il Napoli non riesce più a vincere con continuità, lo dice il rendimento avuto nelle ultime dieci partite di campionato: solo quattro i successi, di cui due al San Paolo contro Empoli e Chievo e due in trasferta sui campi di Crotone ed Udine. Se guardiamo al dato tra Serie A e Champions i numeri sono ancor meno confortanti: appena tre successi nelle ultime undici gare. Quello che una volta era il fortino inespugnabile sta diventando piano piano terra di conquista per gli avversari più o meno blasonati. Il refrain "manca l'attaccante" è diventato l'alibi di ferro per l'allenatore, che però continua a non trovare soluzioni alternative al consolidato 4-3-3. Del "bel gioco" i tele-collegati unitamente ai 49.490 spettatori del San Paolo, che avrebbero meritato qualcosa in più, ne stanno iniziando ad avere piene le tasche: negli scontri diretti, esclusa la vittoria col Milan, bruciano ancora le sconfitte contro Roma (in casa) e Juventus (a Torino), così come il pari interno contro la Lazio. La rosa è ampia, ma la gestione non convince. Contro il Sassuolo, ad esempio, è mancata nuovamente quella sana cattiveria agonistica per trovare il gol del raddoppio, sfiorato solo nel finale dal palo di Callejon, dopo lo straordinario gesto tecnico di Lorenzo Insigne; un guizzo del tutto personale, fuori da ogni schema, da scugnizzo puro. Gabbiadini continua ad andare a vuoto, Mertens è entrato in campo giusto in tempo per ricevere il giallo e saltare l'Inter per squalifica, mentre Hamsik ha letteralmente dondolato tra centrocampo e attacco senza pungere. Intanto in sala stampa nel post partita, non ho sentito parole di autocritica, nessuna scusa per il pari deludente, ma solo giri di parole. L'ultima frase di Sarri che mi ha colpito è stata: "E' un Napoli adolescente", considerazione che mi sento di confrontare con una sua recente massima. Se il Napoli è adolescente, perchè non concretizza, cos'è il mister quando sostiene, dopo il pari con la Dinamo Kiev, che pareggiare o vincere, alla luce del pari tra Besiktas e Benfica, è la stessa cosa? Dimenticando chiaramente che se il Napoli perde a Lisbona, al Besiktas basta un pari a Kiev per passare il turno. E' proprio qui che l'allenatore deve migliorare, ritrovando l'umiltà che lo ha contraddistinto nella passata stagione e che quest'anno ha inspiegabilmente messo da parte; un neo che lo ha portato spesso a diatribe stucchevoli e poco costruttive, vedi il tenero "siparietto" con Ciro Ferrara. Se lancia messaggi sbagliati alla squadra, e continua a "sviolinare" la Juventus, le motivazioni calano inevitabilmente. Tutto il resto è un tourbillon di scuse, che sta rendendo anonima la stagione, in attesa di una punta che possa concretizzare il bel gioco (senza vittorie) da tutti riconosciuto. La mentalità vincente parte dall'allenatore, passando per ogni singolo uomo della rosa e dello staff, per cui meno chiacchiere e più grinta! La stagione è ancora lunga e non può finire alla quattordicesima giornata! 

 

 

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