NAPOLI - Una giornata da cancellare dal calendario il 13 settembre 2016. Nel giro di poche ore hanno lasciato la vita terrena prima Vittorio Raio (69 anni) e poi Paolo Prestisimone (58 anni). Quando muovevo i primi passi da giornalista, Vittorio era già lì, al seguito del Napoli, per "Il Mattino". All'epoca ero un semplice uditore delle conferenze stampa, e devo dirvi che ho sempre apprezzato la sua professionalità, i ricordi carichi di entusiasmo e la passione con cui si approcciava al mestiere. Di Vittorio ricordo un gesto, che fece nei miei riguardi, non più tardi di un anno fa: lo incrociai all'esterno della tribuna stampa al San Paolo, mi prese in disparte per farmi dei complimenti sinceri, carichi di stima, che custodisco con affetto. Chi lo ha conosciuto sa che non era il tipo da cerimonie, ma amava il suo lavoro ed amava il Napoli, per questo nessuno lo potrà mai dimenticare. Su Paolo potrei scrivere un libro. Agli albori del web, quando creai "Napoli Magazine", lui c'era, ed era un vero pilastro di Kataweb Sport e del neonato portale di Repubblica. Io gli "rompevo" le scatole, inviandogli i comunicati delle mie interviste e chiamandolo tutti i giorni in redazione per assicurarmi che li pubblicasse. E devo dire che, con una santa pazienza, mi accontentava sempre. Così nacque la nostra amicizia. Me lo sono ritrovato accanto in tutte le mie avventure professionali, sempre pronto a dare consigli e pieno di spunti per il futuro. La rubrica dei "Buoni & Cattivi", con le pagelle sugli azzurri, in uno stile tutto suo, la volle fortemente ed io, come ad ogni sua proposta, replicavo con la solita frase: "hai carta bianca, fai quello che vuoi". Ne faceva una simile quando scriveva per "Il Giorno" e decise di riadattarla sul Napoli dei giorni nostri. Mi mancherà la sua leggerezza, la sua umiltà, l'ironia, il messaggio quotidiano e soprattutto il nostro mandarci sistematicamente a quel paese, mai seriamente, col sorriso sulle labbra, per il semplice gusto di farci una risata, sugli argomenti più disparati. Mentre vi scrivo non ho ancora realizzato e chissà se mai lo farò. E se lo immagino mentre legge queste righe so pure che si incazzerebbe perchè non ho ancora espresso il mio pensiero sulla vittoria del Napoli a Kiev, firmata Milik. E allora lo faccio per lui, anche se la voglia di parlare di calcio in questo momento proprio non c'è, lo ammetto: belli i due gol del numero 99, ma in 11 contro 10 la gara andava chiusa prima, senza paure e troppi fronzoli. Al momento non riesco ad aggiungere altro. Ho sotto mano l'ultimo messaggio che mi ha inviato Paolo in posta Facebook, lunedì sera, e mi vengono i brividi, anche perchè nei toni è stato diverso dal solito: "Continua così, come stai facendo, senza alzare la 'capa' troppo fuori dal sacco se non sei certissimo di poterlo fare. Ciao guagliò". Lo farò. Questa volta un voto in pagella glielo dedico io: meriti un 10, Paolì, per la bontà che mi hai trasmesso in tutti questi anni e l'affetto spassionato, ti porterò sempre nel mio cuore.

Antonio Petrazzuolo
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
14/09/2016 - 23:28
NAPOLI - Una giornata da cancellare dal calendario il 13 settembre 2016. Nel giro di poche ore hanno lasciato la vita terrena prima Vittorio Raio (69 anni) e poi Paolo Prestisimone (58 anni). Quando muovevo i primi passi da giornalista, Vittorio era già lì, al seguito del Napoli, per "Il Mattino". All'epoca ero un semplice uditore delle conferenze stampa, e devo dirvi che ho sempre apprezzato la sua professionalità, i ricordi carichi di entusiasmo e la passione con cui si approcciava al mestiere. Di Vittorio ricordo un gesto, che fece nei miei riguardi, non più tardi di un anno fa: lo incrociai all'esterno della tribuna stampa al San Paolo, mi prese in disparte per farmi dei complimenti sinceri, carichi di stima, che custodisco con affetto. Chi lo ha conosciuto sa che non era il tipo da cerimonie, ma amava il suo lavoro ed amava il Napoli, per questo nessuno lo potrà mai dimenticare. Su Paolo potrei scrivere un libro. Agli albori del web, quando creai "Napoli Magazine", lui c'era, ed era un vero pilastro di Kataweb Sport e del neonato portale di Repubblica. Io gli "rompevo" le scatole, inviandogli i comunicati delle mie interviste e chiamandolo tutti i giorni in redazione per assicurarmi che li pubblicasse. E devo dire che, con una santa pazienza, mi accontentava sempre. Così nacque la nostra amicizia. Me lo sono ritrovato accanto in tutte le mie avventure professionali, sempre pronto a dare consigli e pieno di spunti per il futuro. La rubrica dei "Buoni & Cattivi", con le pagelle sugli azzurri, in uno stile tutto suo, la volle fortemente ed io, come ad ogni sua proposta, replicavo con la solita frase: "hai carta bianca, fai quello che vuoi". Ne faceva una simile quando scriveva per "Il Giorno" e decise di riadattarla sul Napoli dei giorni nostri. Mi mancherà la sua leggerezza, la sua umiltà, l'ironia, il messaggio quotidiano e soprattutto il nostro mandarci sistematicamente a quel paese, mai seriamente, col sorriso sulle labbra, per il semplice gusto di farci una risata, sugli argomenti più disparati. Mentre vi scrivo non ho ancora realizzato e chissà se mai lo farò. E se lo immagino mentre legge queste righe so pure che si incazzerebbe perchè non ho ancora espresso il mio pensiero sulla vittoria del Napoli a Kiev, firmata Milik. E allora lo faccio per lui, anche se la voglia di parlare di calcio in questo momento proprio non c'è, lo ammetto: belli i due gol del numero 99, ma in 11 contro 10 la gara andava chiusa prima, senza paure e troppi fronzoli. Al momento non riesco ad aggiungere altro. Ho sotto mano l'ultimo messaggio che mi ha inviato Paolo in posta Facebook, lunedì sera, e mi vengono i brividi, anche perchè nei toni è stato diverso dal solito: "Continua così, come stai facendo, senza alzare la 'capa' troppo fuori dal sacco se non sei certissimo di poterlo fare. Ciao guagliò". Lo farò. Questa volta un voto in pagella glielo dedico io: meriti un 10, Paolì, per la bontà che mi hai trasmesso in tutti questi anni e l'affetto spassionato, ti porterò sempre nel mio cuore.

Antonio Petrazzuolo
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