L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, le certezze che non puoi mettere da parte per sognare"
03.09.2018 17:43 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non c'è due senza tre e invece a Marassi un bel 3 l'ha rifilato Giampaolo ad Ancelotti. Stavolta non c'è stata la rimonta, con il Napoli sotto di due gol, com'era accaduto contro il Milan, ed anche contro la Lazio con una sola rete da recuperare, ma il tris definitivo griffato da un tacco alla Mancini di Fabio Quagliarella, che ha di fatto spento ogni sogno di rivalsa. Di Defrel i precedenti due gol che hanno evidenziato un dato inequivocabile: la difesa non è ancora registrata. Troppi sei gol subìti in tre partite, troppe le incertezze a centrocampo, dove si è salvato il solito Allan cuor di leone. Se poi in attacco Insigne e Verdi non si trovano, con Milik che resta solo in area di rigore senza incidere, la frittata è fatta. E dunque di chi sono le colpe per questa sconfitta così rotonda? Di chi opera, chiaramente, dal primo all'ultimo, senza esclusione di colpi. Tra i pali, ad esempio, Ospina non riesce ancora a mostrare la personalità necessaria, sbaglia appoggi brevi e rilanci lunghi per le ripartenze, con palloni che spesso terminano in fallo laterale. In attesa di Meret, di sicuro serve un'assunzione di responsabilità, più grinta, più personalità, più reattività tra i pali, da chi viene indicato per difendere la porta del Napoli. E poi? La difesa, certamente. Hysaj non e' ancora al top della forma, cosi' come Albiol, Koulibaly e Mario Rui, troppo distanti nel marcare e "stressare" gli avversari. A centrocampo, inoltre, Diawara e Zielinski alternano esigui assist buoni ad altri onestamente di difficile interpretazione. Palloni e contrasti che andrebbero portati a termine con maggiore criterio. E se Ounas, tra i pochi a salvarsi nella trasferta doriana, ad un certo punto ha indotto tutti a riflettere sulla poca reattivita' in zona gol, l'attenzione si sposta in estrema sintesi sulle scelte di Ancelotti: giusto variare e pensare ad un Napoli diverso dal solito per dare una chance a tutti, ma se le risposte sono quelle viste al Luigi Ferraris una considerazione, basata sui fatti, la farei sull'utilizzo dei gregari. Hamsik, regista o mezz'ala, Mertens punta centrale, Insigne a tutto campo che taglia quando gli pare per il sempiterno Callejon rappresentano certezze che non possono essere messe in disparte, soprattutto se i sostituti non riescono ad evitare rimpianti, per 30, 60 o 90 minuti. Con la sosta per le Nazionali si presenta l'occasione di ritrovare forza e certezze, ripartendo dalle identita' riconosciute, riordinando le idee in difesa e a centrocampo, schierando in attacco gli automatismi che hanno fatto impallidire tutti, in Italia e in Europa. E' il Napoli, composto dagli stessi uomini, che va in campo, pertanto non occorre il "bollino Sarri", "Mazzarri" o "Benitez" per certificarlo. E quello di Genova e' la brutta copia del fantasma di se stesso che, sinceramente, nessuno vuole più rivedere.

 

 

Antonio Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, le certezze che non puoi mettere da parte per sognare"

di Napoli Magazine

03/09/2024 - 17:43

NAPOLI - Non c'è due senza tre e invece a Marassi un bel 3 l'ha rifilato Giampaolo ad Ancelotti. Stavolta non c'è stata la rimonta, con il Napoli sotto di due gol, com'era accaduto contro il Milan, ed anche contro la Lazio con una sola rete da recuperare, ma il tris definitivo griffato da un tacco alla Mancini di Fabio Quagliarella, che ha di fatto spento ogni sogno di rivalsa. Di Defrel i precedenti due gol che hanno evidenziato un dato inequivocabile: la difesa non è ancora registrata. Troppi sei gol subìti in tre partite, troppe le incertezze a centrocampo, dove si è salvato il solito Allan cuor di leone. Se poi in attacco Insigne e Verdi non si trovano, con Milik che resta solo in area di rigore senza incidere, la frittata è fatta. E dunque di chi sono le colpe per questa sconfitta così rotonda? Di chi opera, chiaramente, dal primo all'ultimo, senza esclusione di colpi. Tra i pali, ad esempio, Ospina non riesce ancora a mostrare la personalità necessaria, sbaglia appoggi brevi e rilanci lunghi per le ripartenze, con palloni che spesso terminano in fallo laterale. In attesa di Meret, di sicuro serve un'assunzione di responsabilità, più grinta, più personalità, più reattività tra i pali, da chi viene indicato per difendere la porta del Napoli. E poi? La difesa, certamente. Hysaj non e' ancora al top della forma, cosi' come Albiol, Koulibaly e Mario Rui, troppo distanti nel marcare e "stressare" gli avversari. A centrocampo, inoltre, Diawara e Zielinski alternano esigui assist buoni ad altri onestamente di difficile interpretazione. Palloni e contrasti che andrebbero portati a termine con maggiore criterio. E se Ounas, tra i pochi a salvarsi nella trasferta doriana, ad un certo punto ha indotto tutti a riflettere sulla poca reattivita' in zona gol, l'attenzione si sposta in estrema sintesi sulle scelte di Ancelotti: giusto variare e pensare ad un Napoli diverso dal solito per dare una chance a tutti, ma se le risposte sono quelle viste al Luigi Ferraris una considerazione, basata sui fatti, la farei sull'utilizzo dei gregari. Hamsik, regista o mezz'ala, Mertens punta centrale, Insigne a tutto campo che taglia quando gli pare per il sempiterno Callejon rappresentano certezze che non possono essere messe in disparte, soprattutto se i sostituti non riescono ad evitare rimpianti, per 30, 60 o 90 minuti. Con la sosta per le Nazionali si presenta l'occasione di ritrovare forza e certezze, ripartendo dalle identita' riconosciute, riordinando le idee in difesa e a centrocampo, schierando in attacco gli automatismi che hanno fatto impallidire tutti, in Italia e in Europa. E' il Napoli, composto dagli stessi uomini, che va in campo, pertanto non occorre il "bollino Sarri", "Mazzarri" o "Benitez" per certificarlo. E quello di Genova e' la brutta copia del fantasma di se stesso che, sinceramente, nessuno vuole più rivedere.

 

 

Antonio Petrazzuolo

 

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