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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Questo che Napoli è?"
07.11.2020 18:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Non è il Napoli di Gattuso. Ma nemmeno quello di Sarri. A tratti nelle ultime tre gare ha ricordato quello dell’ultimo Ancelotti, lento, svogliato con le solite trame orizzontali e senza nessuna verticalizzazione. Una involuzione figlia dell’autunno, o forse dell’handicap di giocare a spalti vuoti. Probabilmente ci sono atleti che hanno bisogno dell’adrenalina scatenata da un applauso, un coro, per rendere al massimo. Non credo però sia questa la giustificazione a una serie di prestazioni che dalla sconfitta in casa con l’AZ ha prodotto solo prestazioni incolori. Gattuso lo ha capito, si sbraccia, urla, impreca, ma la squadra in campo sembra giocare con le cuffie nelle orecchie, completamente assorbita da altri pensieri. Anche l’altra sera a Fiume gli azzurri hanno attraversato un altro fiume: quello dell’approssimazione e della confusione mentale. Un calo atletico potrebbe esserci, visto che molti in campo passeggiano. A Rijeka Lobotka sembrava un pensionato dell’Inail alle prese con una partita di calcetto con gli amici, e Maksimovic uno reduce da una quarantena. Come sempre è stato necessario l’ingresso di Lorenzo per cambiare registro a una partita che senza il colpo di culo dell’autogol croato, probabilmente sarebbe finita in parità. Ci aspettiamo ben altro da questo Napoli e Gattuso che di questa compagine è il comandante, deve far presto. La navigazione a vista non si addice a una squadra che dopo i sei gol all’Atalanta aveva fatto illudere i più. E allora cominciamo a dipanare la matassa tattica: 4-3-3 o 4-3-2-1? E con quali uomini? Non gettiamo a mare quanto di buono si è costruito, la stagione è ancora all’inizio e c’è tempo per recuperare. Basta però chiarirsi le idee subito e soprattutto rivedere certe geometrie a metà campo. Ma soprattutto indagare sul malessere psicologo che si annida in qualcuno, che stranamente fino a 15 giorni fa entrava in campo con tutta un’altra testa. E Gattuso che è bravo ed è incarnato in questa squadra, lo può fare. Anzi lo deve fare.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Questo che Napoli è?"

di Napoli Magazine

07/11/2024 - 18:00

NAPOLI - Non è il Napoli di Gattuso. Ma nemmeno quello di Sarri. A tratti nelle ultime tre gare ha ricordato quello dell’ultimo Ancelotti, lento, svogliato con le solite trame orizzontali e senza nessuna verticalizzazione. Una involuzione figlia dell’autunno, o forse dell’handicap di giocare a spalti vuoti. Probabilmente ci sono atleti che hanno bisogno dell’adrenalina scatenata da un applauso, un coro, per rendere al massimo. Non credo però sia questa la giustificazione a una serie di prestazioni che dalla sconfitta in casa con l’AZ ha prodotto solo prestazioni incolori. Gattuso lo ha capito, si sbraccia, urla, impreca, ma la squadra in campo sembra giocare con le cuffie nelle orecchie, completamente assorbita da altri pensieri. Anche l’altra sera a Fiume gli azzurri hanno attraversato un altro fiume: quello dell’approssimazione e della confusione mentale. Un calo atletico potrebbe esserci, visto che molti in campo passeggiano. A Rijeka Lobotka sembrava un pensionato dell’Inail alle prese con una partita di calcetto con gli amici, e Maksimovic uno reduce da una quarantena. Come sempre è stato necessario l’ingresso di Lorenzo per cambiare registro a una partita che senza il colpo di culo dell’autogol croato, probabilmente sarebbe finita in parità. Ci aspettiamo ben altro da questo Napoli e Gattuso che di questa compagine è il comandante, deve far presto. La navigazione a vista non si addice a una squadra che dopo i sei gol all’Atalanta aveva fatto illudere i più. E allora cominciamo a dipanare la matassa tattica: 4-3-3 o 4-3-2-1? E con quali uomini? Non gettiamo a mare quanto di buono si è costruito, la stagione è ancora all’inizio e c’è tempo per recuperare. Basta però chiarirsi le idee subito e soprattutto rivedere certe geometrie a metà campo. Ma soprattutto indagare sul malessere psicologo che si annida in qualcuno, che stranamente fino a 15 giorni fa entrava in campo con tutta un’altra testa. E Gattuso che è bravo ed è incarnato in questa squadra, lo può fare. Anzi lo deve fare.

 

 

Gino Rivieccio

 

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