L'Editoriale
IL PUNTO - Antonio Petrazzuolo: "Quando vinci sei di tutti, quando perdi sei di chi ti ama davvero"
05.04.2019 18:25 di Napoli Magazine

NAPOLI - Navigando sui social network, dopo l’inspiegabile sconfitta del Napoli ad Empoli, ripensavo a questa frase: “Quando vinci sei di tutti, quando perdi sei di chi ti ama davvero”.  Qualcuno penserà: “Che banalità!”. Beh, può darsi pure che sia così, ma sta di fatto che resta un evergreen, un concetto che ben si addice all’analisi del momento vissuto dal team di Ancelotti. Spesso si parla di mentalità vincente, di carattere, di personalità. E’ proprio questo che manca agli azzurri in alcuni momenti della stagione. Vinci 4-1 a Roma contro i giallorossi, perché gli avversari ti offrono stimoli, poi dopo tre giorni perdi malamente al Castellani, con un unico sussulto, seppur bellissimo, griffato Piotr Zielinski. Una magra soddisfazione. L’unica emozione nel contorno di una prestazione scialba, svagata. E seppur in tanti si sono affrettati a dire che la testa non è già a Londra, per la prima delle due sfide dei Quarti di Europa League contro l’Arsenal, in pochi, in tutta onestà, ci hanno creduto. Perché se da un lato la Juventus continua a scappare, portandosi a +18, un margine di vantaggio ormai insormontabile, dall’altro l’Inter, dopo aver riabbracciato il suo Icardi, si porta a -7, silenziosamente. Ecco perché non sono concesse distrazioni. Ecco perché pensare che il campionato sia un discorso chiuso, facendo “all-in” sull’Europa League può diventare un boomerang. Sarebbe uno stimolo importante, invece, provare a ridurre comunque il distacco dai bianconeri, nei limiti del possibile, Kean permettendo. In questo finale di stagione in molti devono ancora conquistarsi la conferma. “Promossi e bocciati”, sussurrò Carletto qualche settimana fa, a Castel Volturno, in conferenza stampa: in molti saranno già caduti dalla torre, mentre alcuni, vedi Mertens, per stessa ammissione del tecnico, hanno guadagnato la stima e la fiducia per il futuro. Da questo Napoli, che considero superiore all’Empoli, come al resto delle squadre che affollano il campionato di serie A, è lecito attendersi qualcosa in più. Vincere aiuta a vincere. Farlo andando su qualsiasi campo e chiudendo la pratica senza troppi fronzoli è nelle corde della formazione partenopea. Dopo i 91 punti della stagione scorsa, si è di fatto voltato pagina. Cambio di filosofia, cambio di modulo, cambio di gioco. Ad Ancelotti il merito di aver dato un’identità diversa alla squadra, anche se con ogni probabilità è stata concessa troppa fiducia a chi in campo non ha saputo rispondere presente nelle occasioni offerte laddove possibile. Non c’è tempo di fermarsi troppo per riflettere. Il responso del campo incombe. Senza dimenticare che la prossima finestra di mercato sarà interessante per capire se vedremo un Ancelotti in stile Benitez, che qualche top player riuscì a condurre all’ombra del Vesuvio, o se si opterà per qualche colpo in versione Fabian Ruiz, che pure non guasterebbe. Forti di una rosa puntellata con intelligenza, vedi Meret, e che non vedrà la partenza dei big. “Perché non abbiamo bisogno di cedere”, parola di Carlo Ancelotti in riferimento ad Allan e Koulibaly. E sia chiaro: nessuno ha voglia di vederlo incatenato a Castel Volturno. Le premesse ci sono tutte per rilanciare le aspettative: con il sostegno del pubblico, perché senza di loro non si va da nessuna parte.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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IL PUNTO - Antonio Petrazzuolo: "Quando vinci sei di tutti, quando perdi sei di chi ti ama davvero"

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05/04/2024 - 18:25

NAPOLI - Navigando sui social network, dopo l’inspiegabile sconfitta del Napoli ad Empoli, ripensavo a questa frase: “Quando vinci sei di tutti, quando perdi sei di chi ti ama davvero”.  Qualcuno penserà: “Che banalità!”. Beh, può darsi pure che sia così, ma sta di fatto che resta un evergreen, un concetto che ben si addice all’analisi del momento vissuto dal team di Ancelotti. Spesso si parla di mentalità vincente, di carattere, di personalità. E’ proprio questo che manca agli azzurri in alcuni momenti della stagione. Vinci 4-1 a Roma contro i giallorossi, perché gli avversari ti offrono stimoli, poi dopo tre giorni perdi malamente al Castellani, con un unico sussulto, seppur bellissimo, griffato Piotr Zielinski. Una magra soddisfazione. L’unica emozione nel contorno di una prestazione scialba, svagata. E seppur in tanti si sono affrettati a dire che la testa non è già a Londra, per la prima delle due sfide dei Quarti di Europa League contro l’Arsenal, in pochi, in tutta onestà, ci hanno creduto. Perché se da un lato la Juventus continua a scappare, portandosi a +18, un margine di vantaggio ormai insormontabile, dall’altro l’Inter, dopo aver riabbracciato il suo Icardi, si porta a -7, silenziosamente. Ecco perché non sono concesse distrazioni. Ecco perché pensare che il campionato sia un discorso chiuso, facendo “all-in” sull’Europa League può diventare un boomerang. Sarebbe uno stimolo importante, invece, provare a ridurre comunque il distacco dai bianconeri, nei limiti del possibile, Kean permettendo. In questo finale di stagione in molti devono ancora conquistarsi la conferma. “Promossi e bocciati”, sussurrò Carletto qualche settimana fa, a Castel Volturno, in conferenza stampa: in molti saranno già caduti dalla torre, mentre alcuni, vedi Mertens, per stessa ammissione del tecnico, hanno guadagnato la stima e la fiducia per il futuro. Da questo Napoli, che considero superiore all’Empoli, come al resto delle squadre che affollano il campionato di serie A, è lecito attendersi qualcosa in più. Vincere aiuta a vincere. Farlo andando su qualsiasi campo e chiudendo la pratica senza troppi fronzoli è nelle corde della formazione partenopea. Dopo i 91 punti della stagione scorsa, si è di fatto voltato pagina. Cambio di filosofia, cambio di modulo, cambio di gioco. Ad Ancelotti il merito di aver dato un’identità diversa alla squadra, anche se con ogni probabilità è stata concessa troppa fiducia a chi in campo non ha saputo rispondere presente nelle occasioni offerte laddove possibile. Non c’è tempo di fermarsi troppo per riflettere. Il responso del campo incombe. Senza dimenticare che la prossima finestra di mercato sarà interessante per capire se vedremo un Ancelotti in stile Benitez, che qualche top player riuscì a condurre all’ombra del Vesuvio, o se si opterà per qualche colpo in versione Fabian Ruiz, che pure non guasterebbe. Forti di una rosa puntellata con intelligenza, vedi Meret, e che non vedrà la partenza dei big. “Perché non abbiamo bisogno di cedere”, parola di Carlo Ancelotti in riferimento ad Allan e Koulibaly. E sia chiaro: nessuno ha voglia di vederlo incatenato a Castel Volturno. Le premesse ci sono tutte per rilanciare le aspettative: con il sostegno del pubblico, perché senza di loro non si va da nessuna parte.

 

 

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